Sesso compulsivo

Sesso compulsivo

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Per sesso compulsivo ci si riferisce a una relazione disturbata con il sesso, che funge da espediente per ridurre lo stress, fuggire da sentimenti  dolorosi e dalle relazioni intime che non si è capaci di gestire.
In quest’ottica la relazione sessuale diventa il “bisogno urgente” di sesso  rispetto al quale tutto il resto è messo in secondo piano.

L’attività sessuale, soprattutto se frenetica, permette alla persona di liberarsi al più presto da un profondo stato di tensione. Il giovane usa la pornografia per raggiungere uno stato di eccitazione che compensi la depressione, il vuoto e la noia. Alla base di ogni dipendenza c’è un tentativo di contrastare l’ansia e il senso di vuoto, a volte anche di dolore, con l’illusione di fare qualcosa per fronteggiare le difficoltà della vita di ogni giorno. Il  desiderio patologico e impellente può provocare alterazioni dello stato di coscienza e  perdita di controllo degli impulsi.  Per quanto riguarda l’attacco erotico, funziona come un rifugio della mente. Il soggetto applica una sorta diautomedicazione dell’immagine di sé che vede ferita e debole, come se non fosse in grado di gestire la realtà esterna né il reale quotidiano. La vita nel suo insieme viene rifiutata.

Il sesso compulsivo fa provare un sentimento di angoscia e di disagio poiché fa sentire la persona costretta ad attuare in modo ripetitivo azioni delle quali riconosce l’inadeguatezza. Ne consegue una condotta incontrollabile da parte del soggetto costretto ad agire compulsivamente, allo scopo di ripetere l’atto di cui è abitudinario, per potere ristabilire lo stato di equilibrio interno.

Nella dipendenza patologica da sesso sono presenti fattori impulsivi che generano sentimenti angosciosi di vergogna e colpa che portano, come in circolo vizioso, alla coazione a ripetere del gesto sessuale.

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In alcuni giovani, la sessualità come puro erotismo tranquillizza maggiormente rispetto alla concezione di sessualità che implica un rapporto più ricco. Il soggetto preferisce trattare se stesso e l’altro come una cosa, dove l’idea di mondo sociale non esiste nello spazio e nel tempo.

“Se sono una cosa non rischio di coinvolgermi, di assumermi responsabilità e di soffrire per la dipendenza assoluta che proverei verso l’altro”.