Il diritto ad essere ‘ben’ educati

Nel presente contributo ritengo opportuno soffermarmi su un fenomeno diffuso recentemente nelle testate giornalistiche e sui social relativamente alla contestazione di un libro per la didattica adottato in una scuola elementare.
Richiamo brevemente il fatto: si tratta di un testo della didattica adottato da un docente di una scuola elementare, il quale, nell’ambito dello studio del ‘verbo’, sottopone allo studente un esercizio con la seguente consegna:

Cancella il verbo che NON è adatto.

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Ciò che rileva è che i verbi corretti associati alla parola ‘mamma’ erano i seguenti ‘cucina’ – ‘stira’.
Mentre, i verbi associati alla parola ‘papà’ erano: ‘lavora’ e ‘legge’.
Orbene, il fatto così come succintamente esposto è connotato da una particolare gravità.
Innanzitutto, si offre allo studente una visione ed un modello di realtà che non pone le figure genitoriali sul medesimo piano ma relega la madre all’esercizio di determinate funzioni domestiche ed il padre, invece, in una prospettiva totalmente diversa.
Si tratta di una arcaica e – ci si auspicava – superata concezione della donna.
Ciò che è ancor più grave è che tale arcaica visione sia contenuta in un libro di testo della didattica, orientato, dunque, alla formazione degli studenti, alla costruzione della loro personalità ed ad offrire modelli, stereotipi e preconcetti del tutto scorretti e fuorvianti.
In questi verbi, infatti, non v’è importante soltanto l’aspetto grammaticale ma viene posto in rilievo l’aspetto semantico, l’aspetto legato, cioè, al significato del termine che viene associato alle figure del padre e della madre.
È posto, dunque, in evidenza il ruolo della scuola nella costruzione delle future generazioni, le quali non possono e non debbono crescere con una mentalità che abbonda di pregiudizi e preconcetti.
Se così fosse, mai si potrà pensare ad una evoluzione ma si resterà ancorati ad una statica e deprimente concezione della realtà senza consentire alle persone di potersi realizzare come donne e come uomini, nella libertà delle loro personali ambizioni e prospettive di vita.
La formazione e l’educazione non possono contenere pregiudizi.
Bisogna essere educati ad essere liberi di scegliere.
Si è titolari di un diritto ad essere liberi di autodeterminare le proprie scelte individuali senza che le stesse siano imposte da una società in cui, in maniera obsoleta, ancora persistono modelli e prototipi devianti e decisamente scorretti.
Auspico, dunque, che il diritto a ricevere una corretta educazione e formazione sia effettivamente parametro essenziale ed indefettibile al fine di poter almeno immaginare un futuro migliore.

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Avv. Roberto Pusceddu