Incontriamo Eugenia Cervello “in primis l’orientamento esistenziale”

 

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Rivista Donna incontra Eugenia Cervello.

Eugenia Cervello è Presidente dell’Associazione culturale “Lumen”, Centro Studi e Ricerca sulle tecniche innovative di Comunicazione per la gestione positiva dei conflitti psico-sociali.

Docente di lingue e letterature straniere nell’ambito della Formazione;ex allieva di John Haynes (uno dei massimi rappresentanti della Mediazione familiare americana) e di Isabella Buzzi, è, oggi,Trainer nel contesto della A.D.R. (Risoluzione Alternativa al Conflitto), estesa agli ambiti: familiare, scolastica, penale minorile e interculturale. Iscritta dall’anno 2001 all’A.I.Me.F (Associazione Italiana Mediatori Familiari), ha conseguito, nel settembre del 2006, il titolo, a livello nazionale, di “ Osservatrice ed esaminatrice A.I. Me.F. di alto livello” di candidati alla professione di Mediatori familiari.

Ha conseguito, inoltre, a Nizza, il titolo di Advanced Master in Programmazione Neurolinguistica che le ha consentito di diventare Trainer Coach e a Roma, ha conseguito il Master universitario in Antropologia Filosofica e Forense, Criminologia e Tecniche Investigative Avanzate.

Già componente Distretto Sardegna Commissione Rapporti BPW International (F.I.D.A.P.A.); già referente per la sezione F.I.D.A.P.A. di Cagliari, Federazione Italiana Donne Arti e Professioni, per la Carta dei diritti della bambina. Socia fondatrice e membro del direttivo, in qualità di Consigliere, dell’Associazione multietnica ARCOIRIS. Già socia della Società Dante Alighieri (Comitato di Cagliari). Già socia dell’Alleanza Regionale.

Titolare della ricerca su “I conflitti del deviante con la propria famiglia”, condotta presso il Tribunale per i minorenni di Cagliari; Titolare del metodo didattico sperimentale su:”Il conflitto negli adolescenti”, applicato agli studenti della Scuola Media Inferiore; Titolare del metodo sperimentale, sui principi della Mediazione, resi operativi e applicati, nel campo formativo, agli adolescenti sottoposti alla messa alla prova; Titolare dello studio sul disagio della donna immigrata e, in particolar modo della donna rifugiata politica. Autrice di alcuni saggi e articoli sulla Mediazione scolastica e sulla Mediazione linguistico interculturale.

Autrice del Saggio” Streghe oggi, streghe ieri? Parliamone… Le streghe dall’età classica all’archetipo della strega del Macbeth shakespeariano”, presentato nel contesto del VI festival letterario “San Bartolomeo”, luglio-agosto 2011.

Master universitario: Antropologia Forense, Criminologia e Tecniche innovative di Investigazione; esperto in Antropologia Forense e Scienze Investigative, presso la Facoltà Pontificia San Bonaventura, in Roma. Da anni la sua attività professionale è indirizzata al recupero di ogni forma di disagio e di incomunicabilità anche attraverso l’Arte.

Prima di dare il via a una serie di incontri che contemplano diverse tematiche sulle quali confrontarci, vorrei iniziare nel definire antropologicamente , dunque oltre le numerose scuole di Alta Formazione, i tratti essenziali sui quali la Mediazione si fonda: essa, è in primis, un orientamento esistenziale, una disposizione naturale mentale, protesa al dialogo e alla ricerca di soluzioni pacifiche, soprattutto davanti a situazioni problematiche che si estendono a tutte le aree dell’esistenza umana; orientamento che, da sempre, guida l’uomo nel suo percorso di vita condotto con saggezza e con l’esperienza vissuta direttamente, messa, da quello stesso uomo, saggio e maestro di vita, a disposizione della intera comunità. Volgendo uno sguardo al passato per confermare l’esistenza di una pre-disposizione mentale innata alla pace e all’armonia, determinate dalla ricerca costante del dialogo, voglio soffermarmi per un attimo sui Fenici, nell’anno 1000, e sul loro modello di vita che contemplava i principi seguenti che riguardavano il negoziato per il vivere civile e democratico: creare il partneriato, risolvere le differenze amichevolmente, esprimere la tolleranza religiosa, rispettare la donna, confermare l’uguaglianza e tutelare la privacy; e che dire sulla Cina? E si parla del V secolo a.C., nonostante fosse un periodo storico afflitto da forme di anarchia e di instabilità politica, tuttavia essa fu illuminata dalle dottrine morali, politiche, filosofiche di Confucio, tese al costituirsi di una dialettica, quindi di un strumento che rendesse in equilibrio le forze opposte, ed estese nel 600 a.C. anche al Giappone, al Vietnam, alla Corea; similmente voglio posare lo sguardo anche sull’Occidente: l’antica Grecia sperimentò modalità con cui un terzo neutro riusciva ad attenuare le tensioni dei belligeranti e a ripristinare attraverso la dialettica un equilibrio tra le parti opposte: ricordiamo per esempio la maieutica di Socrate, strumento didattico di cui la Mediazione contemporanea si avvale. Ed ancora la figura del pater familias, nell’antica Roma, deputato a dipanare i conflitti del suo gruppo … e, in questo contesto,non voglio entrare, nel merito al potere che il pater familias esercitava, avente diritto di vita e di morte, sulla donna, nei ruoli di figlia e di sposa, e sui figli, ma voglio considerare la stessa analisi linguistica dell’etimo mediare, di provenienza, appunto, latina e che trova il suo equivalente nell’italiano ‘stare nel mezzo’, ‘interporsi’, espressioni verbali presenti nei nostri autori classici, inoltre, nelle XII Tavole della raccolta sulla normativa della Roma repubblicana, V secolo a.C., si fa cenno alla conciliazione. In India e nel Nepal, emerge la figura di Siddhartha Gautama, il fondatore del Buddismo, concepito come filosofia esistenziale che richiama una delle linee principali della mediazione: il raggiungimento della ‘giusta misura’ ai fini della liberazione del disagio, attraverso un percorso di rielaborazione del proprio vissuto conflittuale, percorso trasformativo che contiene i germi del rinnovamento. Le culture tribali o le piccole comunità o ancora la cultura dei nativi d’America, inoltre, trovano il loro punto di riferimento nella figura mediana dell’uomo saggio o nella figura dello sciamano, detentore di sapienza e di saggezza da estendere alla propria comunità.

