ELISA MELE DALLA AMATA SARDEGNA, ALLA NEBBIA PADANA, SINO ALLA COSTA DEL SOLE D’AUSTRALIA

 

Una storia semplice di emigrazione quella di Elisa Mele, 31enne, giunta in Australia qualche anno fa per inseguire un sogno, che non è prettamente legata alla famigerata “fuga dei cervelli”, ma come coronamento di un desiderio d’amore e di riscatto interiore.

Nata ad Oristano e cresciuta a Solarussa, nel paese della Vernaccia e de sa cancioffa, Elisa  è molto legata non solo alla sua famiglia ma anche a “su bixinau”  che rappresenta quel tessuto sociale tipico dei paesini di Sardegna.

Elisa.
Elisa.

Nonno Aurelio ha fatto la guerra in Russia, nonno Salvatore in vigna mi ha insegnato a conoscere la luna e la natura, nonna Maddalena a essere commerciante (aveva la bottega e per quei tempi era un grande ruolo soprattutto perchè lei non faceva soldi bensi segnava nel libretto e la gente pagava quando poteva), nonna Agata mi ha insegnato la forza d’animo spiegandomi cosa sia su famini, la malaria”.

A 18 anni, terminate le Magistrali con indirizzo linguistico, Elisa lascia l’isola e raggiunge Padova per frequentare l’Università dove ha vissuto nove anni sull’asse Venezia – Cagliari tra il freddo e nebbioso nord est e i colori dell’isola.

Al test di ingresso in fisioterapia sono arrivata 202 su 1800, e di posti ce ne erano 20. Che fare? Volevo conoscere di più il mondo. Ho scelto Relazioni Internazionali e Diritti Umani e nuove opportunità mi si sono aperte.”

Così è riaffiorato il fascino per le migrazioni e i migranti anche grazie agli studi e gli approfondimenti in Sociologia.

Non sono mai rimasta senza occupazione, mi son sempre adattata e ho anche rivestito ruoli importanti che avevano creato la figura de ‘La Dottoressa Mele’ a Padova come fare la Coordinatrice di un Istituto di preparazione Scolastica tra i miei 24 e 27 anni. Prima di lasciare l’Italia lavoravo, in uno degli studi penali migliori di Padova. Ma scalciavo, mi annoiavano di fronte a quei discorsi tristi e tetri. La crisi più che economico-lavorativa era di crescita personale.

Così è arrivata l’Australia, il Queensland.

Poche settimane e il nord Italia era solo un ricordo.Ho guardato il grande continente australiano e ho puntato il dito su Brisbane. Il mio tutore in Sociologia mi ha sempre raccomandato di valorizzare le particolarità di noi sardi e la nostra capacità di creare una rete sociale. Ho cercato in internet “circoli sardi Australia” e con grande entusiasmo ne ho scoperti ben 4! Li ho contattati tutti, ma andando a Brisbane sono entrata in contatto col l’associazione “Ulisse Usai” presieduta da Fausto Zanda”.

Elisa è stata ben accolta nel Queensland partecipando attivamente agli eventi che sia il circolo che la città organizzavano.

Sin da subito volevo sapere tutto di loro e di questa terra affascinante. E poi con gli emigrati sardi posso ancora sfoggiare il mio animo campidanese, parlando in limba. Ogni incontro è una festa. Mi piace poi ascoltare i racconti di coloro che hanno lasciato la Sardegna”.

La passione per la scrittura e gli studi di ricerca sociologica hanno portata Elisa a creare una pagina facebook  “Il tempo della Mele” dove racconta episodi e particolarità della vita in Australia. Ha mantenuto contatti con dei professori dell’università  a cui racconta le osservazioni sociologiche su questa  terra. 

Elisa e il marito Sean.
Elisa e il marito Sean.

Ho in progetto di scrivere dei sardi nel Queensland le cui storie sono purtroppo assenti dai libri di scuola:  qui hanno contribuito a far crescere il tessuto sociale del territorio. Ed un secondo progetto è prettamente legato al circolo “U.Usai” di Brisbane su cui stiamo pensando di scrivere un libro sulle analogie tra le due antichissime culture Sarda e Aborigena Australiana.

“In Australia Elisa Mele ha stretto una grande amicizia con Stefania Zara Kleynendorst originaria di Santa Giusta, a Brisbane da 6 anni.

Stefania è fotografa ed Elisa ogni tanto si presta a farle da modella. In qualità di scrittrice, Elisa per la mostre fotografiche, scrive le descrizioni in inglese. La loro passione comune è quella di documentare tramite le parole e le immagini, storie di vita, culture e tradizioni.  Per sbarcare il lunario Elisa ha provato a fare di tutto sino ad arrivare a lavorare alla reception di un Villaggio Vacanze. E’ anche  la responsabile dal punto di vista info-turistico della struttura curandone l’aspetto sui social network.

E realizza anche siti internet. In questo lasso di tempo ha conosciuto Sean, rinomato chef a Brisbane molto apprezzato anche dagli emigrati sardi dell’associazione, che è poi diventato suo marito.

Parlando del matrimonio, un velo di tristezza avvolge Elisa: Ci siamo uniti in matrimonio e io ero da sola perchè le persone della mia vita precedente in Italia non potevano venire qui. Una cerimonia in inglese, semplice, con la consapevolezza di poter tornare nell’isola un giorno e ‘ricreare’ ad hoc un matrimonio con tutte le nostre tradizioni. La presenza alla cerimonia di Fausto e Pina Zanda è stata simbolica per me: rappresentavano le mie origini”.

E ancora: Dalla macchia mediterranea al bush australiano. Vivo con mio marito in una biddighedda di un migliaio di abitanti, a 150 metri dalla riva dell’Oceano ben diverso dal Mar di Sardegna. Solo alberi e vegetazione intorno e animali selvatici anche pericolosi. La zona è rurale e il lavoro stagionale è limitato al settore turistico.”

Chiedo a Elisa della Sardegna. Ci solo tornata una volta, troppo costoso il viaggio e troppo costosa la vita qui per me. Tutti volevano sapere che occupazione avessi nella lontana Australia, perchè il successo è misurato da alcuni a seconda del tipo di lavoro che svolgi.”

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Il sogno di Elisa è quello di far conoscere le sue radici a Sean: le sagre paesane, le spiagge tipiche e nascoste, i profumi della natura e i sapori della cucina. Elisa per la complicate burocrazia australiana, ha il divieto di lasciare quel Continente ed è in attesa di avere i requisiti necessari per poter viaggiare con il marito ed aver la certezza poi di poter rientrare. Le leggi sulla migrazione sono molto restrittive e ben controllate. “Non penso di tornare a stabilirmi in Sardegna – dice – ma vorrei creare una sorta di ponte che permetta a me e mio marito di stare 6 mesi in Australia e 6 mesi a casa mia. Sono a Brisbane da tre anni e la mia storia è semplice, non di un super successo lavorativo ma di una serenità interiore ricercata ed ottenuta nel posto più lontano da casa mia. Sono diventata abitante del mondo e sono felice così”.

Elisa da qualche mese è mamma di una splendida bimba sardo-australiana

 

RivistaDonna ringrazia Massimiliano Perlato per l’articolo e la gentile collaborazione.