Ambiente: Roma, il seminario Rotary su cambiamenti climatici, sostenibilità e innovazioni

A Roma il 9 febbraio presso la sala del Convitto Nazionale di Roma i giovani dell’Interact Rome International (Rotary International) hanno tenuto un seminario per la salvaguardia del Pianeta Terra

Seminario-Ambiente-RivistaDonna.com

Roma, 12 febbraio 2019 – E’ una guerra di distruzione, in cui le cieche logiche del potere e dell’economia stanno divorando se stesse. L’allarme è stato dato ieri, se per ieri si intendano alcuni decenni. Oggi la distruzione è in attoLa terra, l’acqua e l’aria sono già ammalate. Già insufficienti.

La sala è gremita di giovani. Rappresentano la generazione che sta per ereditare il pianeta con le conseguenze di quanto finora  fatto a danno dell’ambiente. Fra le altre  ‘i cambiamenti climatici ‘.

L’Interact  Rome International  – con la collaborazione del Rotary Club Rome International  e di Global Action – ha voluto dare vita a un Seminario sul Pianeta Terra. Argomenti: Cambiamenti climatici, sostenibilità e  innovazioniche ci danno una fotografia della situazione attuale  e portano a nostra conoscenza alcuni degli strumenti  disponibili per la  prevenzione. 

Man mano che la Conferenza procede, emergono pesanti problematiche. I governi, gli esperti di settore, le aziende e gli utenti finali, tutti dovrebbero mettersi in gioco e collaborare per uno sviluppo sostenibile che, se vorrà avere qualche possibilità di successo,  dovrà  coniugarsi con le logiche economiche dell’industria. 

Viene ricordato un recente discorso del Segretario Generale ONU Antonio Guterres: “Siamo stati avvertiti ma non abbiamo ascoltato. Ora non c’è più tempo. Ogni giorno che passa ci porta più vicino ad un Fato che nessuno vuole”. 

L’effetto-serra è il processo per cui il calore prodotto dalle radiazioni che colpiscono la superficie terrestre non viene disperso nell’atmosfera, ma provoca il surriscaldamento dell’ambiente. Processo che oggi vede in atto vari fenomeni  ad esso correlati:  anomalie nelle temperature e nei fenomeni atmosferici, innalzamento degli oceani, carenza di cibo, effetti nocivi sulla salute, per citarne solo alcuni.

Fabrizio Bresciani ci ricorda che, purtroppo, è già stata fortemente danneggiata l’intera area asiatica, una delle maggiori riserve per il nutrimento del pianeta. Le piogge, in forte diminuzione, rendono i terreni sempre più aridi. I nostri attacchi al sistema-pianeta hanno creato necessità d’acqua, aumento dei cicloni e innalzamento del livello del mare, il cui sale brucia  i territori che sommerge. Da questi dissesti ne escono danneggiati soprattutto i raccolti di grano e riso. L’Asia sta subendo duri colpi: il delta del Mekong è devastato dalle alluvioni e dalla salinizzazione. Le torbiere, ricche di biodiversità e supporto per l’alimentazione di comunità locali, si stanno degradando. 

Grande accusata, come sempre, l’anidride carbonica (CO2), e con essa l’insensata politica economica e agricola che le ultime generazioni  hanno condotto e stanno ancora conducendo.

Potremmo però ancora tentare di rimediare tramite nuove tecnologieinfrastrutture mirate e nuove istituzioni ad hoc. Un esempio pratico del cammino da percorrere è la creazione di semi resistenti alle alluvioni: “un primo esperimento con il riso ha avuto successo  – spiega Bresciani – ma non è semplice come si possa pensare: il nuovo cibo deve conservare i principi nutritivi, deve avere un buon sapore, deve essere resistente alle temperature e alle alluvioni e infine deve essere competitivo sul mercato. Cosa non facile, visto che le ricerche sono molto care”. 

Ci sarà bisogno, nel prossimo futuro, di distribuire su enormi estensioni di terreno piccoli serbatoi d’acqua adatti alle economie locali. Dovremo costruire dighe per sottrarre la terra al mare che si innalza, come fanno gli Olandesi  dagli inizi del 1900.