Da un lato, dunque, ci ritroviamo davanti a un orientamento laico, alimentato da uno spirito di religiosità naturale, dall’altro ci ritroviamo davanti a un orientamento alimentato da una religiosità mistica – si ricordi la figura del Cristo, come espressione più alta interposta tra l’uomo e Dio, e la figura della Vergine Madre di Dio che diventa cammino di conversione per l’uomo verso la riconciliazione, appunto, con Dio- due orientamenti che, comunque, al di là della loro specificità religiosa- in quanto la finalità di questo incontro è mettere in evidenza i tratti che da sempre costituiscono la mediazione nella sua essenza- pongono al centro la figura umana preposta a trovare una sintesi riconciliativa al rapporto conflittuale dell’esistenza, cercando in essa un significato.

A partire dai primi del novecento, ed esattamente nel 1913, la Mediazione nasce negli Stati Uniti d’America, nel contesto del Dipartimento del lavoro, e nasce come percorso strutturato e sistematico attraverso l’utilizzo di tecniche applicabili ai fini della risoluzione delle controversie. Nel 1939, la Mediazione si estese al contesto familiare alle coppie in crisi e nel ’62, furono introdotte modalità e disposizioni nel merito al diritto di visita e di frequentazione del proprio figlio da parte del genitore non affidatario. La svolta decisiva fu, comunque, negli anni ’70 ad opera di un avvocato di Atlanta, nella Georgia: il suo divorzio vissuto con molta sofferenza lo condusse, durante un incontro con alcuni amici, a rivisitare la sua storia e a capire che quel dolore avrebbe potuto essere sublimato e trasformato in una energia dialettica esperienziale, messa a disposizione di tutti coloro i quali si sarebbero inoltrati in un percorso di separazione e di divorzio. L’interazione strutturata, dunque, tra l’esperienza vissuta e il momento presente acquisì i tratti di una dimensione procedurale e, in tal modo, le linee guida in Jim Coogler, diventarono sistematiche e strutturate, nel campo specifico della Mediazione familiare, quale criterio democratico e alternativo alla disputa legale, tesa costantemente e in un tempo che sembra essere interminabile verso il raggiungimento della rivincita sull’altro. Negli anni ’80, il Dr. John Haynes fu il fondatore e il primo Presidente dell’Accademia del Mediatori Familiari e nel 1991 fu nominato pacifista dell’anno dalla Community Mediation Services Inc. Da allora in poi, la Mediazione come modello culturale e operativo, applicabile a ogni area del sociale e del penale, si diffuse rapidamente, ecco alcuni riferimenti: Canada- 1984 nasce un servizio di mediazione per le famiglie; Gran Bretagna-1978 viene istituito il primo servizio di mediazione familiare, dove le famiglie hanno l’opportunità di trovare degli accordi nel merito al loro ruolo genitoriale e Londra, inoltre, vanta alcuni centri impegnati nella diffusione della formazione e della sensibilizzazione alla mediazione applicata ai differenti contesti: scolastico, comunitario, penale; Francia-1929 la mediazione trova le sue radici nell’EPE, Scuola dei genitori e degli educatori, definita di utilità pubblica nel 1952 e negli anni ’80 si diffuse ampiamente sotto l’influenza della corrente canadese; Italia – 1987 la mediazione si diffonde a Milano, a Genova, a Roma con il costituirsi di Centri e Associazioni per la gestione positiva dei conflitti attraverso le tecniche di Mediazione. Cagliari- 1996 nasce il primo Centro di Mediazione per mediatori, promosso dalla dottoressa Savina Pinna e condotto dal Dr. John Haynes e dalla dottoressa Buzzi. Oggi, sulla penisola e sulla Sardegna vi sono diversi Centri e Associazioni, tra queste ultime anche la Lumen, che si interessano di Alta Formazione sulla Mediazione estesa a tutte le aree del sociale e del penale, appunto, perché si concepisce la Mediazione come filosofia di vita, come cellula madre, contenente in sé i valori universali, che trascende la contestualizzazione e il metodo procedurale reso modificabile nell’applicazione in rapporto all’area conflittuale nella quale si va ad operare.

