Film, Giffoni Generation: Conta su di me 

Conta su di me, il film premiato al Giffoni

Il titolo originale di Conta su di me è: “Questo stupido cuore”. Al centro di tutto c’è proprio lui, quel muscolo involontario da cui dipende la nostra vita e che, nel caso del quindicenne David non ha mai funzionato a dovere.    Fin dalla nascita, gli ha causato un’infinità di problemi fisici ed effetti collaterali, con un’aspettativa di vita limitata.

E’ considerato e sa di essere un malato terminale. Il suo stesso cuore influenza i suoi rapporti affettivi col resto del mondo. David è un ragazzo bello, spiritoso e intelligente e sembra impossibile che abbia vissuto sempre con la sola compagnia dei giovani malati della scuola ospedaliera e della madre.

E’ vero che questo è un film e ci sono tanti particolari collegati alla finzione ma si basa su una storia verosimile e autentica. Viene da pensare che in molti si trovino nella sua stessa situazione ma senza avere la fortuna di avere degli amici o semplicemente qualcuno che li aiuti a realizzare qualche piccolo desiderio.

Conta su di me è un film che parla di una malattia inguaribile vista attraverso gli occhi di chi ignora o addirittura persone che fungono da ostacolo.

Il mondo è in maggioranza, indifferente al dolore degli altri, e solo il contatto diretto con chi soffre può cambiare il punto di vista di chi ne è immune, fino a trasformare la sua percezione del mondo.

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Nel film, Lenny, che pensa solo alle ragazze e passa le notti a stordirsi in discoteca e rincasa ubriaco al punto da parcheggiare la sua lussuosa macchina in piscina, viene “condannato” dal padre, un cardiochirurgo pediatrico, a fare compagnia a un suo giovane paziente e ad esaurire i suoi desideri.

Buttato fuori di casa, Lenny ci prova, guidato dal proprio interesse, pensando di cavarsela con qualche regalo e senza impegnarsi. Quello che non ha messo in conto è l’ostinazione di David, che trova in lui un fratello maggiore più fortunato ma problematico, così risveglia in lui la sua propensione all’altruismo. La loro diventa amicizia e il tempo che trascorrono insieme,  dà a David fiducia e speranza e fa uscire entrambi dalla loro prolungata infanzia. 

Si alternando momenti drammatici a scene divertenti e toccanti. Il suo merito principale sta nel non scivolare mai nella pietà, in cui viene confezionate confezione una storia fluida e convincente, dove i due protagonisti sono dei bravi interpreti, belli e affiatati come Elyas M’Barek, e il quasi debuttante Philip Noah Schwarz.

Se vi sembrano troppo perfetti, niente di cui preoccuparsi: il regista Mark Rothemund ha lasciato, durante la presentazione, durante titoli di coda, una sequenza in cui vediamo i due veri protagonisti della storia scoprendo un lieto fine che non immaginavamo.

E’ già da un po’ che dalla Germania arrivino delle commedie interessanti, non banali sui rapporti umani.

In questo caso contornati di sincerità rivolti a un pubblico in grado di apprezzarlo: infatti Conta su di me ha vinto al festival Giffoni il premio Generation + 13.