Giada Martelli e la sua autobiografia

Giada Martelli ha voluto raccontare la sua storia, al fine di sensibilizzare le donne

Ha voluto raccontare a Rivista Donna alcuni tratti del suo passato ed alcuni passi del suo libro autobiografico.

Il fine è semplice, quello di far capire ciò che le donne devono affrontare tutt’oggi.

Giada-Martelli-RivistaDonna.com

Mi chiamo Giada Martelli, sono di origine italo tedesca e abito a Camaiore in provincia di Lucca.

I miei retroscena nasce nel 2013, quando ho avuto l’idea di buttare giù una prima bozza letteraria della mia vita, come una sorta di diario segreto per sfogare le mie emozioni più represse.

Nel giro di un anno buttai giù questo mio progetto letterario capendo che stava venendo un bel lavoro, che mi sentivo più leggera dentro, come fosse stato terapeutico, e che forse potevo davvero aiutare nel mio piccolo altre Donne come me, vittime di violenze domestiche, forse dai miei errori e dal mio racconto avrei potuto dare speranza a chi subisce situazioni terribili di questo genere.

Quando ho proposto la mia autobiografia alla casa editrice Kimerik con grande sorpresa solo dopo pochi giorni ho avuto una risposta positiva facendomi dei complimenti che non mi aspettavo e che mi hanno fatto credere di più in me stessa,e nelle mie capacità di scrittrice.

A maggio 2018 la pubblicazione,un giorno importante per me in quanto arrivò la consapevolezza di aver finalmente trovato la mia strada,e che la vita mi aveva portato alla serenità tanto cercata.

Poi di seguito l’interesse mediatico e pubblico con messaggi e recensioni che mi hanno commossa moltissimo.

Voglio cominciare a raccontarvi come inizia la mia autobiografia.

Nasco e cresco in un ambiente ostile, il rapporto tra i miei genitori purtroppo era molto aggressivo, ricordi indelebili nella mia mente che ho preferito sotterrare crescendo, e speravo non capitasse nella mia vita vivendolo da protagonista.

Dopo la mia orribile esperienza ho trovato finalmente il coraggio di dire a tutti che non è colpa nostra, non siamo noi Donne a provocare questi comportamenti inaccettabili, ovviamente cambiando il nome del mio carnefice per non andare incontro a conseguenze legali fastidiose e ingiuste aggiungerei.

Ho messo il cuore nelle mani di chi legge, con un riscontro a dir poco positivo, eliminando la paura dell’opinione pubblica che poteva scatenare un genere così particolare e complesso, visto che parlo anche della mia sessualità scoperta crescendo, e capire di essere attratta anche dal mio stesso sesso mi spaventò e mi fece sentire scomoda fino al giorno in cui ho capito che non dobbiamo vergognarci di chi siamo.

La mia autobiografia comincia proprio raccontando la mia infanzia, e nel primo capitolo faccio una breve premessa

…Mia madre, nata a Stoccarda, viveva con la madre e le sue sorelle, quando un giorno si innamorò di un ragazzo italiano. Aveva solo 15 anni quando rimase incinta di me, si sposarono, lo chiamarono matrimonio riparatore, lei non era convinta di quel rapporto, ma vista la giovane età seguì le volontà della famiglia. Mio padre era nel campo edile, un buon lavoro con cui riusciva a mantenere la famiglia, vivevano già da anni in Italia nella bella Toscana in una modesta zona appena fuori il centro della città, dove al momento avevano trovato una casetta contornata da un bellissimo giardino spazioso nel quale potevo giocare con le mie amiche. Con l’arrivo della mia nascita lei sperava di diventare felice, di essere una famiglia unita, non avrebbe mai immaginato che sarebbero stati 6 anni di dolori e violenze…

Poi la partenza di mia madre per l’estero.

18 anni appena compiuti ed una scelta lavorativa discutibile per molte persone, ma che mi ha permesso di sopravvivere: la ballerina nei locali notturni.

…Nel mese del mio 18° compleanno,mia madre decise di partire e di andare a rifarsi una vita insieme a suo marito e alla figlia all’estero, Frank aveva una sorella in Inghilterra, avevano il suo appoggio per ricominciare. Mi chiesero se volevo seguirli, ma stavo diventando maggiorenne, era giusto che li lasciassi andare. In fondo, ricostruirsi una vita è il diritto di ogni persona…

In quel momento della mia vita però ero sola, in strada visto lo sfratto fatto ai miei genitori, e non avevo una persona accanto affidabile visto che il fidanzato che avevo mi faceva dormire in macchina.

