Rivista Donna era lì: dietro le quinte della TRAVIATA di Verdi a Cagliari

photo Stefano Casati Gianluca Marzo

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  Intervista a Vittoria Lai e Anastasia Boldyreva, voci della Traviata a Cagliari.

Teatro lirico di Cagliari: una porta, nascosta dalla scalinata principale, conduce in un mondo favolistico. L’ambiente è frenetico, ogni quarto d’ora una voce segnala che lo spettacolo sta per iniziare e la tensione cresce; il traffico di costumi ottocenteschi ricorda un film di Visconti, dai camerini echeggia la voce di un tenore, in lontananza un violino.

Rivista donna era lì: dietro le quinte della Traviata di Verdi, in scena a Cagliari dal 7 al 16 novembre. ‘’Feci la prima audizione per paura che la mia insegnante mi rimproverasse, non mi sentivo ancora pronta, ma la vinsi”, così Vittoria Lai ci racconta il suo esordio nel 2006 ( Der Schauspieldirektor di Mozart, Teatro Verdi di Sassari).

Una bella donna, esile, gli occhi le brillano quando racconta le sue esperienze: del suo lavoro ama tutto. Diplomata brillantemente in canto al Conservatorio di Cagliari, laureata con lode in storia dell’arte, ha conseguito un master in regia presso l’Opera Academy di Verona: stimoli continui le hanno aperto più strade, ma come lei stessa afferma, “stare sul palcoscenico è un’altra cosa”.

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Nella Traviata, Vittoria interpreta Annina, la fedele dama di compagnia di Violetta Valéry: “il mio personaggio è, da libretto, una donna anziana, con la regista abbiamo dovuto trasformarlo in una ragazzina e lo abbiamo fatto attraverso una serie di espedienti curiosi che saranno svelati  in scena”. Un amore, quello per la lirica, che non conosce ostacoli. “In tanti credono sia un lavoro semplice, in realtà la vita della cantante lirica è come quella dell’atleta: molte rinunce e regole.  Una volta, arrivai alle prove di uno spettacolo con la febbre alta, dopo aver trascorso una notte infernale (si era rotto lo scaldabagno). Ero fiacca, il regista davanti a tutti mi rimproverò e scoppiai a piangere, poi dietro le quinte mi fece i complimenti per aver resistito, nonostante l’evidente fastidio”

Quali le mancanze della lirica di oggi?

Le colpe non sono da cercare dentro i teatri: “il pubblico risponde alle emozioni del canto lirico, gli studenti si trasferiscono da tutto il mondo in Italia per studiare canto con i nostri grandi maestri; sembra che tutti se ne accorgano, eccetto chi dovrebbe investire nella cultura”.

 Tra i numerosi artisti che si sono trasferiti nel Paese del belcanto, abbiamo conosciuto Anastasia Boldyreva. Nella Traviata è Flora, l’intrigante regina della vita mondana di Parigi: “il personaggio è molto diverso da me, ma mi affascina proprio per questo, è molto divertente”.

Una donna alta, dagli occhi chiari, avrebbe potuto fare la modella.

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Studia al conservatorio di Mosca, sua città natale; giovanissima, si trasferisce in Italia per un corso di perfezionamento presso il Teatro Comunale di Firenze, da qui il debutto (Il viaggio a Reims di Rossini, Orchestra del Maggio ) e numerosi riconoscimenti.

“La lirica è come una droga: il mio primo maestro di canto mi disse che se avessi iniziato, non avrei più smesso, infatti è da quindici anni che non immagino una vita diversa”.

Timida giù dal palcoscenico, le basta una vistosa parrucca indosso e sembra trasformarsi : “amo vestire dei panni nuovi, essere una persona diversa ogni volta”.

Anastasia racconta alcuni buffi aneddoti:

“una volta, durante la rappresentazione del Perceval a Torino, un personaggio molto serio doveva portare in scena un vassoio col Sacro Graal, ma per sbaglio entrò con una testa di coniglio gigantesca, che serviva per un’altra rappresentazione, e scoppiò una risata generale; un altro episodio capitò a una collega che, durante la rappresentazione, incastrò la parrucca al bottone della giacca di un tenore, che però doveva dirigersi in un’altra direzione, anche lì fu difficile trattenere le risate. Accade sempre qualcosa di divertente in teatro”

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Vittoria Lai e Anastasia Boldyreva, sono due donne diverse, con le loro storie alle spalle, come le protagoniste del melodramma.

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Le eroine sono donne determinate, che si mettono in gioco: che cosa possono insegnare alla donna di oggi?

“Il coraggio” secondo Anastasia, come aggiunge Vittoria “sono donne più forti degli uomini, proprio di questi tempi dovremmo tenerlo presente: si pensi a Violetta, che sacrifica l’unico uomo che l’abbia mai amata per il bene di un’altra donna, un uomo non lo avrebbe mai fatto! Le donne che assistono al melodramma, trovano molti punti in comune con le protagoniste, per questo spesso piangono”.

Oltre alla fierezza delle donne, una cosa accomuna le due cantanti: per Vittoria Lai e Anastasia Boldyreva è nato tutto per caso. In un giorno qualunque, un maestro ha notato una scintilla, la stessa che continua a riempire i teatri e a scaldare i cuori di chi segue la lirica: la passione per la musica.

 

Silvia Malagnini