Intervista a Sabrina Mascia: “quando l’ispirazione è Charlie Chaplin”

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Le dieci massime è un omaggio a Charlie Chaplin come mai ha deciso di mettere in scena questo spettacolo? 

Io e Andrea abbiamo deciso di partecipare alla celebrazione del centennale della nascita di The Tramp, il vagabondo, il suo personaggio più famoso, non mettendo in scena una trasposizione dei suoi film, né tantomeno tentando un’improbabile imitazione della figura di Charlot. Ci siamo semplicemente lasciati ispirare dalla sua audacia artistica, con la quale si esponeva sulle questioni di carattere politico e sociale dei suoi tempi.

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 Il personaggio di Charlie Chaplin è ancora attuale nella società moderna?

Se intendiamo la figura del vagabondo e dei messaggi che Chaplin mandava attraverso i suoi film, in particolar modo “Il grande dittatore”, da cui è tratto il discorso all’umanità che abbiamo inserito nello spettacolo,penso che sia sempre attuale. Chaplin diceva “Datemi un poliziotto, un parco, una ragazza carina e faccio uno spettacolo”: questo suo pensiero è attuale e facilmente riferibile al momento che stiamo vivendo, perché anche noi stiamo ritornando all’essenzialità. Il teatro sta soffrendo particolarmente il confronto con il mondo che stiamo vivendo: tempi veloci, fluidi, più frenetici dei “Tempi moderni” di Chaplin. Probabilmente la rinascita del teatro sta nel recupero della semplicità che aveva Charlie Chaplin: metteva l’uomo e le sue vicende nel mondo al centro della sua creatività.

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Cosa rappresenta il teatro e la recitazione per lei?

Il teatro è per me il gioco per eccellenza, il vuoto e l’abisso. La recitazione è la costante ricerca della mia assenza. Ogni giorno mentre lavoro, ho la volontà di abdicare da me, da Sabrina, per creare con nuove drammaturgie gestuali e di parola, altre di me. E queste “altre me” a loro volta, quando vanno in scena hanno l’ambizione di trascinare nel vuoto del teatro il pubblico, per farlo abdicare da se stesso, perché crei una propria drammaturgia, e in questo oblio incontrarci.

 Il personaggio più divertente che ha interpretato?

Al momento credo che il personaggio più divertente che ho interpretato sia quello di Concepita, produzione Teatro Laboratorio Alkestis del 2006, dal titolo “Waiting for…” per la regia di Claudio Morganti. In scena c’erano quattro idioti in una situazione non sense, parodia e denuncia della politica e della società.

 Da quali attori trae ispirazione? 

Sin da piccola mi ha sempre affascinata, per la sua autenticità e carnalità, Anna Magnani. E questo è quello da cui ancora oggi traggo ispirazione, e apprezzo negli attori famosi e non. Potrà sembrare scontato, ma in questi ultimi anni mi ha sicuramente ispirata il lavoro attoriale e autorale di Andrea Meloni.

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Che doti bisogna possedere per essere un’attrice di teatro?

Saper osservare, saper ascoltare, avere metodo e disciplina. Inoltre un attore deve sempre conservare l’umiltà che lo spinge a migliorarsi, e per questo non smette mai di studiare e di porsi domande.

 Progetti per il Futuro? 

Dopo l’ultima replica de “Le dieci massime” inizieremo a lavorare sulla nuova produzione “Isola mare e il tabù del pesce luna” che concluderà la nostra ricerca sul progetto Isola Mare, che ha debuttato lo scorso maggio con il primo step dal titolo “Isola Mare e la teoria del naufragio” seguito, nei mesi successivi, da altri due momenti: “Isola mare e il laboratorio clandestino” e “Isola Mare e la metafora del porto”. Nei prossimi due mesi, quindi, allestiremo e debutteremo (il 28 Novembre) con la nuova produzione liberamente ispirata alle linee guida di Expo 2015 che ha per titolo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Il nostro contributo a questo evento planetario sarà quello di rappresentare il rapporto tra l’isola e il mare circostante. Contemporaneamente si avvierà la distribuzione del nostro omaggio a Charlie Chaplin “Le dieci massime”.

 Un attore o attrice con cui le piacerebbe lavorare?

In questo periodo il mio desiderio è legato al mio interesse per il Giappone. Mi piacerebbe lavorare con un attore di una delle famiglie d’arte giapponesi che portano avanti l’antica tradizione del teatro Nō.

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Intervista ad Andrea Meloni

 Cosa rappresenta lei per il teatro? 

Penso di rientrare nella schiera dei tanti artisti contemporanei guidati dalla passione che, nonostante le difficoltà di questo mestiere, cercano di proteggere e portare avanti il teatro e le sue molteplici funzioni e possibilità.

 Cosa ha di attuale Charlie Chaplin?

Il ruolo dell’artista, il modo in cui lui ci giocava. Inoltre, rimane attuale in tutti i tempi la sua capacità di osservare il mondo e di restituircene un punto di vista particolare.

 Quando insegna recitazione agli aspiranti attori cosa vuole che apprendano? 

Vorrei che imparassero a riconoscere le opportunità del teatro, inteso come luogo di conoscenza ed espressione personale, di sospensione del giudizio e di rivelazione delle parti più inesplorate e meno conosciute che ciascuno possiede dentro di sé.

 Quale personaggio le piacerebbe interpretare?

Mi piacerebbe interpretare un personaggio straordinario come Dracula e un personaggio, straordinario nella sua semplicità, come lo scrittore Beppe Fenoglio.

 Un consiglio per chi vuole diventare attore? 

Oggi se si vuole diventare attori bisognerebbe essere consapevoli non solo delle difficoltà legate a questo mestiere ma, soprattutto, della necessità di essere una figura poliedrica che utilizza il linguaggio teatrale in diverse dimensioni e forme, che ricerchi i punti di contatto con la realtà, di modo che il suo lavoro possa essere utile agli altri e per questo riconosciuto.

Le foto di Sabrina Mascia sono tratte dallo spettacolo “Estate Infinita”(2013) e sono state scattate da Marilena Pitturru, le foto di Andrea Meloni sono tratte  dallo spettacolo “In bilico distratto” (2012), fotografo Stefano Fanni.