Giuditta e l’estate… i racconti di Chiara Pelossi

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Bikini, tankini, prova costume … specchi maledetti e rasoi che si inceppano, così inizia la mia estate.

Ai primi caldi mi viene l’ansia da prestazione e i sensi di colpa per non essermi iscritta al corso di “zumba” o in palestra si palesano come King Kong in tutta la loro grandezza, schiacciandomi sotto una coltre appiccicosa di piagnistei alternati a speranze alimentate da cene a base di minestrine e pranzi a barrette ipocaloriche.

Dopo essermi strizzata le natiche venti volte davanti allo specchio e aver rischiato un’ernia cervicale decido che quest’anno al mare non ci metterò piede, se non quando le nuvole renderanno il cielo plumbeo e le onde ingorde si mangeranno la spiaggia. In fondo mica l’ha detto il dottore che ci devo andare: la polmonite non l’ho fatta quest’anno e l’asma non sembra darmi noia.

L’unico neo di questa impopolare decisione potrebbe essere quello di precludermi incontri interessanti. Il bar sulla spiaggia all’ora dell’aperitivo, i bagnini che si aggirano aggraziati fra i lettini con i muscoli tonici spalmati di oli profumati idrorepellenti e l’occhietto da triglia, l’onnipresente odore di bombolone e le mamme isteriche urlanti al primo atterraggio di un granello di sabbia sulla loro pelle già dorata … mi mancheranno?

Forse quest’anno scelgo la montagna.

È pur vero che vedrò poca pelle in mostra e non potrò bearmi del “fuori forma …” degli altri, ma almeno non sarò io a giustificare la pigrizia di quelli che, come me, hanno fatto dell’arte del “rimandare” il loro mantra personale. Inoltre in montagna potrei anche riuscire a buttar giù qualche chiletto, si sa che l’aria fina aiuta.

Chiamo Giuditta, la mia migliore amica da vacanza. L’ho scelta fra tante perché: adora leggere, offre volentieri l’aperitivo e guida sempre lei. Le illustro brevemente il geniale piano che ho battezzato “Heidi torna a casa” che sembra piacerle parecchio, specialmente la parte in cui la rendo edotta sui costi: dormire in un B&B gestito da due allegri amiconi tedeschi sembra costare proprio poco.

Prenotiamo per i primi di giugno “periodo ideale per fare nuovi incontri” recita la guida del luogo un po’ ingiallita che ho trovato a casa dei miei. Al mare giugno é il mese delle nonne con i nipotini, delle famiglie nel fine settimana e del maglione alla sera. In montagna sembra essere il periodo ideale, me ne compiaccio e allegra riempio lo zaino di abiti leggeri e infradito che sfoggerò al bar dopo una lunga e ritemprante passeggiata nella natura.

Non ascolto i cori insistenti di gelose megere che mi avvertono che questo tipo di vacanza non fa per me, che la pigrizia sopra i 1000 metri non é contemplata e che il pile é d’obbligo. La sera prima di partire vengo assalita da dubbi amletici, avrò fatto bene a prenotare una settimana nel paradiso dell’alpinista per antonomasia? Insomma, non mi mancheranno la sabbia nel costume, i pianti dei bimbi che aspettano la fatidica ora del bagno o le nonne che immancabilmente ti raccontano tutte le loro degenze ospedaliere dell’anno?

Al mattino del tre giugno Giuditta, vestita di tutto punto, si ferma con la sua Fiat davanti casa mia. Scendo ostentando la poca sicurezza che riesco ancora a racimolare, purtroppo il resto l’ho lasciato da qualche parte e ora non riesco più a ricordami dove. Forse nella borsa della spiaggia dell’anno scorso schiacciata fra le aspettative e le speranze.

 

Di Chiara Pelossi-Angelucci