In passerella “La Fille Bertha” a Milano

 

Eleonora carisi Collage

 

Alessandra Pulixi, in arte “La Fille Bertha” è una illustratrice e street artist sarda con un ricco background in comunicazione pubblicitaria, arte visuale e psicologia. Lavora tra Milano e Cagliari e le sue illustrazioni spaziano dalla tela ai muri, carta, stoffa e legno. Prima di arrivare ai graffiti, Alessandra è passata per la pittura, l’illustrazione e oggi crea, frutto della sua passione per la moda, anche tutta una serie di accessori e cura  le illustrazioni editoriali  per “Fashion Illustrated” una rivista economia della moda.

Alessandra “La Fille Bertha”, fin da piccola, disegna attraverso una forma spontanea e compulsiva che si traduce in inesauribili bozzetti. Il suo immaginario visivo risulta popolato da creature dalle sembianze femminili, dai caratteri spesso animaleschi, che si mostrano allo spettatore con uno sguardo che racchiude al contempo un sottile filo di vanità e di mistero. Ermetiche, effimere, quasi inafferrabili, così le protagoniste delle opere sembrano fluttuare in una dimensione atemporale: una sorta di realtà rarefatta lontana dal frastuono del mondo contemporaneo, come sostiene l’artista: “Nascono sulla carta ma esistono prima in qualche luogo della mia mente, sono lì quasi assopite”. Le atmosfere, rese con toni pastello, sembrano suggerire dei luoghi silenti, magici e surreali che trasformano l’ambiente circostante in uno sfondo decorativo grazie all’alternanza di pattern irregolari che ne amplificano l’impatto visivo.

“La Fille Bertha” raccontano degli “spaccati” di sguardi e di figure colte come d’improvviso in un gesto, un’espressione, un frammento del loro mondo. Con un tocco femminile e aggraziato, i colori e le forme un po’ dolci e sognanti dell’infanzia, le storie illustrate di Alessandra conducono a viaggi misteriosi nell’inconscio, presso non-luoghi astratti e affascinanti della mente che aprono una finestra sull’altrove. Si incontrano signorine vanitose e un po’ distratte che hanno reso la sua firma inconfondibile.

Rivista Donna l’ha incontrata per voi…

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La Fille Bertha che cosa significa e cosa rappresenta? Parlaci della nascita di questo progetto…

Il nome “La Fille Bertha” è legato a un ricordo dell’infanzia. “Bertha” era il nome di un oggetto dell’infanzia. “La Fille”  invece deriva dal francese e vuol dire la ragazza, l’ho unito al nome Bertha in un momento successivo, suonava bene. Poi amo molto le lingue straniere e mi piace “giocare” con le parole.  Racchiude quindi un po’ quella che sono io rispetto alle mie radici, al mio vissuto, ciò a cui sono approdata nella mia vita. Questo “progetto” è il mio mondo. Ho iniziato a disegnare da quando ero piccola è una passione che ho coltivato giorno per giorno e che è poi diventata un lavoro.

Nelle tue creazioni prevalgono le donne, in genere molto colorate, che sembrano appartenere ad un altro mondo. Cosa rappresentano per te, da dove “provengono” e  riflettono la tua personalità?

Le figure femminili sono una costante nelle mie rappresentazioni, non so se possano essere considerate donne provenienti dal nostro pianeta. Sembrano provenire da un mondo incantato in bilico tra sogno e realtà. Hanno sembianze femminili, dai caratteri spesso animaleschi, che si mostrano allo spettatore con uno sguardo che racchiude al contempo un sottile filo di vanità e di mistero. Ermetiche, effimere, quasi inafferrabili. Nascono sulla carta ma esistono prima in qualche luogo della mia mente, sono lì quasi assopite. Hanno un aspetto molto romantico e riflessivo che rispecchia la mia personalità, pacata e riflessiva. Nel disegnarle, emergono le mie emozioni e sentimenti.

Oltre alla tua produzione artistica ti diletti anche in graffiti e murales.  Cosa rappresentano  per te?

Il mondo dei graffiti e dei murales mi ha permesso di esplorare su scala differente i miei personaggi,  e di confrontarmi in modo diretto con altre persone. Il passaggio è stato molto “naturale”, mi ha aiutata a definire meglio il mio percorso e rappresenta davvero, un mondo in continua evoluzione, un unico percorso che si evolve in differenti media sviluppando gli stessi concetti.  Sono inoltre un modo per lasciare la firma di un artista nel luogo in cui vengono realizzati.  Ho avuto occasione infatti anche di realizzare murales in Sicilia, a Favara, presso la “Farm Cultural Park” un centro culturale e turistico contemporaneo dove ci sono mostre permanenti di numerosi artisti. Una soddisfazione!

