Cristina Dore: la sua danza del ventre conquista Los Angeles

 

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Unisce femminilità mediterranea, passione sconfinata per la danza orientale e i movimenti sinuosi della danza del ventre. E’ Cristina Dore, sassarese, danzatrice orientale di professione che, per il suo straordinario talento è stata selezionata per far parte del cast delle danzatrici di Alice in Wonderland, il nuovo tour della compagnia statunitense Bellydance Evolution. Cristina è l’unica italiana, la prima sarda, che partecipa a questo straordinario spettacolo.

Rivista Donna l’ha incontrata per voi…

Cristina nella tua scuola con il tuo gruppo Raqshardan, si viaggia alla scoperta delle movenze egiziane, folcloristiche e moderne. Raccontaci come nasce questo gruppo di ballo…

Questo gruppo di ballo nasce nel 2010 dalla mia volontà di dare un nome al gruppo di allieve che si esibivano insieme a me in spettacoli amatoriali. Avevo voglia di creare un vero e proprio gruppo unito, professionale, che avesse come obbiettivo quello di far conoscere il meraviglioso mondo della Danza Orientale al pubblico occidentale. Prima di allora organizzavo sempre piccole esibizioni con tutte le allieve della mia scuola, ma nel 2010 mi è venuta la voglia di fare un piccolo salto di qualità, così ho scelto le allieve che seguivano le mie lezioni con più costanza, le ho riunite e ho fatto loro la proposta. Nel mio gruppo ci sono state componenti diverse, alcune sono andate via, altre sono subentrate negli ultimi anni… Il principio rimane sempre quello di proporre uno spettacolo diverso, dove viene messa in risalto la vera essenza della danza che insegno, dai brani eseguiti come solista su improvvisazione, peculiarità della danza orientale, a quelli eseguiti in gruppo con l’utilizzo di vari accessori che impreziosiscono le coreografie.

 

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La Sardegna e il popolo dei Shardana: quanto di tutto ciò è presente nelle tue coreografie?

Nelle mie coreografie la Sardegna è naturalmente presente nelle componenti del mio gruppo, in quanto ne fanno parte solo allieve (e presto spero anche allievi!) sarde. Nel repertorio coreografico del nostro spettacolo sono sempre presenti richiami alla mia Terra con brani di artisti sardi fra cui quelli di una delle mie cantanti preferite, Marisa Sannia. Danziamo poi su brani dei Janas, e ho in progetto di danzare anche sulle musiche di Paolo Fresu. Il popolo dei Shardana è presente nel nome che ho voluto dare al mio gruppo. Volevo dedicare almeno una parte del nome alla mia Terra, che io amo profondamente; inoltre in quei tempi mi capitava spesso di sentire racconti sul popolo dei Shardana e delle loro probabili origini sardo/arabe, e così ho unito la parola araba “raqs”, che significa danza, con “shardan”, per concentrare in un unico nome orecchiabile l’obbiettivo di questo gruppo.

 La tua insegnante di riferimento in Italia è Aziza Abdul Ridha, cosa hai appreso da lei?

Dalla mia maestra Aziza, conosciuta a Torino nel 2005, ho imparato prima di tutto la precisione e la pulizia tecnica dei movimenti. Negli anni mi ha insegnato la giusta postura da tenere e mantenere in tutti i passi, la disciplina, il tenere le linee nelle coreografie di gruppo, mi ha aiutato e mi aiuta tuttora a tirare fuori la grinta durante le performance. Grazie a lei sono inoltre maturata nell’insegnamento. Nel 2008 ho dato il mio primo esame di insegnante di danza orientale con in commissione Aziza e il suo Maestro Mo Geddawi, e quella per me fu una grande occasione di crescita: era un esame tosto, durato quattro giorni con prove scritte, orali e naturalmente pratiche. Ho imparato molto da quella esperienza, e imparo sempre qualcosa di nuovo in ogni aggiornamento annuale. Non dimentichiamo poi che grazie ad Aziza, in Italia, tutte noi danzatrici e insegnanti abbiamo l’opportunità di studiare ogni anno con maestri di altissimo livello all’interno del Festival da lei ideato nel 2001, il Festival “Stelle d’Oriente”. Aziza è stata la prima a portare questo tipo di evento in Italia: un’opportunità di studio incredibile, dove si apprende tantissimo non solo dai workshop ma anche dagli spettacoli serali. Nel 2013 e quest’anno ho ricevuto da Aziza l’invito per danzare come ospite del suo Festival… Porto ancora i segni dell’emozione!

