Una vita da Scienziata: la ricerca tutta al femminile

Gli scatti, del fotografo Bruneaum, alla lotta contro gli stereotipi

Scienziata-MariaPiaAbbracchio-RivistaDonna.com
Maria Pia Abbracchio

Maria Pia Abbracchio, sorride la microscopio: la farmacologa ha scoperto le staminali dormienti che possono rigenerare il cervello.

 

 

 

 

 

 

Scienziata-PatriziaAzzi-RivistaDonna.com
Patrizia Azzi

Patrizia Azzi, invece non molla mai il suo computer. le è una fisica che ha contribuito alla scoperta del bosone di Higgs al Cern di Ginevra. 

 

 

 

 

 

 

Scienziata-BarbaraCaputo-RivistaDonna.com
Barbara Caputo

Barbara Caputo appare dietro una bella vetrata color arcobaleno. Lei è conosciuta nel mondo come la “donna che parla ai robot”

 

 

 

 

 

 

Come loro, tante altre scienziate hanno deciso di raccontare la fatica e la bellezza di fare ricerca in Italia.

Sono state immortalate dal fotografo Gerard Bruneau nella sua mostra chiamata: ‘Una vita da scienziata – I volti del progetto #100esperte’.

Questo è un progetto artistico contro gli stereotipi di genere, curato e ideato da Fondazione Bracco.

E’ stato inaugurato oggi, presso il Centro Diagnostico Italiano in Via Saint Bon, Milano.

“La nuova presa di coscienza delle donne in tutte le parti del mondo è una straordinaria leva di cambiamento sociale e politico, ma c’è ancora molta strada da fare”, sottolinea Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco. “In questa direzione si muove anche il progetto 100 donne contro gli stereotipi, nato prima come una piattaforma, poi con un libro e ora con una mostra di ritratti di alcune di loro che hanno accettato di mettersi in gioco, talvolta in modo spiritoso nei confronti della loro professione”.

Donne professioniste, amanti del loro lavoro.

Biologhe, chimiche, farmacologhe, ingegnere, astrofisiche, matematiche, chirurghe, paleontologhe, informatiche.

Scienziata-RivistaDonna.com

Queste sono solo alcune della professioni che conducono queste donne ai massimi livelli, delle scienziate fotografate da Bruneau.

Il fotografo infatti racconta la sua esperienza:

“Ho trovato grandi donne, anche quando piccole e fragili di aspetto, che hanno avuto la forza e la capacità di affermarsi e di conquistare spazi di rispetto, di responsabilità e direzione in un mondo così difficile, ancora fortemente androcentrico, diffidente, discriminante”..