Elisa Renaldin: la transformational experience creator

Elisa Renaldin, Lei si definisce una transformational experience creator. Di cosa si tratta esattamente?

È l’insieme di esperienze che attivano la trasformazione e ispirano al cambiamento.

Si tratta di un metodo integrato di innovazione interiore. Computer e applicazioni hanno aggiornamenti da installare con regolarità perché sia garantito il loro funzionamento. Anche alle persone serve un “rinnovo” a intervalli regolari, per ricalibrare le proprie motivazioni e aspirazioni, i propri desideri e obiettivi e le proprie risorse interiori. La Transformational Experience ha l’obiettivo di riaccendere i colori del desiderio, suonare le corde del sentimento e riattivare la molla per intraprendere azioni concrete e ispirate per il cambiamento.

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In concreto come si svolge una transformational experience?

Il metodo della transformational experience è composto da diversi elementi. Ecco alcuni dei principali:

  • Nutrire la mente per aprirsi a nuove ipotesi, abbattere vecchie credenze, cambiare prospettiva. La sezione “Parole dall’anima” include libri e audiolibri, articoli, podcast e pillole video.

  • Ripulire il corpo: partecipare ad uno dei “Changing workshop” significa vivere catarsi, movimento, gioco, Teatro Trasformativo e sperimentazione, per scoprire nuove versioni di se stessi.

  • Ritrovare slancio e ispirazione: per avere il sostegno delle emozioni e fare il pieno di stimoli, gli eventi “Emotional theater” propongono un mix di spettacolo, formazione e sperimentazione pratica.

  • Sollecitare la creatività, agire e ritrovare il contatto con la Natura: “Officina streghe” è un ritiro esclusivo per donne con l’obiettivo di riavvicinarle al loro istinto.

Come è arrivata ad elaborare il metodo della transformational experience?

Con l’esperienza personale: ogni volta che ho dovuto superare scogli e difficoltà, dolori o traumi, ho sperimentato decine di sistemi e pratiche. Questo mio metodo racchiude 20 anni di sperimentazioni con l’utilizzo di tecniche creative, artistiche, psicologiche, energetiche, emotive e corporee.

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Nei suoi articoli cita spesso la figura della donna selvaggia. Chi è la donna selvaggia?

È una donna libera e autentica, che ha fatto pace con le sue energie interiori, sia femminili che maschili. È una donna che ha imparato ad ascoltare il proprio intuito, a sviluppare la creatività e metterla in pratica, a mettersi alla prova sbarazzandosi dei limiti e gestendo le proprie paure.

Nella società odierna c’è posto per la donna selvaggia?

Oggigiorno c’è più bisogno che mai della Donna Selvaggia. Se non c’è spazio, lei lo crea, anche perché è nel suo innato uscire dalle gabbie e dai recinti. Citando Clarissa Pinkola Estes, che per prima ha divulgato la conoscenza di questo archetipo: “È intuito, veggenza, colei che sa ascoltare. È idee, sentimenti e impulsi, colei che tuona contro l’ingiustizia. È la radice di tutte le donne, è quella che ci fa andare avanti quando pensiamo di essere finite. Senza di noi, la Donna Selvaggia muore. Senza la Donna Selvaggia, siamo noi a morire”.

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Lei ha recentemente pubblicato un libro dal titolo Riaccenditi! Riscopri la tua natura più autentica e vivi la vita che vuoi. Come nasce questo libro e a chi si rivolge?

Il mio libro nasce dai vissuti di una donna sempre alla ricerca di se stessa e dei significati profondi della vita. Per me, mettere per iscritto le soluzioni che trovo a piccole e grandi difficoltà è un’azione abitudinaria, direi necessaria. Man mano che comprendevo alcuni passaggi cruciali legati alle energie interiori, li traducevo in parole. In questo modo il libro si è praticamente scritto da sé. A quel punto, ho scelto di metterlo a disposizione di chi (come me) è alla ricerca di qualche “segnale stradale” per orientarsi nella vita.

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Giorgio Nadali