 

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Danza del ventre, benessere ed equilibrio dei Chakra. Ci puoi spiegare questo legame?

La danza del ventre utilizza ogni singola parte del corpo, dalla testa ai piedi, inclusi quei muscoli di cui ignoriamo l’esistenza! Man mano che entriamo in contatto con questa danza, la nostra capacità di concentrazione aumenta, acquisiamo una percezione migliore del nostro corpo e una maggiore sicurezza in noi. Ma non è tutto: la danza del ventre non agisce soltanto nella sfera psico-fisica di chi la pratica, ma interessa anche il suo campo energetico, attraverso la stimolazione dei Chakra. I Chakra sono centri energetici che ricevono e distribuiscono a tutti i livelli dell’individuo (corpo, mente e spirito) il flusso della forza vitale a cui ogni essere vivente dell’universo è connesso. I Chakra principali sono sette e sono convenzionalmente posizionati lungo l’asse della colonna vertebrale. La condizione di ogni Chakra riflette lo stato della zona corporea corrispondente.Quando tutti e sette sono in equilibrio, il corpo funziona perfettamente e a ritmo con lo spirito. Quando sono bloccati, possono creare delle disfunzioni emotive e fisiologiche. La sollecitazione dei chakra dovuta alla danza orientale lascia fluire l’energia liberamente, armonizzando gli squilibri che si creano in determinati ambiti della nostra vita e della nostra personalità. Nel mese di gennaio ho organizzato a Sassari un seminario di riequilibrio dei Chakra in collaborazione con la dott.ssa Arianna Mendo, esperta in questo campo. Lei ha insegnato delle tecniche vocali, mentre io ho abbinato movimenti specifici della danza del ventre. E’ sempre interessante vedere come si possa stimolare ogni singolo chakra con la danza del ventre. A fine seminario, tramite la misurazione con la radioestesia, abbiamo potuto constatare che tutti i Chakra delle partecipanti erano effettivamente riequilibrati. Provare per credere! Abbiamo in programma di ripetere il seminario sia a Sassari che in altre sedi.

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Sei stata a Torino sul palco con Shakira… Quante emozioni?

Tante, tantissime! Sono fan di Shakira da più di dieci anni ormai, e fortunatamente finora sono riuscita a vedere 2 suoi concerti dal vivo in Italia rigorosamente in prima fila. Lei è stupenda! Oltre ad essere il motivo per cui mi sono innamorata per la prima volta della danza del ventre, la adoro per la sua spontaneità, simpatia e talento. Adoro i testi delle sue canzoni, soprattutto di quelle meno conosciute. Nelle tappe del suo ultimo tour del 2010 sapevo che ad un certo punto avrebbe fatto salire sul palco tre o quattro ragazze scelte a caso. Io, così come credo tante altre fans, speravo che il caso capitasse anche su di me… e così è stato! Sono stata l’ultima delle quattro ad essere salita sul palco, dunque ho perso i primi istanti in cui le altre ragazze hanno potuto abbracciarla e presentarsi a lei. Ma ad ogni modo c’ero anch’io, su quel palco, Shakira di fronte a me, bellissima!! Un’emozione indimenticabile documentata non solo in un video che si può visionare tuttora su YouTube, ma anche da foto apparse nei quotidiani “La Stampa” e “il Corriere della sera”, usciti il giorno dopo il concerto. Ricorderò per sempre quei momenti!

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Cosa si nasconde dietro lo sguardo di una donna che si muove attraverso la danza del ventre?

Se lo sapessi sarei chiaroveggente! Scherzi a parte, una donna che danza ha sicuramente necessità di comunicare qualcosa, di esprimere i suoi sentimenti più intimi e, perché no, anche di osare! Credo che spesso dietro lo sguardo di una danzatrice del ventre ci sia un mondo enorme fatto di trasformazione, sicurezza in sé, voglia di dimostrare l’essere donna in tutto e per tutto, ma anche spensieratezza, gioco, armonia.

