Sanremo è sempre Sanremo.
Si è chiusa anche la 75° edizione del Festival di Sanremo, la gestione “Precisa e perfetta” di Carlo Conti ha sicuramente funzionato e mi viene difficile trovare qualche imperfezione, partiamo dalla scelta dei “co-conduttori”, piuttosto sacrificati nel ruolo, ha spiccato tra tutti Gerry Scotti abilissimo sul palco nel rimpallo e nella battuta.
Nella formula Carlo Conti si vede persino con il Papa che interviene in video la prima sera per affermare come la musica possa essere riconosciuta come strumento di pace così, bastano due versi di Simone Cristicchi per far piangere l’intera platea.
Dodici milioni di persone sintonizzate su Rai1 già martedì 11 febbraio nella prima serata dell’edizione 2025 del Festival di Sanremo, con share da finale di Coppa del Mondo di calcio è comunque un dato non trascurabile.
Tutto funziona benissimo ma il confronto con la gestione Amadeus è inevitabile, i cinque anni della sua Direzione artistica hanno sicuramente contribuito a svecchiare sia i concorrenti che il pubblico del Festival e, se musicalmente non siamo più in un’epoca storica in cui si poteva davvero “scoprire” qualcuno a Sanremo, nel tempo si è però fatta sempre più autorevole la lista di artisti di area indipendente che hanno deciso di mettersi in gioco, esibendosi sul palco del Teatro Ariston senza snaturarsi.
Giusto per capire, Lucio Corsi già dopo la prima serata ha portato a casa il premio di “Assomusica” per la migliore esibizione live di un artista “rivelazione”, e quello del Mei (il Meeting delle Etichette Indipendenti) che gli conferisce la Targa come “Miglior Artista Indipendente”, non deve quindi fare quindi meraviglia se in finale arriva primo del Premio della Critica intitolato a “Mia Martini” e secondo in classifica generale.
Passiamo alla gara, se non mostrare la classifica completa sino alla fine è stata un’ottima scelta, vedere alcuni super favoriti della vigilia come Achille Lauro, Giorgia, Fedez e Simone Cristicchi esclusi addirittura dalla cinquina finale è un dato che fa pensare a prescindere dalla pioggia di fischi in sala ma, al Festival la posizione nella classifica finale vale tutto e niente.
La vittoria di Olly è stata il risultato di una progressione costante durante tutte le serate ottenendo nell’ultima serata il 31,04% dei voti al televoto anche se come ogni anno resta un mistero il sistema di voto sempre oggetto di discussione ma Sanremo è anche questo.
Umberto Buffa