Cambia lo shopping: affari nei negozi virtuali

Alanya Williams, cuoco statunitense, ha conquistato 300.000 fedelissimi su TikTok svelando come cucinare una cena completa spendendo in tutto 5 dollari mentre masse di ragazzini e giovani adulti si abbonano al discount del fashion virtuale ‘Five Below’ che, su Youtube e TikTok, organizza grosse svendite, inclusi i #PinkFriday dove abiti e accessori nuovi costano meno di 5 dollari e la consegna, gratuita, è sullo zerbino della porta di casa.

I video su youtube che danno indicazioni su come cucinare una cena per 4 persone spendendo in tutto 5 euro si sprecano anche nelle versioni italiane e, da noi, le campagne fashion a prezzi stracciati invadono i profili Facebook e Instagram.Il nuovo trend dei grandi affari che corre sui social cresce a dismisura e assume nuove forme in tutto il globo conquistando intere generazioni, in testa la Gen Z e i giovani adulti. A cambiare il corso dello shopping in chiave ‘magazzini del popolo’ è proprio il trasloco dei grossi rivenditori sui social network e il loro successo dipende sempre più dalla crisi che attanaglia interi paesi.
Attesta il trend dei grandi affari nel fashion un report di Wgsn, global company di trend forecasting incrociati con le valutazioni in chiave ‘data science’.
In grande spolvero le offerte e i prezzi stracciati, gli abbonamenti e i giochi in stile ‘caccia al tesoro’ (con capi e abbinamenti a costi davvero bassi) che i social manager organizzano a sorpresa per conquistare i followers. Un cliente tipo del discount Five Below, ad esempio, compra in media dieci volte all’anno una sessantina di capi spendendo in tutto 150 dollari.
“L’opportunità di acquistare un vestito nuovo per uscire a cena e farlo velocemente con consegna rapida a casa, può essere di grande sollievo dalle pressioni quotidiane della vita per intere fasce di popolazione”, commentano gli analisti. Cresce l’attenzione per i prezzi stracciati di capi che comunque sono tagliati secondo le ultime sfilate dei brand del lusso.
La contropartita della nuova moda a buonissimo mercato, condita da social, coupon, abbonamenti e guide virtuali per scegliere il proprio outfit spendendo il meno possibile, è nota se parliamo di capi realizati appositamente per finire nei discount virtuali e dunque materiali in fibre sintetiche, fabbricati con manodopera a bassissimo costo, ‘non etici’. “L’attenzione per la sostenibilità perciò passa in secondo piano. I consumatori con meno disponibilità economica non ci pensano più – si legge nell’indagine – In barba al rispetto per l’ambiente ed al capitale umano il fenomeno negli Stati Uniti ha generato un balzo di transazioni del 65% nell’ultimo anno, a fronte di un più timido incremento del 38% delle transazioni online per le catene di negozi al dettaglio. Masse di teenagers e giovani adulti fanno affari comprando outfit di tendenza, magari non cuciti alla perfezione, e a meno di 10 sterline. Succede sulla piattaforma fashion UK ‘Pretty little things’ che li aiuta a selezionare i capi più convenienti con chatbot e assistenti virtuali e con la grossa spinta dei social che a suon di hashtag accattivanti attira l’attenzione e induce alla spesa più spensierata, a misura di portafogli. Diverso è il caso delle offerte estreme che possono anche arrivare nel mondo del discount fashion virtuale da brand che devono disfarsi dell’invenduto delle stagioni precedenti: sono i temporary store scontatissimi ormai pratica diffusa in tutte le città dove trovare a prezzi stracciati capi che in origine costavano anche il 70% di più.
In Italia la catena del fast fashion Shein offre sconti incredibili bombardando di spot i profili Facebook degli utenti, ed è salita alle stelle la sua popolarità soprattutto tra le teenagers. Anche Misspap veicola i suoi sconti sui profili social proponendo abbonamenti a costi minimi. Si moltiplicano anche da noi i coupon di sconti, e le piattaforme online che permettono di confrontarsi prezzi e scegliere le alternative più economiche. “Siamo di fronte ad un fenomeno globale che si consolida creando un nuovo ultra-valore che fa i conti con estese fette di consumatori più parsimoniosi e che, di fronte ad un incremento dei prezzi palpabile e in salita guardano a nuove priorità di spesa puntando all’essenziale am con un occhio alla moda. Le priorità sono sconti elevati, meno articoli, offerte estreme”.
Volendo spendere meno, facendo affari, c’è poi un altro trend, quello degli acquisti second-hand e vintage, un fenomeno che rientra nell’economia circolare e dunque rimettendo in circolo abiti ‘pre-loved’ come si dice in gergo fashion, consente di allungare la vita agli abiti e consumare più etico e green..