Ale e Franz: “Nel nostro piccolo” di Aventino Loi

Si chiude il sipario, dopo tre anni, sullo spettacolo della nota coppia teatrale

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Si conclude a Cagliari, dopo tre anni, la tournée dello spettacolo di Ale e Franz “Nel nostro piccolo”. Lo spettacolo è un viaggio, con un punto di vista particolare, nella Milano dei diversi, degli emarginati, attraverso personaggi e scenari delle canzoni di autori importanti quali Giorgio Gaber e Enzo Jannacci. Emerge la città dei primi anni ’60 che da questo punto di vista non è affatto diversa da quella attuale, quasi il disagio non avesse tempo. Gli autori riprendono canzoni quali “el purtava i scarp de tennis” o “La ballata del Cerutti” per ridefinire caratteri e carisma dei loro personaggi.

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Come hanno detto i protagonisti la nostra epoca è popolata da persone che vivono in condizioni precarie ed estreme e forse la differenza, rispetto all’epoca in cui quelle canzoni vennero scritte, è che non si tratta più di persone che hanno fatto una scelta di emarginazione anarchica o si sono trovati a vivere vite difficili. Spesso, ora, si tratta di situazioni che precipitano improvvisamente, che fanno si che un individuo si trovi improvvisamente in situazioni di estremo bisogno. E’ questo il valore che si leva da questo spettacolo. Il grido di dolore di chi non trova voce per urlare il proprio disagio e la propria difficoltà.

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In questo viaggio che attraversa molti temi della nostra vita: la morte, la povertà , la vecchiaia , i due attori intrecciano battute e situazioni che ci ricordano gli Ale e Franz di Zelig.

Qui però si ride meno. Si sorride a volte con un velo di malinconia per una realtà che svela, talvolta, il suo aspetto tragico.

Il fatto che tutto questo venga mediato dalle canzoni di due grandi autori scomparsi che cantavano la Milano di un tempo passato, la dice lunga sul fatto che la storia si ripete… o non è mai cambiata. Il successo della piece teatrale è tutto qui: rappresentare un vissuto che ci circonda con delicata ironia, con rispetto ed attenzione per le vite diverse.