Tiziana Troja: l’icona di libertà incontra Liberty

La compagnia cagliaritana delle Lucido Sottile di Tiziana Troja e Michela Sale Musio celebra il ventunesimo compleanno e lo fa in pieno stile, volando a New York per la decima edizione della prestigiosa kermesse teatrale di “In Scena! Italian Theater Festival NY” organizzato da Kairos Italy Theatre e Kit Italia insieme a Casa Italiana Zerilli – Marimò at New York University. L’evento già dagli esordi è stato inserito come appuntamento ufficiale dell’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti d’America, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, del Ministero degli Affari Esteri e dell’Ambasciata italiana a Washington. Lo spettacolo “DDD! Donne donnette e donnacce” sarà presentato venerdì 12 maggio alle 18 nei locali di Casa Zarilli – Marimò e il 14 , alle 18.30 presso Vino Theatre. La commedia dal finale aperto e dal titolo che non lascia a bocca asciutta il vasto pubblico del celebre duo, avvezzo al fine calembour come pure al sarcasmo icastico al limite della trasgressione, si cimenta stavolta su una riflessione autoironica in cui è bandita l’ipocrisia e la mediocrità della convenzione sociale.

Incontriamo Tiziana Troja alla vigilia dell’evento, che non è il battesimo delle “Lucide” negli States, ma nel mentre cosa è accaduto?

Pandemie, carestie, rivoluzioni e rinascite, sia nel lavoro, che nella vita privata. Traslochi. Ho addirittura spostato la sede staccata del mio lavoro da Milano a Roma. Mi occupo di cinema con più frequenza. Ho rivalutato fatti e persone durante e dopo il lockdown. Potature varie, sono felice. Mi rendo conto che lo stato dell’arte ha subito uno scossone negli ultimi tre anni. Siamo cambiati umanamente in meglio. Anche il settore professionale del mondo dello spettacolo si è “ripulito” amministrativamente parlando, hanno resistito quelli veri, quelli che pagano i contributi, ma l’Italia è un paese dove tuttora e purtroppo i dopolavoristi dello spettacolo hanno troppo spazio, creando così una miseria culturale che rischia di affossarci intellettualmente. Se pensiamo che la nuova scena culturale artistica è stata quasi rimpiazzata dalla fabbrica dei “nuovi Gesù” con rispettivi seguaci, scena che poi ci ha restituito gli influencer, come predisse David Icke, essi sono ormai i padroni della rete, venditori sotto scolarizzati il più delle volte, scambiati spesso per artisti.

Vi siete già esibite a New York. Correva l’anno 2018, c’era Trump. Che New York pensa di trovare oggi, per il suo modo di fare arte, rispetto a cinque anni fa?

Quella di sempre. La grande mela è una città di grandi possibilità, prospettive, di grande libertà e voglia di rivincita. Andare a New York in vacanza è un conto, andarci a lavorare, entrare nel flusso del mondo dello spettacolo è un’altra faccenda. Gli italiani sono una comunità portante nell’economia della città, si sente subito, appena si sbarca in aeroporto, che non a caso si chiama La Guardia, l’italoamericano che lo ha progettato, appunto.

Cosa desidera lasciare al pubblico d’oltre oceano con questo suo spettacolo, che reazioni immagina di sortire?

Lo spettacolo mette in luce molti aspetti che non riguardano esclusivamente il mondo femminile dello spettacolo italiano, ma sono universali. Non mi interessa lavorare sull’immagine dell’Italia vecchia e stereotipata, men che meno riportare i soliti cliché della Sardegna esotica da guida turistica fatta di janas, giganti, centenari, pastori, mare culurgiones e pecorino, che sono cose sacre per carità, ma sappiamo anche parlare al mondo con tutti gli strumenti moderni. Molte delle innovazioni tecnologiche sono partite proprio da menti geniali “made in quattro mori”.

Tiziana Troja è una regista coraggiosa, per certi versi scomoda, anticonformista non per vezzo ma per attitudine. Le chiediamo di sopportare il supplizio di offrirsi un po’ meglio alle nostre pagine con il nostro questionario e tollerare il gioco di dare delle etichette, lei, regina della libertà d’espressione

Chi è la sua icona di libertà?

Non ho ancora conosciuto icone più libere di Lucidosottile, scusate la franchezza.

Chi è la sua power woman?

La mia socia Michela Sale Musio

Come definirebbe il suo stile?

Eclettico

Un fiore che la rappresenta?

Il Ranuncolo

Il suo luogo del cuore?

Calamosca a Cagliari. Vado a ricaricarmi lì ogni volta che posso… Dò da mangiare ai pesci a ridosso degli scogli, mi rigenera.

Il suo ristorante preferito?

Da Tiziana” come dicono i miei amici.

Il libro da consigliare?

Pinocchio di Collodi. C’è tutto.

La serie tv?

Utopia

Un film da rivedere?

Ho i miei film salvaumore: Film Blue, Amarcord, Il silenzio degli Innocenti, Il grande Lebownsky, Jackie Brown, Jurassic Park, I Tenembaum, La pianista, Melancholia. Il secondo tragico Fantozzi, Manhattan.

La colonna sonora della sua giornata?

Dusty Kid, Puccini, Whitney Houston, Beatles, Debussy

Qual è il suo profumo signature?

Premier Extreme Figuier” de L’Artisan Parfumeur

Da un punto di vista sociale, cosa la preoccupa di più?

La repressione della libertà, la limitazione degli spazi di pubblico dibattito, l’indifferenza alla povertà della politica, l’aridità generale dei giovani nei confronti della cultura, le donne contro le donne.

Il tratto principale del suo carattere?

La schiettezza

Qual è la qualità che apprezza di più nel/nella partner?

Ho un compagno bellissimo ed empatico, ed è la cosa più bella che mi potesse capitare.

Un pregio e un difetto di Michela Sale Musio?

Straordinario talento in attrice capricciosa, sembra un titolo di un film.

Il suo peggior difetto?

Dare peso a tutte le parole. E poi idiosincrasie varie. Sono insopportabile. Le scritte sui bicchieri, specie se colorati. La tazzina del caffè deve rigorosamente essere bianca. La simmetria mi distende.

La commedia che avrebbe voluto scrivere lei?

Due: Natale in casa Cupiello, La cantatrice Calva.

Il suo passatempo preferito?

Passatempo? Ah…non ne ho il tempo! Ma appena posso i mercatini di antiquariato, ceramiche e argenti sono la mia passione.

Cosa manca alla sua felicità?

Un viaggio interstellare

In quale Paese vorrebbe vivere?

In Space X

Il suo scrittore preferito?

Marquez, Scerbanenco, Palahniuk, De Crescenzo, Maurizio Temporin, Matteo Porru

L’ artista preferito? (scelga lei l’arte…)

Lunghissima lista, ma ci infilo uno dei miei maestri che ho il piacere di avere come amico: Luigi Serafini.

Se avesse potuto scegliere il suo nome di battesimo, quale sarebbe stato?

Il mio nome è stato estratto dai miei fratelli da una selezione fatta dai miei, mi sarebbe piaciuto Andrea, così sessualmente e anagraficamente ambivalente…

Il personaggio storico che odia su tutti?

Hitler

L’impresa storica che ammira di più?

La Liberazione dell’Italia dal Nazifascismo

Quale dono/potere vorrebbe avere?

Viaggiare nel tempo

Come si sente attualmente?

Leggera

Il suo motto è?

Non c’è giorno più bello di quello speso ad aiutare il prossimo

Ilaria Muggianu Scano

Servizio fotografico a cura di Michelangelo Sardo