Cristina Caboni : “La custode del miele e delle api”

Cristina Caboni è una apicoltrice, una mamma, una moglie, una scrittrice nata e cresciuta in provincia di Cagliari. Autrice del romanzo “La custode del miele e delle api” il suo secondo romanzo, dopo  “Il sentiero dei profumi”,  ha conquistato le classifiche italiane e straniere. Vive a contatto della natura, occupandosi di ciò che le piace e ama: i profumi, la lentezza, la qualità della vita.

RivistaDonna l’ha incontrata per voi…

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Cristina Caboni (foto di Cosimo Maffione)

 

Cristina vivi a contatto con la natura nell’azienda apistica di famiglia. Raccontaci qualcosa del meraviglioso mondo delle api.

Le api vivono tra i fiori, nutrendosi del loro nettare, favorendo la biodiversità, e proteggendoli. Il loro è un patto vincente, custodi della natura e dell’ambiente. Insegnano il segreto della vita da millenni, e con il loro dolce ronzio inducono alla calma. Vivono donando felicità a chi si ferma a guardarle, e producono ciò che è considerato il cibo degli dei. Ma cosa fondamentale, senza il loro prezioso contributo non ci sarebbe cibo, perché occupandosi di impollinare i fiori, garantiscono i frutti. Senza non ci sarebbe vita.

Cosa significa per te essere un’apicultrice?

Vivere a contatto della natura, occupandomi di ciò che mi piace e amo: i profumi, la lentezza, la qualità della vita. Queste sono tutte cose che ho imparato da questo mestiere che sconfina nel sentimento.

Sono molte le donne in questo settore professionale?

Sì, perché è un lavoro dove la pazienza gioca un ruolo fondamentale. Bisogna essere pratici, adattabili, e fatalisti. E queste sono virtù che le donne possiedono in abbondanza. Essere apicoltori significa avere passione e dedizione per il proprio mestiere. E viverlo con un senso di profonda spiritualità.

A proposito di api il tuo secondo romanzo si intitola “La custode del miele e delle api” come è nata l’idea di questo romanzo?

Una mia prozia cantava per le api, e nei miei racconti di bambina ho sempre visto questa figura bellissima. Di lei c’è sempre stata memoria nella mia famiglia. Volevo raccontare del mio mondo e della mia terra, e di quanto le tradizioni siano fondamentali per vivere un futuro pieno di soddisfazione e consapevolezza.

 

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Quanto c’è di autobiografico?

Io e Angelica Senes condividiamo alcune idee sulle api. Quello che lei racconta, il suo modo di vedere la natura, è un po’ anche il mio.

Miele di corbezzolo, di timo, asfodelo, acacia, ecc. quali profumi e proprietà sono legati a queste differenti qualità di miele?

Ogni capitolo si apre proprio con l’analisi sensoriale dei mieli. Ci sono anche ricette e tante curiosità, perché il miele non è semplicemente un alimento, ma un mondo complesso e affascinante. D’altronde è lo specchio del territorio da cui nesce. In lui c’è l’acqua, il sole, il terreno, i fiori, e dunque l’anima del luogo.

I profumi e il miele un legame speciale…

L’uno è imprescindibile dall’altro. La prima cosa che si fa quando si vuole conoscere la tipologia di un miele, è annusarlo. Perché il profumo racchiude messaggi, e lui stesso un linguaggio. E i fiori comunicano con le api attraverso il profumo. Sempre lui governa l’alveare, attraverso la regina delle api.

I profumi sono i protagonisti del tuo primo romanzo “Il sentiero dei profumi” cosa rappresentano per te i profumi?

Un mondo ricco e affascinante, una sottile forma di comunicazione, la possibilità di conoscere ciò che altrimenti ci sfuggirebbe. Perché il profumo sollecita il nostro io più recondito e segreto, mostrandoci aspetti di noi, e di ciò che ci circonda che prima non avevamo preso in considerazione.

 

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Cristina Caboni (Foto di Cosimo Maffione)

 

 

Un profumo che mette calma e serenità è ….?

Quello degli agrumi, della vaniglia, della lavanda. Ma io consiglio a tutti di farsi un regalo, e prendersi il tempo per scoprirle da sé queste cose. Magari trascorrendo qualche ora in una profumeria artigianale, una di quelle che prepara profumi su misura.

Nel tuo lavoro di apicultrice e scrittrice c’è sicuramente un forte legame alla Sardegna e ai meravigliosi doni che ci dona attraverso al natura. C’è qualcosa che a parer tuo bisognerebbe fare per valorizzare ulteriormente questo ricco patrimonio?

Trovare un equilibrio tra le necessità dell’uomo e quelle della natura. In fondo il modo migliore è proteggersi l’uno con l’altro e progredire insieme. Evitare il consumo delle risorse, restaurando ciò che c’è, valorizzando le eccellenze, e investendo su ricerca e sviluppo sostenibile. Non si può trascurare un aspetto a discapito dell’altro, perché così si inizia un conflitto, invece la cosa più importante è l’equità. Gli uomini hanno convissuto pacificamente con la natura per millenni, ma solo di recente alcuni di loro hanno iniziato a divorare ogni cosa in nome di un profitto folle. Là dove prendi e basta, poi non resta più nulla.

Con l’avvicinarci della stagione estiva quale è il miele più indicato in questo periodo per accompagnare un piatto o un aperitivo tra amici?

Consiglio un asfodelo, o sulla e trifoglio. Ma anche un miele di acacia…e mi fermo perché potrei continuare per ore. I mieli sono tantissimi, quante le fioriture nettarifere. Anche per loro vale la pena di farsi un’opinione personale, esplorandoli e cercando quello giusto.

Un progetto futuro?

Sto scrivendo una nuova storia a cui tengo molto. Spero di potervene parlare prestissimo!