Sanremo 2019: Intervista ad Ultimo

Ultimo tramite un’intervista parla di se, e della sua carriera.

«Le cose belle sono quelle che rimangono nascoste»

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Niccolò Morriconi, in arte Ultimo, a soli 23 anni, racconta la sua esperienza e ciò che prova mentre attende la sua performance al Festival di Sanremo. 

Presenterà il brano “I tuoi particolari”.

Niccolò Morriconi, ha un carattere particolarmente schivo e riservato. La sua testa è colma di parole e musica.

Scrive canzoni dall’età di 14 anni, senza dimenticare la vincita di Sanremo Giovani 2019, con il singolo Il ballo delle incertezze. Da quel momento ha scalato le vette del successo.

Dai primi concerti di fronte a circa 600 persone, fino ad oggi dove è stata già annunciata la data del suo concerto allo Stadio Olimpico di Roma. Si terrà il 4 Luglio 2019.

Avrà chiamato un suo singolo ‘La Favola’, perché il suo ultimo anno è stato proprio così, una storia a lieto fine.

Il tour parte da aprile, ma è già tutto Sold Out!

Ultimo ha due album nella top 10 dei più venduti:“Pianeti” e “Peter Pan”.

Il ragazzo appena 23 enne ha il ruolo del favorito in questa edizione del Festival, infatti le quote degli scommettitori parlano chiaro.

Il suo brano si intitola “I tuoi particolari”, una ballata intensa che parla di un amore giunto al termine.

Infatti è da un po’ che di foto con la sua dolce Federica, sui social non se ne vedono più.

L’8 Febbraio, la serata dei duetti, Ultimo ha scelto Fabrizio Moro, il cantautore che ha vinto tra i più grandi dell’anno scorso in coppia con Ermal Meta, con il singolo “vicino di casa”.

Entrambi provengono dal quartiere di San Basilio di Roma.

Il suo prossimo album, “Colpa delle favole”, è previsto in primavera. 

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Ecco l’intervista di Ultimo:

Per Claudio Baglioni il tema di questo Festival è l’armonia. Cos’è per te?

Tante volte è un pretesto per trovare un motivo per andare avanti. Dipende sempre dalla persona, ognuno di noi ne ha visione differente.

Il tuo brano si intitola “I tuoi particolari”, ce lo racconti?

Si cerca sempre di spiegare le canzoni, di dare un senso. Eppure non sempre ce l’hanno. Nelle canzoni si mette qualcosa che qualcuno ha vissuto, mischiato a qualcosa che uno vorrebbe vivere. E ci si fa un brano. Non sono mai in grado di spiegare le mie canzoni, ho sempre cercato di farlo, anche mentendo. Credo che i brani debbano essere rimanere protetti, mai spiegati. Farlo è un po’ andare a forzare un concetto che è già scritto nella canzone.

Quali sono “i tuoi” particolari?

Tutte le cose che uno non fa e non dice. Le cose belle sono quelle che rimangono nascoste. Che tutti noi abbiamo.

Che effetto ti fa tornare all’Ariston tra i Big?

È una grossa responsabilità soprattutto perché quest’anno sento una forte pressione forte, importante. Però spero di vivere quest’esperienza con la stessa incoscienza con cui ho vissuto l’anno scorso. L’inconsapevolezza e una sana ingenuità sono una via d’uscita notevole per questi grandi appuntamenti.

Sei dato tra i favoriti, come lo vivi?

È una responsabilità. Anche perché poi arrivi secondo e per la gente hai perso. Ecco, non deve passare questo messaggio perché poi finisce che me la vivo come fosse una partita di Champions League e non è così. A Sanremo si va a presentare la propria musica e il mio intento è quello di far arrivare la mia canzone. È ovvio che a tutti quelli che partecipano sentirsi dire “arrivi primo” fa piacere però non si può neanche pensare di andare a Sanremo sperando di vincere.

Per la serata dei duetti hai scelto Fabrizio Moro, perché lui?

Fabrizio rappresenta un me più grande. In ambito musicale ho sempre avuto poche persone con cui confrontarmi, lui è una di quelle poche. Mi ha dato una mano e si può dire che mi abbia “scoperto”. Mi ha dato subito fiducia, è stato il primo a farlo, mi ha portato nei suoi live e glielo riconoscerò per sempre. E poi perché è un artista che ho sempre ascoltato. Ho visto un sacco di suoi concerti! E continuerò a farlo.

Da Sanremo Giovani, lo scorso febbraio, a oggi hai vissuto un anno incredibile. Come lo stai gestendo?

A volte cerco di essere cinico, obiettivo e soprattutto di rimanere lucido. Però tante volte mi rendo conto che è un po’ difficile. Sono successe cose talmente grandi e belle che uno come finisce per andare a trovare sempre qualcosa che non va. E quando vai a cercare qualcosa che non va in qualcosa di grande, trovi qualcosa che non va grande. È l’unico rovescio della medaglia. Io sono un po’ pessimista e vedo sempre anche quello che non va. Quindi diciamo che me la sto godendo ma cerco di vivere più che posso in modo lucido. O almeno ci provo.

Hai mai paura che stia andando tutto troppo in fretta?

Sì, ma è una paura bella. A chi mi dice che sto facendo il passo più lungo della gamba però rispondo che non si può sempre cercare il pelo nell’uovo, perché se tutti facessimo il passo più lungo così, sarebbe un mondo migliore, secondo me. E comunque c’è sempre chi ha da ridire: se lo fai lungo e se non lo fai. Allora tanto vale fare quello che ti pare, tanto vieni sempre etichettato, senza retorica. Ogni scelta, diciamo, è opinabile.

Dai tuoi social si vede che ami molto il cibo. Prima cena a Sanremo, cosa ordini?

Sono malato di cibo. Io vivo di cene, vino e amici, cerco di farlo ogni sera con qualcosa di buono. Di Sanremo mi ricordo un posto molto buono, dove fanno pasta e vongole. Ecco, ci attacco un buon bicchiere di vino bianco e inauguro così il mio arrivo.

Ultimo libro letto.

“Uno nessuno centomila” di Pirandello. L’ho riletto per la seconda volta.

Il colore che ti rappresenta.

Non lo so, ma il mio preferito è il verde acqua.

Il tatuaggio a cui sei più legato.

Il primo che ho fatto. Avevo 15 anni e mi tatuai prima di partire per un viaggio a Cracovia. Per vari motivi personali è uno dei periodi più belli della mia vita.

Sul comodino nell’hotel di Sanremo?

Il telefono.

(Intervista di Donna Moderna)