Lisa di Giovanni, scrittrice grazie a Moby Dick di Laura Gorini

Il sogno per me è carburante puro ed è un ingrediente fondamentale per tutto ciò che riguarda il mondo della scrittura

La poesia è per lei “un faro nella sua vita”, ma non disegna nemmeno la narrativa. Ha appena dato alle stampe come sublime poetessa la silloge “ La ferocia con il pizzo” e con il musicista Salvatore Cafiero il romanzo “Phoenix- Il potere immenso della musica”. Imprenditrice e manager di un’azienda di Telecomunicazioni, oltre che responsabile dell’Ufficio Stampa di Diffondi Libro, Lisa Di Giovanni è una donna dal carattere forte e determinato, oltre che dall’animo sensibile e nobile. Non per nulla sul finale di questa chiacchierata a cuore aperto, ci ha anche regalato un suo componimento poetico. Il suo meraviglioso biglietto da visita.

Lisa, possiamo dire che la scrittura faccia da sempre parte di te e della tua vita, ma che ricordi hai della prima volta che hai iniziato a scrivere qualcosa di inventato da te?

La scrittura ha sempre fatto parte della mia vita fin da piccola. Sin dalle scuole elementari mi sono distinta per la capacità che avevo di narrare. Il primo libro che ho letto è stato Moby Dick, un romanzo del 1851, scritto da Herman Melville e ho subito sognato che un giorno anche io avrei scritto una storia straordinaria. Nel mio piccolo posso dire che qualche successo in merito a questo l’ho traguardato. Per quanto riguarda la poesia, mi sono distinta più volte per i miei versi, lo dico con assoluta umiltà. Poi nelle diverse collaborazioni intraprese con altri artisti, ho contribuito a dar vita a progetti anche più ludici, come la serie di fumetti Human’s end e un saggio su Go Nagai, progetti che sicuramente avranno un proseguo non appena avrò un attimo di tranquillità.

Tu scrivi anche poesie. Credi che sia la forma più intima di mostrarsi ai lettori? Non ti spaventa di metterti a nudo- metaforicamente parlando- innanzi a loro?

La poesia è per me un faro nella mia vita, non ho assolutamente nessun timore adesso di mettermi a nudo perché credo che, in un certo senso, la mia scrittura rappresenti un dono e sarebbe un peccato non coltivarlo. Chi ha analizzato e valutato i miei scritti mi ha definita talentuosa, ne sono grata, ma per arrivare a pubblicare e ad accettare questo ci ho messo tanto, ho studiato molto e mi sono anche scontrata con delle difficoltà e delle delusioni. Condivido queste mie esperienze perché vorrei lanciare un messaggio alle nuove generazioni, bisogna sempre studiare e impegnarsi per raggiungere determinati livelli, nessun traguardo si raggiunge senza fatica e il successo che arriva con facilità non è mai duraturo.

Quando si scrive si mette in atto anche la propria fantasia. Ti consideri una sognatrice? Tuttavia per il tuo lavoro di imprenditrice devi essere- però- anche molto concreta. Come riesci a trovare il giusto equilibrio tra i due aspetti?

Io faccio continuamente voli pindarici, come scrivo in una della mie poesie, di giorno e di notte- nella tempesta e con il solleone.

Il sogno per me è carburante puro ed è un ingrediente fondamentale per tutto ciò che riguarda il mondo della scrittura.

Per quanto riguarda, invece, le mie attività manageriali sono molto concreta ed efficace, senza tralasciare mai l’aspetto umano. Prediligo la gestione di “Team di lavoro”, ne ho coordinati molti e nel corso tempo ho sempre lavorato per migliorare la mia preparazione al fine di essere sempre un leader all’avanguardia e soprattutto una guida giusta e motivamene per le persone con le quali lavoro. Sono stata fortunata perché, nonostante mi sia fatta da sola in campo lavorativo, ho incontrato e avuto sempre delle guide eccellenti durante il mio percorso.

Quanto ti ha aiutato questa tua capacità per entrare in sintonia con Cafiero?

Tutta la mia formazione: manageriale, scolastica in ambito psicologico, in ambito del terzo settore, a livello editoriale e giornalistico, sicuramente ha fatto la differenza nello scrivere questo libro, ma l’ingrediente fondamentale è stato l’ascolto o, come direbbe Salvatore, il sentire.

Se dovessi scegliere una sua canzone che ti rappresenta, quale sceglieresti e perché?

Ti rispondo una sola canzone ed è il singolo “Amarsi a perdere”, proprio di Salvatore Cafiero, che lui stesso ha lanciato a gennaio 2021. Una parte del suo testo dice:” Ci pensi mai se le parole potessero suonare”, e credo che Phoenix sia la risposta in senso metaforico.

E una tua poesia che descriva bene la Lisa di oggi, una quella di ieri e una quella di domani?

Eccola! Il titolo è “Emozioni increspate” la trovate nella mia ultima raccolta di poesie edita a febbraio 2022: “La ferocia con il pizzo”:

Di fronte a un’alba
che sembra un tramonto,

nello stupore, saprai
che non ne vedrai un’altra uguale,
mentre sarai consapevole del fatto
che avrai attraversato la notte
anche se sarà stata
quella più buia.


Le emozioni s’incresperanno
come fanno le onde del mare
quando sono solleticate
dal Maestrale
e nessuna assomiglierà all’altra,

ma s’infrangeranno sulla
stessa spiaggia.


Se non avrai paura
il sole prenderà il posto della luna
e i giorni a venire avranno un cielo
sgombro dalle nuvole
e gli occhi rifletteranno
i colori della sembianza
.