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Che messaggio vuoi dare con i tuoi disegni?

Lascio a ognuno la sua  interpretazione. Mi capita che mi dicano di vederle tristi, malinconiche, felici e con lo sguardo sognatore. E’ senza dubbio affascinante e divertente che ognuno abbia la propria percezione anche perchè, ogni persona, credo che in base al proprio stato emozionale percepisca il mondo circostante e l’arte in maniera differente. 

Dai disegni tradizionali su tela o altri supporti, per poi sviluppare le tue creazioni artistiche su t-shirt e borse. Cosa provi nel vedere che i tuoi disegni stanno diventando un brand?  

E’ una grande gioia. Mi piace molto vederli indossati e  incontrarne per caso qualcuno mentre passeggio per le strade di Cagliari con una mia borsa o maglietta. Rappresenta una evoluzione del mio lavoro che viene apprezzato e trova spazio in differenti settori artistici.

 

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 Ci sono degli artisti che hanno influenzato il tuo stile?

Per quando riguarda la street-art ci sono molti artisti che apprezzo, che non lavorano solo su muro. Le influenze riguardano però l’arte in generale, il design, l’illustrazione, la moda. Inoltre credo di aver ereditato la passione per l’arte dalla mia famiglia.

 

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Lo scorso Aprile  in occasione della Milano Desing Week hai realizzato una mostra personale intitolata “Contemplation”. Raccontaci questa esperienza…

E’ stata una vera soddisfazione poter realizzare questa mostra. Un punto di partenza e di arrivo per altre esperienze professionali.  Un’opportunità per farmi conoscere e ampliare i miei orizzonti in questo mondo. La Milano Desing Week è uno degli eventi più importanti nel panorama del design. Una straordinaria finestra sul mondo per il pubblico internazionale di professionisti e per gli appassionati. In questa occasione ho presentato illustrazioni che indagano il senso profondo del pensiero, della ponderazione e del lusso di concedersi del tempo per indagare sul senso dell’esistenza.

 

 

Eventi a Regola d'Arte Signed

Hai collaborato con Massimo Noli e Nicola Frau, fondatori del brand Quattromani, e hai partecipato alla sfilata che si è svolta  ad Altaroma a Febbraio di quest’anno  nella quale hanno sfilato anche gli abiti con i disegni che hai realizzato in esclusiva per la loro F/W ’15-’16: con il tema “Janas”. Raccontaci questa esperienza…

E’ stata un’esperienza unica e indimenticabile. Quando Massimo e Nicola mi hanno  parlato della loro idea di realizzare una collezione moda autunno inverno in cui emergesse la donna sarda stavo lavorando a un progetto personale sulle “janas”. Da qui è nata la magia, una serie di coincidenze personali che ci hanno portato a lavorare in maniera spontanea su questo tema.  E’ cominciato un lavoro a quattro mani, dove il  continuo confronto tra le nostre impressioni e riflessioni ci ha portato ad unire le idee e a concretizzare la nostra visione di donna. Io ho disegnato la grafica delle janas per la collezione. Abbiamo deciso di utilizzare le lavorazioni a telaio tipiche della tradizione tessile delle nostre terre e di unirle a tecniche sperimentali. Un modo molto stimolante per accostare manualità conservative della tradizione alla nostra necessità di ricerca del nuovo.

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Tra i tuoi lavori la collaborazione con la rivista economica di moda “Fashion Illustrated” di cosa ti occupi?

Fashion Illustrated è un progetto editoriale che parla delle tendenza moda di tutto il mondo. Io, mi occupo della creazione delle illustrazioni. Realizzo, in base alle caratteristiche del paese di cui stiamo parlando, degli abiti e delle donne che li indossano, delle illustrazioni spiritose, originali, uniche per ogni donna e nazionalità. Un lavoro stimolante e creativo dove ancora una volta il mio stile si esprime in una nuova forma d’arte.

Un sogno nel cassetto?

Poter partecipare a una mostra a Bologna con opere inedite. Poi, mi piacerebbe oltrepassare i confini dell’Italia e lavorare all’estero.

 Chef Rubio foto rivista

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