Viva il Natale: i racconti di Chiara Pelossi

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 Dall’isteria al vero sentimento: il Natale in ogni cuore.

Dalle nottate in bianco durante le quali fremevo chiedendomi se ero stata brava e quanti doni mi avrebbe portato Babbo Natale, sono passata a quelle trascorse pensando: “non avrò dimenticato niente?”

Da qualche anno ormai, quasi due mesi prima del fatidico giorno, i grandi magazzini ci regalano la tanto attesa settimana del 30% sui giocattoli. I commenti a bordo scuola e parco giochi si sprecano e variano da “Hai visto la nuova casa di Barbie?” a “Avranno ancora Power Rangers?” Ci sono mamme che origliano le conversazioni delle altre speranzose di trovare risposte sui negozi ancora forniti di questo e quello.

Io e qualche amica, in tuta da ginnastica e scarpette coordinate, speranzose di tornare a casa in tempo per cucinare qualcosa di decente, ci tuffiamo nel traffico congestionato per raggiungere l’eldorado degli under 12. Un caffè veloce al banco e poi via verso l’agognato reparto.

“Sandra, ti sei ricordata la lista?” mi chiede Martina sfoderando un foglio paragonabile per lunghezza e densità ad un bugiardino delle medicine.

Frugo concitata nella borsetta, la svuoto per terra, la giro sotto sopra e, con il sudore che mi imperla la fronte, mi rendo conto che dovrò fare gli acquisti senza guida. Vorrei urlare “Nooooo!” mettendomi le mani nei capelli, ma non c’è tempo. Le scatole dell’ultimo gioco alla moda stanno andando a ruba e non voglio perderlo, anche se non era sulla lista … o forse sì?

Carico il carrello a random, quasi in trance cerco di richiamare alla mente i discorsi dei bambini. La macchinetta per fare le caramelle era un must oppure no? Le nuove carte dei super eroi degne di nota oppure assolutamente out? Per non cedere all’isteria tento di chiamare mio marito al lavoro, senza successo, poi la suocera e infine mia mamma. Nessuno mi risponde e inizio a sentirmi sola anche se circondata da tanta gente.

Mi fermo di colpo, osservo le persone che come formichine in estate riempiono i carrelli e penso ai visetti dei miei bimbi che scartano i regali come fossero caramelle, senza degnarli di un vero sguardo, senza amore, per abitudine.

Da quando il Natale è diventato questo? Da quando al posto di stare insieme godendo della reciproca compagnia si pensa solo a fare il regalo più bello o la cena più ricercata?

Lentamente faccio il giro del reparto al contrario e rimetto negli scaffali ciò che prima ho asportato. Accarezzo le scatole quando le lascio andare. Le altre mi guardano e mi interrogano: “Non stai bene? Hai dimenticato la Visa? Devi andare in bagno?” Ma io scuoto la testa e quando ho finito il giro di riordino, comunico loro di fare con calma che le aspetto al bar.

Con il cuore che batte più regolare ordino una cioccolata, la voglio densa come quelle che mi faceva nonna quando ero bambina. Me le concedeva solo nelle occasioni speciali: “La cioccolata bisogna girarla a lungo Sandra” mi diceva “e lo sai che non ho tempo, devo finire gli orli per la signora Veletta”.

Io annuivo con le guance paonazze di chi ha giocato troppo al freddo, gli inverni in montagna non lesinavano certo il sottozero e non ci privavano mai delle battaglie di palle di neve.

Apparecchiavo per noi due e per la mia bambola Anita, senza la quale non avrei mai immaginato di potermi muovere. Accendevo la radio, un vezzo che nonna mi concedeva durante la merenda e l’aspettavo trepidante con l’acquolina in bocca e le mani pronte sul barattolo dello zucchero un po’ incrostato sul bordo. Nei giorni prima di Natale nonna lavorava molto, cuciva anche di notte nonostante le fosse difficoltoso a causa della scarsità della luce, ma ciononostante non mancava mai di prepararmela.

La cameriera mi riporta al presente servendomi l’ordinazione e quando il profumo raggiunge le mie narici scatena sensazioni che da tempo non provavo più: nostalgia dei tempi andati. Nostalgia per le piccole attenzioni quotidiane, il lento passare del tempo quando si è bambini, i biscotti che si sbriciolano poco prima che li levi dal latte convinto che stavolta ce la farai a portali alla bocca prima che si spezzino. Nostalgia dei giorni in cui il nonno rientrava nel tardo pomeriggio con la neve candida sulla giacca e i ghiaccioli che penzolavano dai tetti delle case erano pronti a cadere infilzandosi nella neve senza farle male.

Tuffo il cucchiaino nella densa preparazione e sento qualcuno chiedermi: “È libero qui?”

Alzo la testa, una signora sulla settantina con i capelli completamente bianchi e gli occhi slavati di chi ha visto troppo mi sorride indicando la sedia davanti a me. Non mi ero accorta di quanto fosse affollato il bar fino ad ora. Le faccio un sorriso e la invito a sedersi.

“Anche lei qui per gli acquisti Natalizi?” Mi chiede levandosi la giacca rivelando uno squisito maglione fatto a mano.

Ci penso un attimo prima di risponderle che quest’anno ai miei figli regalerò il mio tempo, regalerò i miei ricordi, regalerò una parte di me indelebile che mi ha fatta diventare ciò che sono e che spero potranno serbare per sempre nel loro cuore. Certo, qualche pacco ci sarà anche per loro, ma la scelta dei doni non sarà lasciata alla pubblicità o alla moda, sarà dettata dal mio cuore.

La signora mi sorride regalandomi per un attimo uno sguardo vivo e presente prima di iniziare a raccontarmi di quando sua nonna le preparava la cioccolata densa per Natale.

Chiara Pelossi