Le stanze di Dionisio: Eros, Amore, Sessualità a cura di Piero Putzu

LE STANZE DI DIONISO 

Eros – Amore – Sessualità.

Tra Arte, Poesia, Letteratura, Filosofia, Miti e Leggende.

 a cura di Piero Putzu

Artista, designer, grafico pubblicitario, fotografo e scrittore. I miei interessi spaziano dalle discipline olistiche (pratico il Tai Ji e il Qi Gong) all’archeologia e sono un appassionato ricercatore di tutto ciò che si cela dietro il conosciuto: mitologia, leggende, simbologia e numerologia. In questa rubrica da me curata, vi guiderò nell’affascinante, misterioso, intrigante e allo stesso tempo scabroso  e poco conosciuto mondo dell’Eros. 

Perché “Stanze” e perché “Dioniso”?

Le stanze rappresentano “i luoghi” in cui si consumano le nostre inconsapevoli vicende quotidiane. Le stanze sono anche gli spazi delle schiarite e delle risoluzioni dei nostri conflitti: luoghi d’incontro tra i nostri eterni e contrastanti aspetti dualistici, eternamente in bilico tra i mari burrascosi dell’incomprensibile e le onde calme e distese di una momentanea serenità.

Cercherò quindi, come fece il Dio Dioniso (nato da madre mortale), di utilizzare un po’ di quel magico fuoco, donato da suo padre Zeus, per illuminare questo viaggio tre le infinite e profonde sfumature dell’uomo.

Per “inaugurare” questo nostro incontro, andiamo a conoscere il misterioso e poco conosciuto personaggio che diventerà il nostro Caronte. Un traghettatore occulto e appassionato che ci condurrà, in questo primo viaggio, in SARDEGNA e in uno dei suoi più affascinanti riti: IL CARNEVALE.

Data la complessità dell’argomento il desiderio di non abusare della vostra pazienza, ho voluto suddividere l’articolo in due parti:

Nella prima vi condurrò alla conoscenza del dio;

Nella seconda penetreremo nel fascino ancestrale del Carnevale.

DIONISO: il dio del fuoco e i riti del Carnevale in Sardegna.

Prima parte: Sulle tracce del dio

1-Dioniso-i e sue rappresentazioni
Dionisio e le sue rappresentazioni

Dioniso, divinità controversa e quasi sconosciuta, identificata con la libertà dalle regole, ispiratore di balli e canti sfrenati, parte della natura selvaggia e primordiale infonde di sé, uno dei più antichi riti della nostra isola.

Scopriamo chi è, conosciamo il mito della sua nascita e della sua vita e vediamolo rivivere ogni anno in questa terra.

Divinità controversa e affascinante, colui che per noi è Dioniso è presente come archetipo dal duplice aspetto “costruttore e distruttore” nel Pantheon mitologico di diverse religioni.

Come Dioniso, il suo mito è arrivato fino a noi dalla mitologia greca ed ellenistica, ma non si può ignorare la profonda similitudine che questo Dio ha con Shiva: divinità tra le più venerate della mitologia induista.

2-Shiva e il triplice
Shiva e simbolismi, il triplice

Ambedue presentano caratteristiche simili. Presso la religione induista, Shiva è uno dei tre aspetti di Dio; Dioniso viene ucciso e rinasce tre volte, quasi a significare la triplice natura divina. Shiva è il più perfetto degli asceti, ma è anche lo sfrenato e sensuale danzatore cosmico; è la forza distruttrice del mondo ma è anche colui che lo salva.

Dioniso rappresenta la forza primordiale e selvaggia della natura ma anche il rinnovarsi gioioso della vita, dei fiori e degli alberi. Induceva alla follia e alla violenza, ma dava anche gioia e allegria ed era strumento di mediazione tra uomini e dei.

Shiva è considerato il dio dei tre occhi, in cui l’occhio sinistro rappresenta il desiderio (la luna); il destro, l’azione (il sole) e quello centrale la conoscenza (il fuoco).

E non è un caso che Dioniso muoia e rinasca tre volte per comprendere, come nei tre occhi di Shiva, il triplice aspetto della sua natura: femminile (luna); maschile (sole) e divina (fuoco).

