Renato Balestra, la Grecia e il suo splendore protagonista della collezione Primavera Estate 2016

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Renato Balestra è un vero Maestro, genio divulgatore di classe ed eleganza a livello internazionale. Ha vestito personaggi di notorietà mondiale: regine, attrici, imprenditori. Usa solo ed esclusivamente tessuti morbidi come lo chiffon. Le sue creazioni di alta moda sono sinonimo di eleganza, buon gusto e raffinatezza.  Per lui “L’Alta Moda è un sogno: è un po’ come un gran gioiello che si può realizzare sbrigliando la fantasia per soddisfare qualsiasi esigenza romantica e non solo”.

Recentemente ha presentato la sua nuova collezione Primavera Estate 2016 ispirata agli dei dell’Olimpo.

Rivista Donna l’ha incontrato per voi…

Recentemente ha presentato ad Alta Roma la Sua nuova collezione P/E 2016: quali i simboli e le nuance portate in passerella?

I simboli sono stati un’ispirazione agli dei dell’Olimpo; in modo particolare ad Atena ed Apollo. Ho utilizzato molto il bianco, un arancio solare, quasi iridescente, accompagnato da un oro quasi intagliato. Ho scelto come Musa ispiratrice la cultura ellenica proprio perché il mio era un voler interpretare la purezza delle linee attraverso un moderno modo di interpretare questa grande cultura e civiltà; d’altronde la Grecia ci ha ispirati in tutto lo scibile umano: è stata una grande Maestra della civiltà moderna. Ciò che più mi affascina è che siano esistite civiltà pregreche e prefaraoniche, testimoniate da varie fotografie, più evolute della nostra; ma sebbene alcuni scienziati abbiano ventilato questa teoria a mio avviso è un buio nel quale non ci si può immergere perché, purtroppo, sono così talmente antiche che non hanno lasciato traccia.

Dopo il successo riscosso ad Alta Roma la Sua collezione vola a Dubai con un defilé sensazionale che incanta “Palazzo Versace”…

Io non sono stato presente personalmente ma ho mandato dei miei rappresentanti. È stato un grande successo: ho ricevuto un mare di congratulazioni; ad esempio “Velvet Magazine” ha pubblicato molti dei miei modelli, con l’auspicio di poter tornare in Autunno nuovamente in medio Oriente.

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La Sposa Balestra 2016…

La Sposa Balestra 2016 è un grandissimo mantello ricamato in pizzo bianco che si apre in due ali di farfalla sotto un vestito drappeggiato in chiffon bianco, quasi a ricordare una Vestale greca.

Maestro, quali sono i tessuti che Lei predilige maggiormente, e perché?

Sono solo ed esclusivamente tessuti morbidi: non amo i tessuti che inscatolano ma che si muovano in maniera fluida con l’incedere della figura accompagnandone il movimento. Amo molto lo chiffon, crespi leggeri, naturalmente tutti in fibre naturali, meno qualche rara volta in cui si richiede speciali trasparenze.

Per Renato Balestra l’Alta Moda è sinonimo di…

E’ sicuramente sinonimo di eleganza, buon gusto e raffinatezza. L’Alta Moda è un sogno: non c’è bisogno di compromessi a livello di costi e produzioni; è un po’ come un gran gioiello che si può realizzare sbrigliando la fantasia per soddisfare qualsiasi esigenza (romantica oppure di creatività che essa sia).

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Dove trova l’entusiasmo che dà vita a collezioni così prestigiose?

Non si tratta certo di ispirazioni che vengono sedendosi a tavolino con la matita ed un foglio bianco, ma da impulsi e sollecitazioni quali, ad esempio, un bel quadro, la musica, un buon libro, una poesia, un viaggio, un incontro i quali, a loro volta, sono in grado di suscitare un’ emozione.

 Verso quali tipologie di donne ispira le Sue collezioni?

Io amo soprattutto vestire Signore che amano se stesse, che sanno, cioè, esprimersi attraverso il modello ed interpretare la propria personalità scegliendo dei modelli adatti alla propria fisicità.

 Lei viaggia molto in giro per il Mondo sempre alla ricerca di nuove ispirazioni: quali sono i viaggi che più ricorda con commozione, e perché

Il primo viaggio che ricordo tutt’ora con estrema commozione è quello compiuto dopo aver ultimato gli studi di Ingegneria: mio padre per quell’occasione mi regalò un biglietto con il quale ho potuto girare per il mondo osservando otto paesi diversi; un altro viaggio che decisamente porto dentro il mio cuore è stato quello in cui sono partito alla volta del mio amato Oriente ( naturalmente collegato com’è con la filosofia orientale della quale io sono profondamente affascinato): Thailandia, Malesia, Indonesia; o ancora l’America. Io sono del parere che viaggiare sia più istruttivo di un libro: si possono accogliere cognizioni dalle varie religioni, dai costumi e dall’arte dei vari paesi visitati a presa diretta.

 … sono previsti prossimi viaggi in agenda?

Sì certo, sono previsti altri viaggi in calendario: ritornerò in medio Oriente, nel mese di luglio, invece, sarò in America per poi tornare in Autunno nuovamente in Oriente .

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 Cosa non può assolutamente mancare all’interno della borsa di una Signora?

