Il mondo che non vorrei

 

Mentre la sera davanti a bar e locali prosegue la movida di ragazzi incontrollati e senza mascherina, all’interno dei centri commerciali la musica è molto diversa e stamattina sono andato a curiosare in noto Outlet, a Sestu . Sono le ore 10,20 è il Centro Commerciale è aperto di recente ma proprio all’ingresso ecco la prima novità rispetto ai giorni prima del lockdown un tracciato formato da frecce sul pavimento divide il passaggio in entrata e uscita seguo la linea gialla guardandomi intorno c’è poco movimento e molte attività sono ancora chiuse la prima fila è quella per entrare al bar ma le persone molto composte la seguono vado avanti ed ecco il primo Brand c’è una lunga coda causata dal controllo della febbre e dagli obblighi ormai comuni : Mascherina che sia bene messa, mani da disinfettare e guanti chiaramente queste procedure sono ormai obbligatorie nel quotidiano ma, doverle ripetere per ogni attività frenano enormemente la voglia di acquistare . Entro comunque in un grosso negozio di abbigliamento e, i sorrisi di chi deve vigilare queste procedure per un attimo mi fanno dimenticare che inevitabilmente è tutto cambiato anche se sembra di essere in una corsia ospedaliera. Il mio sguardo va verso una mamma con un bambino coperto da una mascherina non della sua misura ma, sorride inconscio di quanto gli accada e, mi fa pensare che mi piacerebbe vivere questi momenti in modo spensierato come il suo. Controllo l’orologio e faccio due conti : Mediamente servono quindici minuti tra file e controlli e, se dovessi acquistare dovrei fare una nuova fila di altri quindici/venti minuti decido quindi di uscire ma subito un’altra novità si entra da una parte e si esce da un’altra sempre seguendo le indicazioni. Dopo solamente un’ora di entra esci mi sento stanco fisicamente e psicologicamente decido quindi di fermarmi un attimo a decidere il da farsi e seduto in un tavolino di un bar distanziato a tre metri da un’altro mi viene subito da pensare se stavo sognando o se stavo vivendo un film ma, i pensieri svaniscono in fretta perché arriva il cameriere e, benché fosse con mascherina e guanti mi chiedeva distanziato cosa mi dovesse servire. Ho metabolizzato immediatamente che purtroppo ero nella realtà e che, dopo il caffè sarei tornato velocemente a casa perchè forse la propria casa è quella non è cambiata dal coronavirus. 

                                                   Umberto Buffa