…Mi soffermai su un annuncio in particolare, cercavano animatrici notturne, fui subito incuriosita, soprattutto dai guadagni che promettevano, telefonai senza esitare e mi fissarono subito un appuntamento…

…Arrivò finalmente il gran giorno, emozionatissima mi preparai al meglio, un bel vestito, un bel trucco, finalmente pronta per andare all’appuntamento con il destino, che per strano scherzo della sorte, proprio di questo si trattava…

In questo percorso artistico ho capito di essere attratta dal mio stesso sesso.

All’inizio me ne vergognavo, ma poi con il passare del tempo ho capito che dovevo accettare questo lato di me, e che non mi dovevo vergognare, ma viverlo con serenità.

Purtroppo la scelta di questo lavoro ha portato nella mia vita molte situazioni negative.

Mi ha permesso di sopravvivere, è vero, ma tutto questo ha avuto un prezzo molto alto da pagare nel tempo.

Momenti di depressione, momenti di solitudine, sentirsi sbagliati, una serie di relazioni distruttive che mi hanno portata persino a mettere in dubbio quanto valesse la mia vita, fino ad arrivare alla relazione violenta.

Un ragazzo all’apparenza normale, gentile, educato, rispettoso, dolce, che all’improvviso tira fuori questa parte di sè fino ad allora inimmaginabile.

…Decise di trasferirsi da me, era premuroso e comprensivo quindi decisi di accontentarlo nella sua richiesta di smettere di lavorare nei locali notturni, mi disse che avrebbe pensato lui a me e che non ci sarebbero stati problemi. Il primo mese pensai di aver trovato una bella persona, ma nel giro di poco tempo venne fuori il suo lato oscuro. Cominciò col sequestrarmi il telefono e cancellare tutti i numeri in rubrica, non voleva che io avessi più rapporti con nessuno dei miei amici o amiche, e questo fù solo l’inizio…

…Decisi di chiudere con lui, gli dissi che non mi trovavo con il suo carattere.

Quel giorno, dopo avermi ascoltata, prese l’alcool etilico, se lo buttò sulla pelle, su tutto il corpo, poi mi disse:

-Sei sicura che sia finita?-

Prese l’accendino, lo accese e si diede fuoco. Io presa dal panico presi subito uno strofinaccio e cominciai a spegnere le fiamme, era ustionato un po’ dappertutto, le mani, le gambe… Quando realizzò ciò che aveva fatto si buttò nella vasca riempita di acqua fredda. Mi spaventai talmente tanto che decisi di non lasciarlo…

Da qui parte il racconto di vicissitudini molto gravi, il farmi sentire sbagliata, calpestando ripetutamente la mia autostima, distruggendo la sicurezza di me stessa in tutti i modi possibili.

…Finalmente soddisfatto, mi guardò senza parlare,con un espressione compiaciuta di se stesso, poi mi disse:

-Ora, se veramente mi ami, mi fai un pompino e poi ingoi.-

Volevo scappare via, ma che avevo fatto per meritarmi tutta questa cattiveria?

-Ma che cosa stai dicendo, sei impazzito?-

-No non sono impazzito, io voglio che tu mi faccia un pompino, altrimenti vado a casa, faccio le valigie e me ne vado!-

Scoppiai a piangere, non poteva succedermi tutto questo senza un motivo, che avevo fatto per meritarmelo?

Lui accese la macchina e arrivati a casa cominciò ad offendermi e a prendermi a pugni nelle costole mentre continuava a urlarmi il suo disprezzo. In quel momento non sapevo se avevo più dolore per le parole o per le botte, non ci credevo che mi stesse succedendo ciò che ritenevo un incubo visto quello che avevo passato con mia madre.

Non sapevo cosa fare, non sapevo a chi rivolgermi, avevo paura.

Ero sola,non potevo appoggiarmi a nessuno,non avevo un posto dove andare,volevo solo scappare via da lui, dall’incubo che era diventata la mia vita…

Giada-Martelli-RivistaDonna.com

Sono parole toccanti, ricolme di sentimenti cupi, come la tristezza la paura e il sentirsi inermi di fronte a ciò che stava capitando a Giada.