La danza del ventre racchiude il linguaggio della femminilità… Accompagnaci alla scoperta di questo mondo affascinante e senza tempo…

Una donna che danza esprime se stessa e la danza del ventre è il linguaggio della femminilità a partire dai tempi antichi, quando danzarla era un rito di buon auspicio per la maternità. Oggi come oggi, già il semplice scoprire l’ombelico, per molte donne è un atto di coraggio. Nell’ombelico risiede la zona dove concentriamo le nostre emozioni, i nostri blocchi e le nostre paure. Con i movimenti della danza del ventre possiamo finalmente liberarci e anche le donne che all’inizio sembrano poco disposte a questa apertura, scoprono i benefici di questa danza meravigliosa e se ne innamorano. Vorrei anche precisare che la danza del ventre é una danza sincera, ciò che si prova in quel preciso istante durante la performance è tradotto esattamente nel modo in cui la danzatrice si muove. E’ la danza delle emozioni!

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Può l’abito di scena aiutare a comunicare?

Assolutamente sì. Spesso ammiro le mie allieve trasformarsi dopo che indossano l’abito di scena. E’ un po’ come fare lezione con la tipica cintura fatta di medagliette o senza cintura: indossarla aiuta un po’ a entrare nel personaggio. E così fa anche l’abito di scena, che essendo indossato durante le gare o esibizioni dà quasi la facoltà di essere più sicure, più brave, più belle e più libere di potersi lasciare andare.

 

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Cosa significa per te condividere con le tue compagne la passione per questo ballo?

Non c’è cosa più bella che condividere le proprie passioni. Per me condividerla con le mie compagne è una fortissima emozione, perché mi sento parte di un qualcosa di grande e magico. Gioire nell’ascoltare le stesse canzoni e danzarle in compagnia è sempre una grande festa! Credo che non esisteranno mai persone che rimangono indifferenti di fronte al fascino di questa danza stupenda, e danzarla in gruppo è un esplosione di magia e gioia.

 

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 Cosa nel ballo traspare della tua personalità?

Nonostante la mia timidezza, nel ballo traspare sicurezza e totale agio nell’essere al centro dell’attenzione.Ciò che fa parte della mia personalità è la solarità, la determinazione, la pignoleria ma anche un pizzico di spensieratezza, e sono aspetti che nella mia danza si manifestano tutti. Come già detto, è una danza che libera, che fa uscire fuori qualcosa di noi, sempre. Mi aiuta molto soprattutto nei periodi più bui, è come un reset: mi riporta a uno stato di equilibrio, e quando la danzo torno a essere in pace con me stessa.

Hai un consiglio per le nostre lettrici che vorrebbero avvicinarsi a questa disciplina?

Il mio consiglio è quello di lasciare a casa scarpe, freni inibitori e giudizi. Tanto di quelli ne è piena la vita quotidiana. Per potervi accogliere a braccia aperte è necessario che prima di tutto facciate voi un piccolo sforzo: osate! Il resto poi vien da sé con la musica, lo spirito di gruppo che si crea con le altre compagne, i risultati benefici nella tonificazione anche di quei muscoli di cui avevate dimenticato l’esistenza e nel benessere generale. Fidatevi di me, questa danza è magica! E ricordatevi comunque che la danza orientale è anche una danza sportiva, e come tale necessita di costanza, impegno, disciplina e duro allenamento soprattutto in prossimità delle gare.

 

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Sarai l’unica  ballerina italiana nel cast di  “Alice in Wonderland” che si svolgerà il primo Maggio in Sud Africa. Come vivi questo successo? 

E’ un sogno che si realizza: si chiama BDE, che sta per Bellydance Evolution, un progetto ideato dalla master teacher internazionale Jillina Carlano, nonchè la mia ballerina e insegnante preferita da sempre. Il suo progetto, nato nel 2009, consiste nel portare sul palcoscenico un innovativo spettacolo teatrale dove la danza orientale viene esplorata, celebrata e re-immaginata in chiave moderna per entusiasmare sia il grande pubblico che gli appassionati di danza del ventre. Il progetto prevede un cast fisso che si esibisce in un tour mondiale; per ogni tappa Jillina seleziona inoltre una quindicina di ballerine provenienti da tutte le parti del mondo che completano il Cast. Io ho partecipato a diverse audizioni e ho vinto quella che farà tappa a Johannesburg! Sono l’unica italiana nel Cast che il primo maggio 2015 porterà in scena per la prima volta in Sud Africa questo incredibile spettacolo, che in questa edizione racconta la storia di”Alice in Wonderland”.  E’ un sogno che si realizza dopo diversi anni in cui rimandavo sempre la mia partecipazione ai Casting. Non mi sentivo mai all’altezza, il che fa un po’ parte del mio carattere, e poi ho “osato”, praticando su di me i consigli che dò sempre alle mie allieve. E ho vinto! Sono molto emozionata e non vedo l’ora di partire!

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