Scarlett Johansson fa causa alla Disney

La causa di Scarlett Johansson alla Disney apre il dibattito

Ci sono le cause civili destinate a fare giurisprudenza che scatenano il dibattito tra professori di diritto, avvocati, giuristi. E poi ci sono le cause civili destinate a fare giurisprudenza che scatenano il dibattito tra professori di diritto, avvocati, giuristi, e che dopo poche ore però trovano già il verdetto grazie a un fulminante tweet del chitarrista dei Blondie. «Ho appena ricevuto un assegno di nove centesimi da Spotify», ha twittato Chris Stein, un uomo che se anche avesse scritto soltanto Heart of Glass in tutta la sua carriera — è una delle canzoni più popolari del mondo — dovrebbe essere regolarmente coperto di soldi da Spotify, gigante dello streaming che quest’anno si avvia a fatturare circa 9 miliardi di euro collegando i nostri device a canzoni, per l’appunto, come quelle dei Blondie. Stein ha twittato la sconcertante statistica come commento alla notizia della causa che Scarlett Johansson ha intentato alla Disney che ha mandato sì nelle sale, ma anche in contemporanea via streaming, il suo nuovo film Black Widow riducendo drasticamente il bonus dell’attrice, collegato al box-office.

I contratti degli attori

Perché, al contrario di quello che succede per esempio nello sport — i campioni più pagati hanno un ingaggio molto alto e in caso di determinati risultati incassano premi, ma la maggior parte dei loro introiti sono generalmente scollegati dalla performance — le star di Hollywood firmano contratti complicatissimi che garantiscono loro una certa cifra, destinata però a salire mostruosamente a seconda dell’incasso del film (fu Cary Grant, nell’età dell’oro, tra i primi attori a strutturare i suoi contratti in questo modo, per costare inizialmente di meno alla produzione e incassare poi cifre molto significative grazie a una percentuale sugli incassi). Questo sistema collaudatissimo è pressoché finito con l’avvento dello streaming: sia i musicisti sia, per l’appunto, gli attori, dallo streaming via Internet non riescono a guadagnare come prima.

Le ragioni di Scarlett Johansson e il danno da 50 milioni

Ecco perché Scarlett Johansson, che interpreta la supereroina Black Widow nell’ultimo kolossal della Marvel (200 milioni di dollari di budget), ha intentato una causa contro Disney. La decisione di diluire l’impatto dell’uscita nei cinema mandando in contemporanea il film su Disney+ (con un costo aggiuntivo di 30 dollari) ha secondo Johansson ridotto enormemente il suo compenso (la quota fissa: 20 milioni di dollari), e se il giudice le desse ragione potrebbe ricevere 50 o perfino 70 milioni di dollari di bonus, a seconda dei calcoli che faranno i periti della Corte.

La risposta della Disney

«La violazione dell’accordo da parte della Disney ha allontanato milioni di fan dai cinema facendoli dirigere verso il suo servizio di streaming». La risposta della Disney? Indignata. «La causa è particolarmente triste e insensibile, colpisce il suo disprezzo per gli orribili e prolungati effetti globali della pandemia di Covid-19». Nel 2019 Johansson apparve in Avengers: Endgame, con un compenso garantito di 15 milioni di dollari salito però a 35 milioni quando il film ha incassato 2,8 miliardi di dollari nei cinema di tutto il mondo. Secondo Forbes Johansson è l’attrice più pagata del mondo. Nove dei ventiquattro film dedicati ai supereoi Marvel hanno incassato oltre un miliardo di dollari al botteghino: se anche Black Widow avesse raggiunto un simile traguardo (ha finora incassato 318 milioni di dollari in tutto il mondo, pessimo risultato), Johansson avrebbe incassato almeno altri 50 milioni.

Cosa potrebbe cambiare per il settore con la sentenza?

Se il giudice darà ragione alla «vedova nera» — lo streaming penalizza chi ha diritto ai bonus del botteghino — sarebbe il più grande trionfo in tribunale per un attore contro l’industria di Hollywood dal 1944: quando Olivia de Havilland fece causa alla Warner Bros per ottenere la risoluzione del suo contratto. Vinse, e fece nascere la «legge de Havilland», un precedente storico.