3-Dioniso-mito
Miti e nascita di Dionisio

Sciamano e mediatore tra i due mondi, Dioniso nacque per la prima volta dalla madre Semèle (luna) di cui Zeus si era invaghito, e che lo stesso nascose (sole) all’interno della sua coscia per proteggerlo dalle ire della consorte Era-Giunone, infuriata con lui per questa scappatella. In queste due morti-rinascita, è manifesta la sua duplice natura fatta di opposti e di alterità insita nella scelta di habitat senza luogo, come il mare, i boschi e le montagne.

Nella sua terza morte, Dioniso fu fatto a pezzi, smembrato e divorato dai titani, ma la dea Atena trovò il suo cuore e lo donò a Zeus che lo fece rinascere, affermando in questo modo la sua triplice natura divina.

Dai Titani inceneriti da Zeus nacquero tutti gli esseri umani, che sono quindi il risultato dell’unione di un cuore divino (anima) incorruttibile e eterna e con un corpo parcellizzato, frantumato, quindi mortale, soggetto alle leggi della materia.

4-La giovinezza di Dioniso
La giovinezza di Dioniso (William-Adolphe Bouguereau)

Divinità enigmatica e ammaliante, Dioniso sconvolgeva le coscienze, distruggeva regole e inibizioni portando l’uomo alla sua natura selvaggia in sintonia con la terra.

Vita, morte, creazione, distruzione: l’essere umano, attraverso Dioniso, attraversava e superava la sua natura per ricongiungersi a quell’ essenza primaria della creazione dove il tutto incontra il niente e viceversa.

La storia ci riporta i numerosi riti in onore di questo dio che avvenivano in diversi periodi dell’anno e segnavano sempre un passaggio da una fase all’altra della natura: da metà dicembre ai primi di gennaio; dal 22 gennaio al 22 febbraio e dalla seconda metà di marzo alla prima metà di aprile.

Nel momento dell’anno in cui i bulbi della vegetazione cominciano a esplodere alla vita e le giornate tendono a allungarsi, l’essere umano, ponendosi in sintonia con la natura, sente il desiderio di rinnovarsi e di eliminare tutte le frustrazioni accumulate durante l’inverno, propiziandosi le divinità con rituali e pratiche religiose per un fruttuoso svolgimento della nuova stagione che si appresta a vivere.

5-baccanti e trionfo di dioniso
Baccanti in estasi e trionfo di Dioniso

Ed ecco i RITI DIONISIACI. In queste occasioni, per diversi giorni, si celebravano grandiose feste all’insegna della libertà e dell’allegria, durante le quali si facevano banchetti, giochi e riti che spesso assumevano un carattere licenzioso ed orgiastico.

L’estasi dionisiaca significava il superamento della carnalità, della natura umana per assurgere a una dimensione di libertà totale propria dell’essenza divina. I partecipanti potevano finalmente trasgredire le regole.

Si ballava, si cantava, si mangiava in abbondanza, si beveva vino e ci si poteva abbandonare ai propri istinti, lasciando ampio spazio a una piena sessualità priva di freni inibitori.

Durante le cerimonie in onore del dio, il sacerdote officiante, rappresentante il dio, e i celebranti indossavano una maschera.

6-Dioniso e maschere
Dionisio e le maschere

Colui che indossava la maschera diventava un altro da sé stesso e si trasfigurava nello spirito del dio. In questo doppio, la maschera conteneva la duplice polarità di presenza-assenza. Presenza perché partecipe della natura dionisiaca, assenza perché ha le orbite vuote e aspetta di essere indossata da qualcuno. E questo qualcuno diventa Dioniso pur rimanendo sé stesso.

La maschera diventava così il tramite ultimo della trasmutazione.

Colui che indossava la maschera non era più la stessa persona e qualsiasi azione compisse era ispirata dal dio e, come tale, veniva accettata da tutti. Dioniso e la libertà dagli schemi, Dioniso e il passaggio tra gennaio e febbraio, Dioniso e la maschera… È ancora dentro di noi, prepotente, selvaggio, a richiamare ciò che gli spetta. E ogni anno, ancora oggi, bambini, adulti, maschi e femmine aspettano che il rito si compia: è il Carnevale.

7-Per questo l'Uno-Tutto, è indicibile, cioè il mistero
Baccanti che danzano – Sta scritto “Per questo l’Uno-Tutto, è indicibile, cioè il mistero”

La seconda parte per i lettori di rivistaDonna la troverete prossimamente su questa rubrica.. continuate a seguirci e Buona Lettura!

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