Se vogliamo salvare il Pianeta dobbiamo costruire sistemi informativi locali di precisione per l’allarme inondazioni e altri cataclismi come pure scuole dedicate alle materie connesse al clima. I Governi devono recepire che l’agricoltura è il cuore pulsante dell’azione sul clima e che l’agricoltore è il soggetto più esposto e che più va tutelato: perché è lui il primo a subire gli effetti  delle politiche agricole sbagliate. I Governi  devono ricordarsi che, alla fine della catena produttiva, vi sono singoli uomini che non vanno lasciati soli né abbandonati; vanno piuttosto  coinvolti, istruiti, tutelati.

La denuncia prosegue. Nella soluzione dei cataclismi sopra descritti, è investito appena il 10% di quanto sarebbe necessario. I Governi,  le aziende e tutti gli stakeholders devono prendere coscienza che se vogliono continuare a far profitti e guadagnare, devono investire nel futuro del pianeta, nel benessere della catena produttiva. Dobbiamo riuscire a mobilitare non solo i Governi ma anche i Grandi Donatori e le Agenzie di Sviluppo.

Samuel Varas fa una breve carrellata di come l’innovazione  digitale, protagonista dei nuovi scenari, possa essere usata: monitoraggio del clima dallo spazio; portale dedicato alla produttività dell’acqua; sistema-indice di stress climatico. Zeng Meng  interviene profilando la necessità di  applicazioni per i cellulari – che specialmente gli agricoltori possano consultare con facilità – dedicate alle condizioni atmosferiche e ai raccolti; la necessità di creare un calendario dei raccolti, corsi di insegnamento digitale per far fronte ai mutamenti climatici; droni per il monitoraggio e la prevenzione dei danni apportati dalle locuste.

Non potremo sbaragliare la fame nel mondo se non sbarreremo il passo al disordine climatico. 

Interessante la visione profilata da Marcorelli e Molina sull’ultimo ma non meno importante argomento presentato a chiusura del Seminario: il riciclaggio degli scarti provenienti dai vari tipi di plastica per la produzione di nuova energia. La Get Energy Prime Italia da anni investe nella ricerca di procedimenti di lavoro  meno inquinanti. Oggi riesce a lavorare con il 40% in meno della energia riducendo quindi, a monte, l’inquinamento dovuto al procedimento stesso.  

Peccato che il tempo che avevamo per prepararci sia scaduto: siamo già all’indomani. I temuti cataclismi  già sono in atto. Ora dovremmo entrare in azione. Subito.

A chiusura vogliamo rendere onore ai giovani dell’Interact Rome International e alla loro presidente Valeria che, in apertura di Seminario, ha brevemente illustrato il piano d’azione del Club per l’a.r. 2019-20. L’Agenda del Club Interact include la  collaborazione con un’Ambasciata per  la Formazione Diplomatica (quest’anno l’aiuto è  prestato  dall’Ambasciata di Norvegia) e un NIMUN2 (Netherlands & Italy Model United Nations) che si sostanzia nella  simulazione dei lavori delle Nazioni Unite in cui il ruolo degli ambasciatori è interpretato da studenti . 

NOTE SUL SEMINARIO:

Organizzazione:  Interact Rome International con l’ausilio di  Rotary Club Rome International e Global Action 

Oratori: 

SHI Jiaoqun, Deputy Permanent Representative, Counselor Permanent Repr. of the People’s Republic of China to the UN; 

Fabrizio Bresciani, Lead Economist, Asia and Pacific, International Fund for Agricultural Development (IFAD);

Dilva Terzano, Environment and Natural Resource Management Specialist, Int. Fund for Agricultural Development (IFAD);

Samuel Varas, Director of IT Division & Chief Information Officer (CIO), Food and Agriculture Organization of the UN (FAO);

Zeng Meng, Digital Strategy and Innovation Specialist,  Food and Agriculture Organization of the UN (FAO);

Gianluca Marcorelli, CEO, Get Energy Prime Italia;

David Molina, Production Manager, Get Energy Prime Italia;

Pierfrancesco Torrisi, Vice-President, Global Action and  Diplomacy Education Italia;

  Moderatore:

John D. Stewart, Head of Business Development, Unity Financial Partners.

MUN significa  Model United Nations, ed è sempre preceduto dalle iniziali dei Paesi organizzatori.  Il NIMUN  nasce dalla collaborazione tra Global Action, i Ministeri degli Affari Esteri di Italia e Olandal’Ambasciata d’Olanda e la Missione olandese presso l’ONU a Roma, il KNIR – Reale Istituto Neerlandese in Italia.