Dove si nascondono le fate: storie di sardegna

037Le Janas sono creature immaginarie della tradizione popolare sarda, donne minute dall’indole lunatica, un po’ streghe e un po’ fate,  gentili e birichine. Molto più piccole degli esseri umani, sono una versione sarda degli elfi. Si dice siano creature che non siano spirituali, ma demoni nel senso greco del termine, fra il mondo umano e quello divino. La loro piccola taglia permetteva loro di vivere nelle “Domus” ,piccoli alloggi costruiti nella roccia.

Si tratta di una leggenda sarda che combina elementi magici con le costruzioni millenarie in pietra presenti su tutta l’Isola da Cagliari a Santa Teresa di Gallura . Le Domus sono in realtà delle caverne scavate nella roccia dalle antiche civiltà sarde più di 5.000 anni fa.  Le Domus erano caverne funerarie scavate nella roccia.  Posizionate una accanto all’altra, formavano necropoli che potevano ospitare fino a un centinaio di corpi.
“Domus” in latino significa casa ed  le “Domus de Janas” sono la perfetta miniatura  delle case di questa antica civiltà.

Dopo la scoperta di alcuni resti nella grotta di San Michele ad Ozieri, inprovincia di Nuoro, gli storici sono arrivati alla conclusione che le Domus de Janas appartenevano ad un popolo che non aveva niente a che vedere con le altre culture precedenti. Le testimonianze mostravano uno stile di vita e di abitazione totalmente diversi. Quindi questa civiltà fu chiamata la civiltà di Ozieri o la civiltà di san Michele. La popolazione probabilmente risale al 3.500 AC, era dedita al lavoro nei campi e molto tranquilla. La loro religione era basata sulla natura e le sue varie manifestazioni. Il Toro ed il Bue venivano adorati e rappresentavano la virilità e la fertilità mentre la Luna rappresentava la “Dea madre” al femminile.

Queste necropoli  non solo sono monumenti straordinari ma anche delle vere e proprie testimonianze storiche che mostrano come erano le abitazioni di queste civiltà di oltre 5000 anni. La più straordinaria é la bellissima Sant’Andrea Priu, vicino a Bonorva circa 50 km a est di Bosae 50 km a sud di Alghero. La necropoli domina la silenziosa e vasta valle di Santa Lucia, punteggiata da case e pecore,  incastonata in un monte di trachite. 
 Una delle Domus fu trasformata in una chiesa nei tempi Bizantini, qui si possono ammirare degli affreschi meravigliosi (restaurati nel 1997) e osservare la vecchia  narthex (l’entrata della chiesa dove risiedevano i non ancora battezzati )  e il presbiterio con l’altare.