Lea, nella sua musica tutta la sua forza e la fragilità

cover cd lea

 

 

Lea si avvicina alla musica da piccolissima infatti a 6 anni inizia lo studio della chitarra classica che la porta a diplomarsi a19 anni al Conservatorio di S. Pietro a Maiella di Napoli. Nonostante il background classico, ben presto si appassiona al rock passando dalla chitarra classica a quella elettrica e dopo qualche tempo forma il suo primo gruppo rock gli “Heavy Rain, con il quale fa le sue prime esperienze live in molti locali della Campania. Nel 2010 vince il Premio per la Miglior Composizione alla 6° edizione del Premio Bianca d’ Aponte. Nel 2013 vince anche come miglior interprete alla 9° edizione sempre del Premio Bianca d’Aponte, è arrangiatrice dei suoi brani oltre che autrice di testo e musica, laureanda al DAMS presso la Seconda Università di Tor Vergata,  è un’artista a tutto tondo e oltre la musica ama la letteratura e l’ arte contemporanea.

E’ appena uscito il primo cd inedito della rocker campana Lea che reca come titolo semplicemente il suo nome. L’ album, presentato lo scorso 14 Febbraio in un gremitissimo Teatro delle Palme di Napoli, è edito da Hammer Music, ed è ordinabile anche tramite email all’ indirizzo info@hammermusic.it oltre che acquistabile nei migliori store digitali.

Rivista Donna l’ha incontrata per voi…

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Ben trovata Lea, parliamo del tuo nuovo album, che potremmo anche intitolare la 4 stagioni di Lea, perchè le troviamo tutte, stagioni intese come diverse colorazioni dell’ anima….

Bentrovati a voi! Naturalmente la presenza di tutte e 4 le stagioni non è casuale, ho dedicato una canzone ad ognuna di esse perchè la scrittura è iniziata in autunno ed è terminata in estate per tutti i 4 anni che ho impiegato a comporre l’album e per questo ho voluto che lasciassero un’ impronta indelebile in qualche modo.

Il brano che fa dai traino è Senza estate, ovvero, l’amore ai tempi dei social: ci spaventa così tanto la realtà ?

Più che spaventarci dobbiamo imparare a convivere con i nuovi media senza farcene risucchiare, poiché oggi tutto è filtrato dal mondo social che, per quanto divertente e utilissimo, spesso ci fa dimenticare quanto la vita reale sia fatta di rapporti occhi negli occhi e condivisioni di sensazioni vere e non dettate da un click.

Voce calda e graffiante, la tua: la grinta, in una donna, è spesso un’arma a doppio taglio, perchè non ammette debolezze nè fragilità: sei d’accordo cono questa mia affermazione?

Mah, pur sentendomi piena di energia positiva e grinta mi sento anche una donna fragile, sono umana, scrivo canzoni dettate da emozioni molto forti. E per questo non credo che una cosa debba escludere l’altra nel modo più assoluto.

Napoli e Lea: dove finisce Napoli ed inizia Lea, e viceversa…

Non ci sono nè fini nè inizi, la passionalità e la forza travolgente del sud mi appartiene, ci sono cresciuta, è dentro di me.

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La musica ti prese da bambina: a 9 anni ti appassionasti alla chitarra.. Chi ti incoraggiò, nel tempo?

Devo correggerti, a 6 anni! La mia fortuna, paradossalmente, è stata quella di ricevere un incoraggiamento costante ma silenzioso da parte dei miei genitori, che hanno sempre lasciato fare a me, probabilmente perchè percepivano la mia estrema curiosità nei confronti della musica.

Quanto c’è di autobiografico nel tuo lavoro discografico?

Tantissimo, non a caso l’album porta il mio nome, sono io totalmente, con la mia forza, le mie fragilità e soprattutto con il mio punto di vista sulle cose.

In che stagione ti senti, in questo momento della tua carriera?

Senza alcun dubbio In “uno splendido inverno”!

Bellissima accoglienza per la presentazione del tuo album, il 14 febbraio 2016, al Teatro della Palme, a Napoli: la tua città è con te…

Napoli mi ha accolto in un abbraccio caloroso, considerando poi che le mie origini non sono napoletane essendo io di Scafati, ma il meridione ha una generosità e una solidarietà per l’arte unica. Una serata fantastica, non potevo sperare in un inizio migliore.

Partiamo dal titolo di una tua canzone, Mi rifaccio il trucco: quanto è difficile rifarsi il trucco, dopo una delusione?

Molto, quando si è dato tanto è così, la delusione è proporzionale all’investimento personale, ma l’importante è capire che non dobbiamo più sprecarci, la consapevolezza dell’onestà dei propri sentimenti aiuta tantissimo.

Un altro tuo brano si intitola Non ho più regole: davvero non ne hai più nemmeno una?

Ahaha! In realtà ne ho poche ma buone!

Lascia un messaggio ai nostri lettori.

Come dico sempre alla fine dei miei concerti, non lasciatevi convincere da nessuno che una cosa difficile sia una cosa impossibile da realizzare e soprattutto tenetevi stretti i vostri sogni sempre. Ciao!

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Intervista di Ilaria Grasso

Foto  di Giuseppe Barbato

Responsabile comunicazione Laura Gorini