Family Food Fight, la famiglia in gara ai fornelli

Due cose, persino in tempo di coronavirus, da sempre tengono banco in Italia: cibo e famiglia. Proprio da qui parte la sfida di “Family Food Fight”, nuovo cooking show prodotto da EndemolShine Italy per Sky, al via il 12 marzo ogni giovedì, per sei settimane, alle 21.15 su Sky Uno e poi on demand su Sky Go e Now Tv. Protagoniste, sei famiglie e le ricette tipiche delle regioni d’Italia, quelle tramandate in casa dai nonni ai nipoti e che fanno riunire tutti attorno alla tavola. Con tre giudici d’eccezione: Antonino Cannavacciuolo, il gigante buono della tv reduce da MasterChef 9, Joe Bastianich e (per la prima volta fianco a fianco in uno show culinario) sua mamma Lidia Bastianich, scrittrice, imprenditrice e orgogliosa ambasciatrice della cucina italiana nel mondo.

“La famiglia è tutto. È il motivo per cui ti svegli al mattino e quello che ti fa tornare a casa la sera. I miei genitori, mia moglie, i miei figli: senza di loro non sarei arrivato da nessuna parte”, racconta Cannavacciuolo all’ANSA. Prima edizione italiana del format australiano diventato un successo anche negli Usa, Family Food Fight prevede tre prove e un’eliminazione a puntata, in cui l’unione e le dinamiche familiari saranno centrali. Premio finale da 100mila euro e un’ospite con qualche consiglio al bisogno, a partire da Benedetta Parodi, anche lei alla vigilia di un debutto importante, con il suo ritorno su La7 dopo sette anni. “Come giudici – prosegue Cannavacciuolo – saremo più morbidi del solito, perché quello che ci interessa non è solo il piatto, ma tutta la famiglia al lavoro insieme. Ed è divertente perché, presi dal vivo della gara, ci si dimentica presto delle telecamere e si rivelano i caratteri. C’è quello che vuole fare il professore e magari non ‘azzecca’ nulla. Quello che sta più zitto e invece porta avanti la cucinata. Il giovane che vuole fare il fenomeno. O la nonna che conosce le difficoltà, ma non si ritrova senza le ‘sue’ pentole”.

Ecco allora pronti ai fornelli ci sono la famiglia Benziadi, quartetto tutto al femminile che unisce origini algerine e tradizione siciliana; i De Florio, “modern family” milan-riminese capitanata da Carlo e Christian, sposati e papà a tempo pieno di due gemelli; i Lucini di Nettuno (RM), guidati da Elettra e Dante che stanno insieme da quasi 40 anni; i Magistà, 100% pugliesi, anzi, “conversanesi” come dicono loro, con la loro cucina “panzerottata”; i Raviele, direttamente dalla storica salumeria di Piedimonte Matese (CE); e gli Scainelli, bergamaschi doc fortissimi nello Scarpinocc de Par. “A casa mia il pasto è sempre stato una cosa sacra. Non potevi mancare, anche se avevi finalmente ottenuto un ‘sì’ dalla più figa della scuola o c’era il concerto che aspettavi da una vita”, ammette Joe Bastianich. “È proprio lì, seduti attorno a una tavola in cucina, che si formano i legami familiari più solidi”, aggiunge di rimando Lidia. “Con Joe in questi anni si è creato davvero un bellissimo rapporto – racconta ancora Cannavacciuolo – Sua mamma è una persona incredibile: 30 anni di tv, ha scritto libri, gestisce un patrimonio pazzesco in America. E ci sono state lezioni napoletano-inglese molto divertenti. È un vero onore, per me, fare parte anche di questa famiglia”. Ma secondo Cannavacciuolo, nato in Campania, arrivato alle Stelle Michelin in Piemonte, qual è la differenza maggiore tra le cucine regionali italiane? “Dai ‘noi’ al Sud, quando ti siedi a tavola sembra sempre che il giorno dopo debba finire il mondo – riflette – Una domenica ‘nostra’ equivale a un Natale al Nord. Ancora ricordo quando da piccolo mi svegliavo con la casa che sapeva di ragù. O quando mia sorella portò per la prima volta il fidanzato in famiglia: mia mamma preparò di tutto. La prima volta da mia suocera – ride – beh, una volta uscito, sono andato a mangiare ancora fuori”.