È possibile notare una differenza tra lo stile di un architetto uomo e quello di una donna? Parla l’architetto Monica Gasperini

Monica Gasperini architetto e designer, di Cattolica (Rimini) si laurea a Firenze in architettura nel 1999. Il suo studio sviluppa progetti per abitazioni, ville, loft, complessi residenziali, spazi industriali e commerciali quali uffici, negozi e showroom, ristoranti, hotel, imbarcazioni, nonché allestimenti e stand fieristici di diversi ambiti commerciali.

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Secondo Lei è possibile notare una differenza tra lo stile di un architetto uomo e quello di una donna?

Dipende! Un uomo e una donna sono da sempre esseri differenti e speciali allo stesso tempo. Ci sono architetti e designer uomo con una forte attenzione al dettaglio e viceversa. Non è il sesso ma la sensibilità, il cuore che fanno la vera differenza.

Lei ha affermato: “I millennials chiedono design e tecnologia”. Ce ne parli

Viviamo in una realtà in continuo movimento ed evoluzione tanto è vero che mentre ne stiamo parlando siamo passati dalle esigenze dei ‘Millennials’, che sono i figli delle nuove tecnologie, coloro che sono eternamente connessi, ricettivi, aperti, alla ‘Generazione Z’ che abbraccia i nati dopo il 2000 che sono i figli della rete, dei tablet e degli smartphone. Questa rapidità non può che spingere ad un lavoro architettonico sempre più tecnologico ed efficace costruito per soddisfare tutte le nuove esigenze in continua evoluzione. Il Design segue la stessa linea e velocità ma spesso nella direzione opposta come accade spesso nel mio caso. La ricerca del dettaglio, l’accuratezza che metto in tutto ciò che creo restituiscono una nuova dimensione e lentezza a chi la osserva e vive. Questo momento non posso che trovarmi affine alla rapidità di Italo Calvino: “Con questo non voglio dire che la rapidità sia un valore in sé: il tempo narrativo può essere anche ritardante, o ciclico, o immobile. In ogni caso il racconto è un’operazione sulla durata, un incantesimo che agisce sullo scorrere del tempo, contraendolo e dilatandolo.”

Qual è la Sua personale particolarità nello studio architettonico?

Eleganza, Equilibrio, Armonia, Creatività, Essenzialità, Purezza e Funzionalità. Sono questi gli ingredienti che uso e che esprimono al meglio la mia particolarità nello studio architettonico. I miei ‘oggetti’ sono esattamente come la mia Anima, fatti di forme essenziali, di pochi orpelli ma di altissima qualità. Il lavoro è caratterizzato da un linguaggio personale, che nasconde una complessità semplificata. Tutto ciò che nasce è mirato a cogliere l’essenza delle cose, a dare forma armonica a strutture funzionali, a usare volumi necessari come forma estetica, utile si ma anche moderna e seducente. La mia è una ricerca sull’eleganza contemporanea che alla preparazione professionale unisce il gusto per i movimenti dell’arte e della moda, che porta a sperimentare materiali nuovi abbinati ai colori.

Vive il Suo lavoro più come passione, vocazione o professione?

Quando penso al mio lavoro, che è la mia vita e, all’amore che dedico a quello che realizzo c’è una frase che riassume tutto il mio operato ed è una frase celebre di una donna incredibile, il mito Coco Chanel: “Tutto ciò che faccio è mosso dalla passione. Non esiste nulla che io intraprenda senza che mi ripeta che tutta la mia vita dipende da questa precisa cosa”. Mi piace pensare di poter portare avanti l’idea di un Design senza tempo fatto di colore, eleganza, classe, leggerezza e personalità.

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Come ha avviato la Sua attività di architetto?

Sono stata catapultata dalla realtà universitaria al mondo del lavoro alla velocità della luce. Di quel periodo ho un ricordo meraviglioso e allo stesso tempo tenero. Ho iniziato lavorando per un importante studio di architettura a Firenze occupandomi della progettazione di negozi Guess e Cotton Belt. A seguire sono stata contattata dal Gruppo Aeffe spa, Alberta Ferretti, Philosophy, Moschino, Jean Paul Gaultier e Narciso Rodriguez, per seguire la progettazione e realizzazione dei lori negozi e showroom nel mondo. Un incarico importante e di grande responsabilità. Viaggiavo moltissimo ed ero sempre a contatto con realtà e culture diverse. Era elettrizzante, fino a che ho deciso di intraprendere la libera professione e adesso eccomi qui!

Per Monica Gasperini l’architettura è più arte o più tecnica?

L’architettura rappresenta un connubio perfetto tra arte e tecnica. L’una non potrebbe esistere senza l’atra. Io vivo di arte. Sicuramente la mia creatività parte da lì. L’arte moderna e contemporanea è quella che prediligo e da cui traggo la massima ispirazione. Donald Judd, Kounellis, Richard Serra, Nunzio, Fabrizio Plessi, Julian Schnabel, Paolo Calzolari, Mark Rothko, Ettore Spalletti, Ivan de Menis, Luca Pignatelli, sono solo alcuni dei nomi del grande panorama artistico che ammiro. Allo stesso tempo l’architettura ti costringe ad una disciplina rigorosa, precisa, reale e allora la tecnica entra in scena.

Qual è il progetto di cui va più fiera?

Mio figlio Alberto rappresenta il progetto di cui vado più fiera. Grazie a Lui ho avuto la possibilità di avere una visione più ampia della vita e di capire il significato dell’amore e di appartenenza. La realizzazione di questo ‘progetto’ mi ha reso una Donna più consapevole, più attenta e aperta alla vita e agli altri. Mi ha permesso di dare il giusto significato alle cose che non capivo perfettamente. E’ la parte più bella di me, quella che mi fa brillare e vibrare continuamente, quella che mi spinge ad essere sempre una persona migliore.

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Quali obiettivi si è prefissata per il 2019 e quali ha raggiunto nel 2018?

Per il 2019 mi sono prefissata di vivere la stagione migliore di sempre. La mia! La passione e il piacere per quello che faccio, la capacità di stabilire degli obiettivi e di impegnarmi a fondo per raggiungerli mi riempiono di gioia e vitalità. Al momento sto seguendo lavori molto interessanti e stimolanti, che vanno dal mondo degli hotel di lusso, al design di ricerca e innovativo, ai gioielli, alla moda e all’arte. Il 2018 è stato un anno molto importante e ricco di soddisfazioni partendo dal Salone del Mobile a cui ho partecipato in collaborazione con Artemest e Tad; alla collaborazione con Lelièvre, una nota azienda di tessuti francesi, che ha scelto un mio oggetto, un paravento, da presentare in occasione di Maison Objet Paris con un nuovo tessuto di collezione; sono entrata a far parte del portale 1stdibs l’e-commerce Leader americano nel settore del design di lusso e del portale Pamono con sede a Berlino dedicato al mondo del design contemporaneo e vintage; la mia C3 Cabinet è stata scelta da AD Architectural Digest Middleeast tra gli oggetti più desiderati dagli Emirati Arabi Uniti; sono usciti numerosi articoli su importanti Magazine del settore come Marie Claire Maison Italia, Top Decoration World in China, Financial Times How To Spend It USA, articoli con le mie Cabinet e Paraventi. Infine il 13 di novembre è stato inaugurato da Artemest a New York, nel quartiere di SoHo, uno showroom in cui sono presenti alcuni miei oggetti. Che dire! Non posso che essere molto contenta.

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