Giovanna Chessa Il tappeto di Nule trionfa all’estero

tappeto e attrezzi tappetotappeto e attrezziIn Sardegna il tappeto è il vero principe dell’artigianato artistico. Ispirato a una comune filosofia, differisce da paese a paese quanto a tessitura, colore e iconografia. Realizzato in lana, anticamente tinta con essenze vegetali, il tappeto sardo adempie tradizionalmente la funzione di complemento d’arredo della casa. I motivi che si ripetono sono soprattutto geometrici e floreali. I fiori stilizzati compongono figure geometriche, tipica la ‘mustra’ della vite, simboli magici come il sole, le stelle, la luna, la clessidra; araldici come la torre, il castello e, religiosi della prima cristianità, come la spiga, l’uovo, la colomba oltre che animali vari spesso anche fantasiosi come il cervo e l’agnello, l’aquila, il leone e i cavalli.
Il disegno è influenzato dalla tecnica di lavorazione. Particolarissima è la tecnica detta ‘a pibiones’ acini d’uva, realizzata monocromaticamente, in bianco, ocra o rosa, con un particolare annodato che crea un raffinato effetto di bassorilievo ottenuto grazie all’utilizzo, fra una passata di trama e l’altra, di un ferretto sottilissimo su cui si forma il ‘pibione’.particolare tappeto
Nei secoli passati era una delle attività più importanti svolte dalle donne sarde all’interno delle mura domestiche, le quali, attraverso la tessitura e la creazione di manufatti potevano partecipare attivamente al sostentamento familiare.
L’abile e paziente lavoro della tessitrice è il vero segreto di questa lunga tradizione che si è evoluta con il passare del tempo. Fino a poche generazioni fa, nelle domus sarde, le tessitrici preparavano il corredo nuziale per le donne e allo stesso tempo insegnavano loro l’arte della tessitura di tappeti sardi, arazzi e tende. Sino a trenta, quaranta anni fa era possibile, percorrendo i paesi dell’isola, vedere quasi tutte le donne davanti al telaio di legno intente alla composizione.
Purtroppo questa lunga tradizione rischia di scomparire a causa dell’enorme progresso. Al faticoso lavoro manuale con i vecchi telai di un tempo si è soliti ormai preferire i nuovi macchinari, che riescono a produrre manufatti tessili e tappeti sardi in poco tempo e con meno fatica. Per questo iniziative come il Concorso e Festival Diart “l’Arte della Tessitura Mediterranea”, si pongono come momenti importanti per conoscere, tramandare e riscoprire antichi mestieri ormai in disuso. Il Concorso, organizzato da Assadakah Sardegna, Centro italo arabo del Mediterraneo, insieme al partner tunisino Centre Tecnique de Crèation, D’innovation, nell’ambito del progetto “Diart- Le Dialogue Interculturel à trevaers l’art du tapis” è partito lo scorso settembre, ha visto la partecipazione di 40 tessitrici di cui 5 sarde. Un grande progetto di cooperazione, un ponte sul Mediterraneo che ha unito le due culture attraverso l’artigianato e l’arte del tappeto.Giovanna Chessa, e il secondo e terzo classificato
Il primo posto è stato assegnato a Giovanna Chessa, tessitrice di Nule, al secondo posto l’opera del tunisino Taieb Ben Aziz, mentre al terzo posto si è classificata la tessitrice di Urzule Elena Mulas.
“E’ stata forte l’emozione al momento della premiazione – afferma Giovanna Chessa. Per la prima volta i tappeti di Nule hanno oltrepassato la Sardegna e giunti a Cartagine hanno ottenuto il primo premio. Realizzo tappeti da più di 40 anni – racconta Giovanna – ero una ragazzina che aveva concluso il corso di studi delle scuole medie. Da allora è trascorso molto tempo ma, sono orgogliosa di aver intrapreso questo lavoro. Ogni tappeto è unico e originale. E’ il risultato di tanto lavoro e impegno, un’arte antica tramandata da madre in figlia. I tappeti sardi sono prodotti artigianali dal valore inestimabile che è giusto far conoscere in tutto il mondo. Per questo ho partecipato volentieri al concorso e sono ancora più felice di aver vinto”.
Il concorso si è rivelato un’ occasione per approfondire la storia della propria terra, per scoprirne segreti, usanze, tradizioni. tappetigruppiLe storie tunisine si sono intrecciate con quelle dell’entroterra sardo. Sono molti i tratti in comune tra il tappeto sardo e quello tunisino, la lavorazione della lana e il processo di cardatura, la tintura del filato, i gialli intensi ottenuti con l’utilizzo di materie prime naturali. Il tappeto narra storie di popoli antichi, esprime emozioni, diventa una tela sulla quale narrare il proprio vissuto e raccontarlo alle generazioni future.