Beh, io sono abbastanza pratico in queste cose!(sorride, ndr): penso piuttosto ad oggetti che siano più necessari nella vita di una giornata come, ad esempio, trucchi e rinfrescanti. Ma al di là del maquillage credo fermamente che non debba mai mancare un buon libro.

Lei, Maestro, è senza dubbio un uomo dalla personalità eclettica: come si è trovato a rivestire i panni di inviato ed attore?

Mi sono trovato benissimo! Io sono una persona molto riservata, alcuni mi hanno definito un po’ “algido”, ma il mio è semplicemente un gran rispetto degli altri. Io sono molto riservato perché parto dalla considerazione che il mio “io” non merita di essere svelato ed invece trovandomi proprio di fronte ad un mezzo che per antonomasia ha il potere di svelare sono riuscito pian pianino ad aprirmi; ho trovato soprattutto connessione con la gente, per cui se dapprima mi sentivo chiamare “Maestro” adesso mi chiamano semplicemente “Renato”, cosa che a me fa enormemente piacere.

Fin dall’infanzia Lei ha coltivato la passione per la pittura e la musica, dedicando al pianoforte diverse ore della giornata: riesce tutt’ora, nei ritagli del tempo libero, a dedicarsi a questa Sua passione? Quali sono i compositori che Lei predilige maggiormente, e perché?

Purtroppo devo confessare che non ho abbastanza tempo per dedicarmi a questa mia grande passione. Io ho, come per tutte le cose, un gran rispetto per l’Arte per cui la musica significa per me mani che scorrono, padronanza assoluta della tastiera, esercizio continuo, cosa che, a malincuore, non ho potuto più praticare; il fatto stesso di disegnare costumi per l’Opera è stato per me un modo per interpretare la Musica attraverso il mio lavoro. Io non faccio distinzione alcuna: per me la Musica è tutta bella purchè dia un’ emozione e sappia smuovere qualcosa che parta da dentro. Ricordo ancora con grande gioia e commozione la prima volta che sono stato ad un Concerto: “Morte e Trasfigurazione” di Strauss; è stato al tal punto estasiante da non dormirci la notte! I miei gusti spaziano da Puccini a Verdi per passare anche attraverso quei compositori più “difficili” del calibro, ad esempio di Wagner. L’Arte, a mio avviso, deve sempre avere come fine ultimo quello di comunicare qualcosa: molto spesso, difatti, non mi trovo in sintonia con l’Arte contemporanea perché parto dall’idea che se mi si deve spiegare la creazione artistica in questione già non è più valida; io posso comprenderla meglio acculturandomi, ma già il primo impatto deve toccarmi l’anima.

…crede che queste Arti possano aiutare a fungere da stimolo per il Suo lavoro?

Sì, decisamente: la musica fa parte della nostra vita in maniera eclatante perché abbiamo tutti delle musiche che hanno segnato alcuni momenti della nostra vita: ci accompagnano e ci suonano dentro.

 Grecia antica come simbolo di perfezione e purezza di linee: quale la Sua opinione in merito alla critica lanciata contro canoni troppo rigidi e ferrei imposti dalla Moda?

Io, per quel che mi riguarda, non ho mai preso modelle troppo magre perché non mi piacciono i vestiti su uno scheletro ma nello stesso tempo come un bel quadro ha bisogno di una bella cornice così anche la modella deve riuscire ad interpretare ciò che indossa. Ricordo che un tempo le grandi modelle, prima di uscire, si mettevano di fronte lo specchio e cercavano l’incedere giusto e la posa giusta; interpretavano, cioè, il vestito. Io preferisco una modella non perfetta ma che sappia, appunto, indossare un modello con classe e personalità.

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 Qual è, a Suo avviso, l’arma vincente del Made in Italy?

La creatività, il gusto che viene filtrato da secoli di cultura, il non voler strafare ma restare sempre sobri ed armoniosi.

Lo scorso Dicembre il Suo Atelier, sito a Roma in Via Cola di Rienzo, 9, si è trasformato in uno “ snow kids garden”; non solo lustrini e paillet, dunque, ma grande attenzione è stata posta anche a tematiche sociali…

Sì, io amo molto poter mettere il mio lavoro al servizio del prossimo: io ho fatto sfilate, ad esempio, per raccogliere fondi devoluti al “Bambin Gesù”; ho messo il mio lavoro al servizio dei “pequenos” del Perù; per i giovani talenti della Moda; per i poveri della Thailandia. È una grande soddisfazione quando mi ringraziano per aver contribuito a risolvere dei piccoli problemi a sfondo sociale ed umanitario

 Tra le tante cose Lei è anche membro attivo del “No Longer Empty”: di cosa si tratta?

È un’Associazione americana messa sù da un mio grande amico di New York, Asher Remi Toledo, che promuove tute le associazioni più recenti newyorkesi e tutte le manifestazioni cultuali più innovative, per cui attraverso queste mostre e queste creazioni cerchiamo di colmare dei vuoti che a volte ci sono nella cultura: un esempio su tutti le manifestazioni che si svolgono nella mia amata Miami.

 Progetti futuri…

Ho in mente così tante cose! ( ride, ndr). Intanto preparare la nuova Collezione dell’Alta Moda; poi i viaggi in Oriente da organizzare, ognuno dei quali prevede delle creazioni fatte “ad libitum” come, ad esempio, sei modelli creati proprio interpretando la storia del paese; altri viaggi, invece, sono destinati a Miami.

Di Adam Rizzi