La Meditazione: il risveglio della consapevolezza
In noi esiste qualcosa di non vissuto, di latente. In una parola è l’arte di osservare: un semplice essere presenti alle cose, come testimoni imparziali, distaccati, rilassati, passivi eppur coscienti, presenti anche se assenti perché attori.
Facile o difficile che sia, risvegliare e potenziare quel centro è oggi diventata una vera questione di sopravvivenza.La velocità d’accelerazione del mondo rende indispensabile trovare quel centro immoto e imperturbabile, se non vogliamo essere travolti dal ciclone che la vita è diventata.
Le ancore di un tempo, i valori e i principi, gli equilibri sociali e il gioco di ruoli e gerarchie, le ideologie politiche e religiose; in una parola le maschere con cui si copriva la realtà, rinchiudendo la vita in un’idea del mondo, dell’esistenza e dell’universo, tutto non regge più: la sollecitazione che costantemente ci raggiunge dal Villaggio Complessivo che il mondo è diventato è tale perciò ci si ritrova continuamente nudi di fronte all’universo. Ci contraddistingue, oggi una sensazione d’impotenza, un’essere inermi che nei secoli passati ha spinto l’uomo a creare culture e caverne, soprattutto psicologiche, in cui esistere e avere coscienza di sé, mosso da agorafobia che gli faceva aborrire il vuoto e il nulla che caratterizzano l’essenza della vita e, paradossalmente, del suo stesso essere. D’altra parte, qualcosa in noi spasima per uscire alla vita e il mondo che abbiamo creato, la vorticosa accelerazione che noi stessi abbiamo stimolato, non, è che l’eco profonda di un’aspirazione a vivere la vita in pienezza, che proprio attraverso l’essere umano, l’esistenza rende manifesta, attraverso di noi la vita aspira ad evolvere la sfera della materia. Non è una novità, anche se diventa qualcosa di assolutamente nuovo per chiunque si accinge a fare i primi passi: resta, infatti, un balzo nell’ignoto, fuori di schemi e modelli, da pregiudizi e idee preorganizzate su noi stessi e la vita.In passato decine di sentieri sono stati tracciati, in ogni epoca e paese da entronauti che sentivano un’intima pulsione a rendere qualcosa che affiorava in loro negli attimi più impensati e che li rendeva coscienti di un modo ulteriore di esistere, ben oltre la commedia umana e il dramma esistenziale cui spesso l’uomo riduce il proprio vivere.
Costantino Mazzanobile