Nel labirinto della coscienza: di Ercole Renzi

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Il titolo che ho scelto per questo contributo settimanale è quello dato al Convegno Nazionale di UPDA svoltosi a Roma nello scorso weekend:

Nel labirinto della coscienza.

È una metafora che rappresenta la situazione di dolore e di sofferenza di chi, vittima della propria coscienza, si trova imprigionato e impaniato in una vita piena di rimpianti, di rimorsi e di rancori da cui non riesce a venir fuori.
 
Perché la coscienza è riflessione, è pensiero che pensa se stesso, è il trarre le somme sui nostri modi di agire nelle occasioni importanti della vita, è il nostro punto di vista su noi stessi.

È il saldo delle partite vinte o perse nel conflitto per affermare la nostra identità contro chi (i genitori e loro duplicati) cercava di impedirlo.

A suo tempo abbiamo forzato le situazioni per perseguire i nostri sogni in piena libertà perché avevamo una motivazione sostenibile che ci garantiva la spinta motivazionale e la determinazione giuste per andare avanti e vincere le nostre battaglie.
 
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La coscienza è lì a ricordarci tutte le volte che i fatti della vita ci hanno dato torto, quando le partite importanti le abbiamo perse, quando le profezie di chi a suo modo ci amava e voleva il nostro bene, si sono avverate, quando il dubbio profetico che volevamo sconfiggere ha trovato conferma.
La coscienza ci mette di fronte al pensiero di incapacità, ci fa dubitare di noi stessi, può spingerci fino a un vero e proprio commissariamento psicologico per cui deleghiamo agli altri la gestione dei fatti importanti della nostra vita e lasciamo che siano loro a pilotare la nostra nave dimettendoci dal ruolo di comandanti. 
La coscienza diventa una sorta di genitore sostitutivo che obbliga a celebrare il genitore originale per tutta la vita; un genitore sostitutivo che, con la sua presenza virtuale nella nostra mente, rinnova impedimenti, rimbrotti, regole e rimproveri accompagnati da sguardi, espressioni del volto, silenzi….
 
E nel momento in cui pensiamo di uccidere simbolicamente il genitore per liberarcene, in realtà uccidiamo noi stessi perché non vogliamo metterci alla prova e sfidare l’idea che aveva di noi, non vogliamo correre il rischio di riprovare lo stesso dolore e allora meglio rinunciare che giocare la partita.
 
Ed ecco che, piano, piano, il labirinto comincia a manifestarsi, a ingrandirsi e a diventare sempre più intricato. Ecco che il disagio psicologico si rinforza per divenire disturbo e poi dolore fantasma, somatizzazione, fino alla malattia organica vera e propria.

Ma noi possiamo uscire dal labirinto della coscienza perché dobbiamo essere la soluzione e non la causa dei nostri problemi.

Ed ecco le parole di Stefano Benemeglio pronunciate all’interno del convegno: 

Cura il tuo pensiero e liberalo dall’inquinamento del dispiacere e del rammarico, 
accelera l’evoluzione della tua vita, ama le cose belle di te 
e non aver paura del tuo pensiero: 
tu sei colui che lo crea, il detentore. 
Non lasciare che altri prendano il tuo posto a tua insaputa.
Il pensiero governa le tue azioni, tu governa il tuo pensiero!

Le Discipline Analogiche, che avrai avuto modo di conoscere e di apprezzare, ti offrono questa inedita e affascinante possibilità di conoscere te stesso per liberarti dai vincoli che impediscono di vivere serenamente ed efficacemente i rapporti con la realtà esterna.

 
Perché ti insegnano il dialogo con il tuo sé più profondo per rovesciare ogni rapporto di sudditanza, ogni pensiero di incapacità, ogni vincolo di scelta e per vivere le tue emozioni in piena libertà e in pace con la coscienza. 
 
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Con l’occasione desidero invitarti alla presentazione dei corsi di Ipnosi Dinamica e di Comunicazione Analogica non Verbale dell’anno accademico 2019-2020 che inizieranno a Cagliari e a Sassari-Porto Torres nel prossimo autunno, di seguito troverai le informazioni per raggiungermi e comunque ricorda:
 
La vita concede sempre una nuova opportunità di diventare migliore!

Buona settimana!

Ercole Renzi