Maria Grazia Caligaris, il disagio della reclusione per le donne
Una condizione sempre più difficile e problematica quella delle donne detenute e della loro reclusione. Una delegazione di socie della Fidapa di Cagliari, coordinata da Silvia Trois, e di Socialismo Diritti Riforme, presieduta da Maria Grazia Caligaris continua ad incontrare e dare supporto alle donne private della libertà per dare l’aiuto psicologico alle donne e mamme che devono scontare la loro pena. Sempre maggiori i sostegni per le giovani mamme e i loro figli con attrezzature nuove di sostegno dell ‘infanzia.
Grazie alla disponibilità della Direzione dell’Istituto Penitenziario e la collaborazione dell’Area Educativa, l’iniziativa prevede visite alle detenute e alle Agenti dell’Istituto di Pena cagliaritano. Vi prenderanno parte, oltre a una delegazione delle rappresentanti delle associazioni promotrici, l’eurodeputata e sottosegretaria alla Cultura e Turismo Francesca Barracciu, la Deputata Romina Mura, la Consigliera regionale della Sardegna Anna Maria Busia e la Preside della Facoltà di Scienze Politiche Paola Piras. In occasione dei vari appuntamenti d’ incontro, ciascuna detenuta riceverà materiale vario contenente prodotti per la cura personale anche grazie alla generosità di alcune farmacie e profumerie. Sarà distribuito inoltre materiale informativo per la sezione femminile del carcere. I vari incontri saranno occasione per esaminare le problematiche connesse alla permanenza dentro la struttura detentiva non solo delle carcerate ma anche delle Agenti di Polizia Penitenziaria che condividono quotidianamente i disagi e le difficoltà derivanti dalla perdita della libertà.
“Rinnoviamo il nostro impegno solidale – hanno sottolineato Maria Grazia Caligaris – ritenendo che chi ha commesso un reato debba pagare il suo debito con la società in modo da poter essere riabilitato e reinserito positivamente nel circuito delle persone libere. Lo sforzo delle associazioni è quello di ricordare ai concittadini le difficoltà all’interno delle strutture penitenziarie soprattutto della sezione femminile ed esprimere a queste donne, la nostra umana solidarietà”.