Progresso o Regresso? Il nuovo libro di Alessandra Roggia
Alessandra Roggia vincitrice del premio Olmo, con il suo saggio Progresso o Regresso?
“H0 cercato di dare uno “scossone” alla mia generazione: senza rendercene conto, stiamo cuocendo a fuoco lento in un pentolone che sarà decisamente troppo caldo quando decideremo di scappare… ”
Un’opera letteraria che la vede protagonista assoluta, prima in Italia tra le tantissime opere giunte da tutta la penisola. Una donna molto intuitiva, autoironica ed empatica. Rivista Donna l ‘ha incontrata per voi…
Alessandra sei la vincitrice del premio Olmo nella categoria “Leggendo Leggendo ” dedicata alla letteratura saggistica con il libro “Progresso o regresso” cosa rappresenta per te questo premio?
Il Premio Olmo, organizzato dalla “Fondazione A. De Sisto”, è un evento letterario nato nel 2004 grazie al Dottor Lelio De Sisto; giunto all’undicesima edizione, si è posto l’obiettivo di riconciliare uomo e cultura, rivolgendosi ad un pubblico molto vasto ed attento a molteplici sfumature artistiche.
Aver ricevuto questo Premio, è per me motivo di immenso orgoglio. Ho creduto molto nel mio ultimo lavoro, il saggio “Progresso o regresso?”; il fatto che sia stato scelto come opera vincitrice fra i tantissimi altri testi, giunti da tutta Italia, mi ha dato una grande carica ed ha amplificato il mio entusiasmo verso il mondo della scrittura.
Nel libro parli della tecnologia e delle nuove forme di comunicazione come mai hai scelto di affrontare questa tematica?
La tecnologia ci ha assorbiti completamente, diventando parte fondamentale della vita di ciascuno di noi. Ormai non esiste situazione in cui sia possibile fare a meno di un computer, di un telefono cellulare, di un navigatore satellitare…
Oggigiorno si comunica quasi esclusivamente tramite i social network, e pare che molti abbiano dimenticato il senso dello stare insieme: potrei portarvi mille esempi di situazioni, alle quali ho assistito, in cui più persone facenti parte di uno stesso gruppo, sedute allo stesso tavolo, si scrivessero tramite whatsapp… anziché utilizzare il dono della parola.
Anche i bambini sono stati rapiti da questo fenomeno: bambole ed eroi attirano solo i più piccini, mentre, già dai tre/quattro anni, l’attenzione si sposta sul tablet o sul cellulare di mamma e papà. Trovo che tutto questo sia agghiacciante. I genitori non fanno nulla, la maggior parte degli adulti pare essersi arresa.
Con “Progresso o regresso?”, ho cercato di dare uno “scossone” alla mia generazione: senza rendercene conto, stiamo cuocendo a fuoco lento in un pentolone che sarà decisamente troppo caldo quando decideremo di scappare…
Quale è il tuo rapporto con la tecnologia e con i social?
Tecnologia e social network sono per me strumenti… sono io ad utilizzarli… non sono loro ad usare me: bisogna essere furbi a non farsi “pescare” dalla rete. Esistono siti ed applicazioni davvero molto interessanti , ma bisogna imparare a non abusarne… e comprendere che la vera vita è al di là di un monitor! Il segreto, è prendere la tecnologia a piccole dosi, ricordandoci che nulla è più appagante di una bella chiacchierata dal vivo, e che solo l’aria aperta ossigena il cervello. Stare tutto il giorno chiusi tra quattro mura a raccontarsi favole con un computer non può far altro che atrofizzare i neuroni.
Oltre alla scrittura sappiamo che sei stata protagonista di alcuni concorsi di bellezza vuoi raccontarci questa esperienza?
Sono passati decisamente un bel po’ di anni dai concorsi di bellezza, ma ricordo quel periodo con molto piacere. Ho partecipato a concorsi molto importanti, aggiudicandomi la fase finale di ciascuno di essi: nel 2003 arrivai alle finali nazionali di Miss Italia a San Benedetto del Tronto, con la fascia di Miss Wella; nel 2004, arrivai alla finalissima nazionale di Miss Mondo Italia, a Cinecittà, con la fascia di Miss Cinema. L’anno successivo, rappresentai il Piemonte a “Fotomodella d’Italia”. Sono state tutte esperienze molto divertenti, grazie alle quali ho coltivato molte amicizie… che durano tuttora nel tempo!
Hai un motto porta fortuna?
No… non sono molto scaramantica: preferisco affidarmi alla consapevolezza di aver svolto un buon lavoro, dando il meglio di me. Credo che la buona sorte sia semplicemente il frutto del nostro operato, e che invocarla non serva a nulla, se non abbiamo realmente sudato per raggiungere un traguardo.
Definisciti in poche parole?
Sono una donna molto intuitiva, autoironica ed empatica.
Ami viaggiare. Un posto che vorresti visitare?
Per il momento ho visitato alcune delle città più importanti d’Europa, e ho soggiornato alcune settimane negli Stati Uniti. Il mio cuore, adesso, sta battendo per il Giappone… mi auguro di vederlo al più presto, dato che il mondo orientale mi attrae in modo particolare. Desidero ardentemente assistere al periodo della fioritura dei ciliegi, a Kyoto, … e visitare il “Wisteria Tunnel” dei Kawachi Fuji Gardens: esiste qualcosa di più romantico al mondo?
La difficoltà più grande che hai incontrato nel tuo lavoro?
Per il momento non ho incontrato grossi ostacoli… quando mi dedico ad un progetto, sono molto determinata ed attentissima a come mi muovo, esigendo sempre la massima trasparenza in coloro che decidono di collaborare con me. Il mio motto è: “patti chiari, amicizia lunga”.
Un sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe diventare una scrittrice a 360°, pubblicando tipologie di opere molto diverse tra loro. Vi dico, in anteprima, che in questo momento ho ben due lavori da sviluppare: decisamente diversi, ma entrambi molto coinvolgenti.