…Più ci stavo insieme e più le cose peggioravano. Le botte erano diventate assidue,per non parlare delle offese che erano all’ordine del giorno. La famosa goccia che fece traboccare il vaso fu una minaccia con il coltello in mano.

Eravamo seduti a tavola che stavamo cenando,in televisione c’era il famoso programma ‘C’è posta per te’ di Maria De Filippi,c’era una ragazza che chiedeva perdono ai genitori che l’avevano diseredata solo perché amava un uomo più grande di lei,si erano sposati ed avevano due bellissimi bambini.

Mi ricordo ancora che desiderava con tutta se stessa fare conoscere ai figli ancora piccoli i loro nonni.

Aveva le lacrime agli occhi e li pregava con il cuore in mano.

Suo padre rispose che non aveva intenzione di perdonarla perché non voleva che sposasse quell’uomo e la madre piangeva di dolore perché voleva riabbracciare la figlia.

Io adirata con quell’uomo insensibile esclamai:

-Che schifo di gente c’è al mondo! Ad un figlio gli si vuole bene anche quando fa qualcosa di sbagliato,l’amore per un figlio và oltre ogni cosa,in fondo che ha fatto quella povera ragazza?E’ andata a rubare?Si droga?E’ in galera?Nemmeno in questi casi si disereda un figlio…vergogna!-

Lui mi guardò e poi mi rispose:

-Ma che cazzo dici? Se mio figlio fa qualcosa che non deve fare lo butto fuori di casa a calci nel culo! Ha ragione quel povero uomo, hai voluto sposare un uomo ed io non ero d’accordo?Allora ora arrangiati!-

Rimasi così sconvolta da quello che disse che mi venne di rispondergli:

-Fai proprio schifo,fai schifo come quell’uomo!-

Lui prese in mano il coltello da bistecca che era sul tavolo,me lo puntò contro e mi disse:

-Troia di merda,rispondimi di nuovo così e ti sgozzo!-

Poi posò il coltello, e continuò a guardare la televisione in silenzio…

La mia rinascita avviene il giorno in cui riesco a scappare da questa orribile situazione, con tutte le mie forza, tutta la mia volontà, da sola, in silenzio, tanto coraggio e tanta risolutezza nel chiudere questo terribile capitolo della mia vita.

Questa disperata ricerca di Amore mi ha fatto capire che accettavo relazioni che non mi rendevano felice solo per sentirmi meno sola, ma questa è la cosa più sbagliata del mondo, e per fortuna un giorno, la vita mi ha regalato gioia e serenità, la favola che sognavo, l’amore nel quale ho sempre creduto ma che non avevo idea di quando potesse arrivare.

Con la mia lotta e tutti i miei sforzi desidero sensibilizzare di più le persone sul gravissimo problema della violenza sulle Donne, soprattutto tra i giovani che si affacciano alla vita con immaturità e inesperienza, affinché capiscano come ci si deve comportare nei confronti delle Donne.

E per far capire alle Donne che l’amore esiste vorrei infine aggiungere una citazione del mio romanzo:

L’amore esiste,arriva per tutti,bisogna solo avere fede… E a tutte quelle Donne che ancora oggi subiscono violenza fisiche e psicologiche,vorrei dire di reagire e di non adattarsi e rassegnarsi a tali ingiustizie. L’amore non è violenza,l’amore è rispetto e sentimento, un sentimento che porta ad essere felici.

Ad oggi questa persona è rimasta impunita, anche per colpa mia.

Voglio dire a tutte le Donne che non devono fare il mio stesso errore e che devono denunciare!

Allontanarsi da un amore così e rifiutarsi di subire tutto quello che ho subito io per un anno e mezzo, un anno e mezzo di umiliazioni, offese, botte,minacce, a volte addirittura l’ospedale, e paura, tanta paura…

Giada ha voluto raccontare la sua storia, non per punire l’uomo che ha usato violenza su di lei, ma al fine di far capire agli uomini che questa aggressività è sbagliata, e alle donne che non hanno nessuna colpa e nessun motivo di sentirsi sbagliate quando vengono maltrattate in questo modo.

Giada, con il suo libro ha raccontato la sua storia, per liberarsi da ciò che la attanagliava da tempo, e per aiutare le donne come lei vittime di violenza domestica.