In breve, dunque, viene spontaneo ai non addetti ai lavori chiedersi chi è il mediatore di conflitti? Certamente, è molto difficile definirlo in due righe ed è bene fare una precisazione: il mediatore di conflitti non corrisponde alla figura del conciliatore o del giudice di pace: egli è un costruttore di pace, infatti, come ho prima fatto cenno, l’essere mediatori è una dote innata che si potenzia post- lauream con gli studi di Alta Formazione, resi successivamente operativi sul campo … studi che formano un terzo neutrale- il mediatore- all’ascolto, ad essere imparziale, ad essere affrancato dalle proprie emozioni, a rispettare l’equidistanza dalle parti coinvolte nel conflitto, a non formulare giudizi, ma a dare strumenti di pace che porteranno le parti al ripristino del dialogo, affinché le parti medesime, rese protagoniste del loro vissuto sofferto e rivisitato attraverso la narrazione, siano artefici e responsabili nella scelta di rinegoziare il loro futuro, e in particolar modo quando le parti stesse, scivolate nel buio del loro conflitto coniugale, riscoprono la responsabilità del ruolo genitoriale che implica stati di condivisione e di collaborazione nell’affrontare il percorso educativo- formativo dei propri figli e la gestione economica e patrimoniale attraverso il rispetto delle regole, ristrutturate e modellate al nuovo programma di vita.

Dott.ssa Eugenia Cervello

 

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PRESENTAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE “LUMEN”

L’Associazione “Lumen”, Centro di Mediazione e Istituto di Ricerca sulle tecniche innovative di comunicazione per la gestione positiva dei conflitti, costituita con Atto pubblico l’8 luglio 2005 e registrata il 20 luglio 2005, con sede legale in Quartu Sant’Elena n. 37, (Ca), nasce in un momento storico dove il significato dell’esistenza sembra essere offuscato dal “chiasso” e dal “disordine”, contesti nei quali la parola ha smarrito il suo aspetto magico di potere unificante, asse portante della Mediazione.

Finalità dell’Associazione:

  1. Perseguire la Formazione umana attuando la Mediazione come anello di comunicazione fra le parti in conflitto nel campo familiare, scolastico, linguistico, interculturale, sociale, penale minorile
  2. Promuovere la sensibilizzazione alla Mediazione e alla gestione positiva del conflitto negli ambiti sociale e penale.

Operatività:

  1. Attività di ricerca e di sperimentazione sulle tecniche innovative di comunicazione applicate in sede di conflitto agli ambiti psico-sociale e penale;
  2. Azioni mirate alle famiglie con problematiche relazionali generazionali e intergenerazionali;
  3. Azioni positive per la promozione dei diritti, per l’esercizio dei diritti civili fondamentali, per il raggiungimento della fruizione dell’ambiente urbano e naturale, per lo sviluppo del benessere dell’individuo e della qualità della vita, valorizzando e rispettando ogni diversità;
  4. Attività di sperimentazione di servizi socio-educativi strutturati sui principi della Mediazione e diffusione delle tecniche innovative di comunicazione, applicate all’area scolastica e formativa attraverso la promozione e l’elaborazione di progetti e modelli di formazione;
  5. Azioni mirate alla ricerca sulle cause che conducono alla dispersione scolastica;
  6. Azioni mirate a sviluppare l’elemento linguistico, considerato veicolo di comunicazione e portatore di cultura;
  7. Azioni mirate alle donne che vivono situazioni problematiche e di forte disagio;
  8. Realizzazione di convegni, seminari, eventi culturali mirati allo scambio esperienziale nel campo della comunicazione: regionale, nazionale, internazionale.
  9. Editoria e pubblicazione delle metodologie sperimentali didattiche per il recupero del potenziale umano.

Potenzialità scientifico-culturali

La ricerca e la sperimentazione delle nuove tecniche di comunicazione hanno come obiettivo il recupero delle risorse umane per promuovere, tutelare e garantire i diritti della persona.