I racconti di Chiara Pelossi per Rivista Donna

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La natura si sta lentamente risvegliando, i primi timidi germogli appaiono sulle piante che sembravano ormai passate a miglior vita, intrepidi fiorellini affacciano le loro piccole capocchie verso un sole ancora tiepido e pallido, mentre io resto invischiata con il mio sonnolente metabolismo che non accenna a sintonizzarsi.

Niente dolci gemme o tenere foglioline per me, ma solo molli e cedevoli tessuti contornati da processi corporei esasperatamente lenti e paragonabili solo a quelli delle tartarughe. Mi sto auto-convincendo di avere qualche gene da “orso” nel mio patrimonio: il letargo, che annualmente mi vince in novembre, l’eccesso di peli superflui e non da ultimo l’accumulo di grasso sono dei chiari indicatori. Perché anch’io, al pari loro, non riesco a liberarmi dell’eccesso di scorte accumulate durante l’autunno?

Quest’anno ho deciso di non lasciarmi abbattere e, acquistata una nuova e super tecnologica centrifuga, riempita la fruttiera di ogni ben di Dio, ho preparato la strategia che ho battezzato: “sbucciati e rinnovati”.

In edicola ho fatto incetta di giornali salutisti scegliendo solo quelli che dalle copertine urlavano slogan del tipo “depura il fegato e vedrai!”, “liberati dal torpore invernale!” e “lascia andare la zavorra di cotechino e lenticchie”.

Curiosa di leggere i loro consigli sono corsa a casa e, per non perdere l’abitudine, mi sono scaldata una tazza di cioccolata, evitando però i biscotti.

Armata di taccuino e buone intenzioni ho iniziato a spulciare le riviste. Dopo un’iniziale ed effimero entusiasmo sono stata letteralmente investita da uno sconforto di proporzioni epiche. Tutti i segnali di un metabolismo fuori forma che riportavano i giornali io li avevo:

– pigrizia (per forza é freddo fuori!)

– stress (e chi non ce l’ha?)

– infiammazioni croniche (non conclamate, ma sicuramente da qualche parte ne avrò una)

– alimentazione errata con conseguente ingrassamento (ce l’ho!)

– e così via.

Mi sembrava di essere tornata bambina fuori dalle scuole a scambiare l’ultima collezione di figurine con gli amici … io però la raccolta l’avevo già conclusa.

Ho messo da parte il primo giornale incriminato adocchiando, non senza vergogna, la pila di vecchie riviste che aspettano di essere bruciate nella stufa. Le mani mi formicolavano dalla voglia di farlo sparire.

Il secondo giornale invece affrontava il problema in maniera più superficiale, i suoi saggi e spicci consigli si riassumevano in: “bevi almeno due litri al giorno e cammina di più”.

Non soddisfatta ho così avvicinato il terzo che con lo slogan “naturalmente magra” mi aveva attirata nella sua rete. Dopo un’iniziale difficoltà a trovare la pagina dedicata al mio problema, le pubblicità erano talmente tante da far girare la testa, mi sono immersa nella lettura del reportage che avrebbe vinto il mio personale primo posto:

– evita l’ascensore e preferisci le scale (fattibile)

– mangia ogni tre ore piccole porzioni (fattibilissimo)

– bevi lontano dai pasti (il cappuccino andrà bene?)

– mangia più cereali integrali, tofu e legumi (ce li avranno già pronti al super?)

– ecc…

Ho messo da parte il taccuino, ho preso i pennarelli e un bel foglio dove mi sono appuntata tutti gli accorgimenti da adottare immediatamente, ho disegnato tante nuvolette colorate nelle quali ho segnato le cose da evitare. Fatto questo mi sono subito sentita leggera e in pace con me stessa, ho controllato l’orologio e, notando che erano già passate tre ore dall’ultimo pasto ho aperto il frigorifero ignorando la centrifuga che dalla credenza mi fissava impotente, le ho fatto l’occhiolino e mi ci sono specchiata. Gran bel taglio di capelli.