Teresa: un pranzo di famiglia

La Casa delle Storie presenta
Teresa. Un pranzo di famiglia
di Francesca Chirico con Anna Maria De Luca
venerdì 27 e sabato 28 marzo | Soleminis | Casa delle Storie

TERESA.PRIMO PIANO

Teresa. Ritratto fra luci e ombre di una madre criminale
Presentato in un primo studio al Festival Cantiere di settembre, torna venerdì 27 e sabato 28 marzo l’allestimento definitivo dello spettacolo Teresa. Un pranzo di famiglia. Si tratta di un testo originale, nato da un’dea di Franco Marzocchi, scritto da Francesca Chirico (giornalista e caporedattore di Stop ‘ndrangheta ) appositamente per Anna Maria De Luca.
L’appuntamento è alle
20 30 alla Casa delle Storie di Soleminis.

Una storia “difficile” che affronta e cerca di descrivere «l’animo di chi “mette in conto” la morte del figlio sapendo, forse, di esserne la causa».

Protagonista dello spettacolo è Teresa, donna di ‘ndrangheta. Donne custodi delle tradizioni e dei codici della ‘famiglia’, pronte a guidarla quando gli uomini sono in galera, a crescere figli sani e forti, capaci di prendere il posto dei padri all’interno del clan, di imbracciare le armi, di sparare, di fare affari in Colombia o ad Amsterdam, di entrare nei gangli del potere, di portare in giro per il mondo il brand di famiglia.

Donne che non parlano: a che serve quando devi chinare la testa e obbedire, senza porti domande? Teresa sposa un uomo del clan senza amarlo, ogni giorno apparecchia la tavola anche per il marito che non c’è più e per il figlio in carcere, spinge la famiglia alla vendetta. Finché un giorno, Angela, la figlia, decide di collaborare con la giustizia, rompendo la catena che le confina tutte nella stessa gabbia, mettendo Teresa di fronte a se stessa e alle sue scelte.

Angela sceglie di prendere la parola e il suo posto nel mondo in una terra “perennemente in cerca di voce e parole”. Gesto di rivolta carico di senso di cui Teresa dovrà farsi carico.

Un testo difficile – dice Anna Maria De Luca – perché non è semplice entrare nella testa di un personaggio come quello di Teresa. A volte leggiamo di tante persone che appartengono ai clan, ce li immaginiamo lontani da noi. Poi invece scopriamo che magari sono vicini di casa, che hanno una vita normale. E’ il pensiero diverso, la forza che li tiene insieme e che è difficile da sradicare. 

Franco Marzocchi (dal quale è partita l’idea) mi ha chiesto di scrivere questo testo per Anna Maria De Luca –prosegue Francesca Chirico autrice di diversi reportage e di due libri di cui molto si è discusso, Arrovescio (Rubbettino) e Io parlo. Donne ribelli in terra di ‘ndrangheta (Castelvecchi)- su un tema di cui mi interesso da anni, quello del rapporto tra donne e ‘ndrangheta. Questa però è la prima volta che lo faccio per il teatro. Questa volta, rispetto alle donne di cui ho scritto nelle mie inchieste, ho avuto voglia di raccontare l’altra parte. Non quella delle donne che si ribellano, che sono diventate testimoni di giustizia, che hanno fatto una scelta di libertà, ma delle donne che restano in casa, che hanno introiettato quei valori mafiosi fino a diventarne depositarie, a gestire un potere enorme, sia sul piano simbolico che concreto. Teresa è una di queste. E ti fa comprendere quanto dolore e fatiche devono affrontare le altre, quelle che vogliono ribellarsi a quel mondo”.

Un personaggio, Teresa, fuori dalle convenzioni e dai luoghi comuni, pieno di sfumature, rabbiosa e furente come una Menade vendicatrice, lacerata dalla scelta della figlia. Una sfida per due donne che con i rispettivi sguardi, dalle tavole di un palcoscenico, l’una, dalle colonne di un giornale, l’altra, hanno raccontato la Calabria mille volte ma forse mai così dall’interno, dalla pancia della balena.

TERESA.UN PRANZO DI FAMIGLIA . Anna Maria De Luca

ANNAMARIA DE LUCA

Attrice e autrice è nata a Spezzano Albanese, ha frequentato la Scuola d’Arte Drammatica di Gianni Diotaiuti dal 1973 al 1975 e l’Accademia delle Belle Arti conseguendo il diploma in scenografia nel 1978. Nel suo percorso artistico e professionale spiccano le partecipazioni con ruoli centrali in spettacoli diretti da Franco Zeffirelli, Enrico Maria Salerno, Glauco Mauri. Numerosi anche gli sceneggiati e le “fiction” televisive a cui ha partecipato alcune delle quali dirette da registi come Damiano Damiani, Caludio Risi, Antonia Avati e Alexis Sweet.

Ma quello che ha segnato e formato l’identità artistica della De Luca è certamente il lungo sodalizio professionale e umano con il suo compagno di una vita: Pino Michienzi ( autore, regista, attore ma soprattutto uomo di grande cultura, talento ed umanità) che è , purtroppo, scomparso nel 2011 lasciando un vuoto sostanziale nella scena e nella cultura calabrese e nazionale.

Con Michienzi la De Luca ha dato vita, nel 1986, alla realtà del Teatro del Carro, una compagnia che con grandi risultati ha portato sulla scena in modo profondo ed innovativo i testi degli autori calabresi e rielaborato i classici del teatro e della letteratura con una visione costantemente originale. L’eredità di Michienzi oggi continua a vivere nella De Luca pronta, nonostante tutto,per affrontare nuove prove e ad aprirsi alle più interessanti collaborazioni

Dal 2012 al 2014 è. Con Luca Maria Michienzi, direttrice artistica del Progetto di Residenza Teatrale MigraMenti di Badolato.

FRANCESCA CHIRICO

Francesca Chirico è una giornalista e una scrittrice. Nata a Reggio Calabria, è redattore dell’archivio web  multimediale www.stopndrangheta.It, per il quale si occupa di cronaca nera e giudiziaria. Collabora con il mensile di analisi e documentazione «Narcomafie»; ha inoltre firmato reportage e inchieste per Liberainformazione e Linkiesta. Tra gli autori dei dossier Arance insanguinate – Dossier Rosarno e Radici/Rosarno, nel 2011 ha pubblicato il romanzo Arrovescio (Rubbettino editore), vincitore del premio letterario “Bruno Chimirri 2010”, del premio speciale della giuria del “Città di Siderno” e di una menzione al premio “Fortunato Seminara”.Il suo ultimo libro: Io parlo – Donne ribelli in terra di ‘ndrangheta racconta le donne che hanno infranto il silenzio preteso dalle cosche e assegnato loro dalla tradizione. Hanno combattuto paura e pudore e raccolto, non in egual misura, disprezzo e solidarietà. Qualcuna ha pagato con la vita. Sono le donne che in Calabria hanno reagito con la forza eversiva della parola alla violenza, al dolore, all’ingiustizia, sfidando la ’ndrangheta, ma anche un mondo che tace. Io parlo raccoglie e ricostruisce le loro storie, ripercorrendo, dai sequestri di persona e dalle faide degli anni Ottanta alle più recenti inchieste anti ’ndrangheta, gli ultimi trent’anni di storia criminale calabrese.