Papaya: l’elisir dell’eterna giovinezza

La Papaya è un albero originario dell’America centrale, la cui coltivazione si è diffusa nella maggior parte delle regioni tropicali. Il suo frutto, una bacca ovale, dalla polpa tenera di colore giallo arancio, molto simile al melone nella forma e nel colore, è chiamato anche “melone tropicale”.papaya costantino mazzanobile

Hernan Cortès
Hernan Cortès

Di questo frutto ne parla già Hernan Cortès nei suoi resoconti di viaggio: gli Atzechi lo accolsero offrendogli uno splendido banchetto alla fine del quale servirono uno strano frutto, dalla buccia dorata e dalla polpa morbida, che si rivelò un potente digestivo naturale.

Anche Cristoforo Colombo descrisse la papaya nei suoi appunti

Cristoforo Colombo
Cristoforo Colombo

consigliandone l’uso dopo i pasti per prevenire problemi digestivi, mentre Marco Polo verificò la sua efficacia contro lo scorbuto (malattia causata dalla carenza di Vitamina C, anticamente diffusa fra i naviganti che stavano in mare moltissimo tempo senza potersi approvvigionare di cibi freschi).

I guaritori indiani degli altopiani delle Ande, utilizzano ancora oggi una pasta ottenuta dai semi di papaya macinati per curare l’orticaria e piccoli problemi cutanei.

Carica_papaya_-_Köhler–s_Medizinal-Pflanzen-029La principale ricchezza di questo frutto sono le vitamine, 100 grammi di polpa contengono ben 265 microgrammi di vitamina A, 60 mg di vitamina C in sole 28 calorie, inoltre contiene carotenoidi ed enzimi estremamente utili per contrastare l’invecchiamento cellulare. Luc Montagnier, lo scopritore del virus dell’Aids, sostiene che l’estratto di papaya fermentato (ottenuto con un processo biotecnologico che prevede l’impiego di lieviti naturali) oltre a svolgere un’azione antiossidante che riduce l’azione dei radicali liberi, e quindi una funzione anticancro e contro l’invecchiamento. Sarebbe anche un ottimo immunomodulante (regolerebbe la risposta di difesa dell’organismo, potenziando le difese immunitarie).

È un ricostituente naturale, in primavera è l’ideale per combattere la stanchezza stagionale e per rinforzare il tessuto connettivo.

La papaina in essa contenuta, svolge la stessa funzione della bromelina presente nell’ananas e della actinidia presente nel kiwi, cioè aiuta a digerire meglio, migliora l’assimilazione del cibo, esercita la sua azione direttamente nel tratto gastrointestinale, rimediando a tipici disturbi quali: colite, flatulenza, stitichezza.

La chimopapaina invece svolge un’attività antinfiammatoria, rimuove le sostanze nocive (protoglicani) che si accumulano nei dischi intervertebrali alleviando i dolori alla schiena di chi soffre di ernia del disco.

Costantino Mazzanobile