Nicolò Barella: Astro Nascente del Calcio

E’ vero, sono fatti così. Sono così tanto legati alla loro terra che escono dal campo in lacrime dopo una sconfitta in una partita del campionato.

NicolòBarella-RivistaDonna.com

Nicolò Barella, nato a Cagliari il 7 Febbraio 1997. E’ un ragazzo che non ha mai saputo nascondere la rabbia ed il dispiacere dopo aver visto la sua squadra incapace di reagire di fronte al Napoli, al San Paolo, che ha visto 3-0.

Si sa, noi sardi siamo fatti così. Abbiamo questo legame speciale con la nostra terra.

Queste parole sono state pronunciate da Gianluca Festa, un ex Tecnico del Cagliari e Como. Ne ha parlato a Mondo Futobol, del giovane centrocampista che lui stesso ha fatto esordire in serie A.

Nicolò ha segnato il suo primo goal a Ferrara, in casa dello Spal. Dopo ciò ha dichiarato di sognare l’Europa con la maglia RossoBlu. 

Dietro tutta questa retorica, che può essere più o meno condivisa su una possibile “Ultima bandiera di un calcio in cui queste non esistono più”, Barella ha rinnovato il contatto con la squadra del Cagliari fino al 2022.

Infatti, questo ragazzo ha sempre manifestato apertamente il suo rapporto di sangue con Cagliari e la Sardegna, anche quando le sue interviste non venivano trasmesse in televisione.

Nicolò oggi ha 20 anni ma gioca a pallone da quando ne aveva 3, ed in seguito facendo il suo primo allenamento nella scuola di Calcio Gigi Riva.

Lì è stato pescato da Gianfranco Matteoli, in quel periodo responsabile tecnico del settore giovanile del Cagliari. Ha lasciato che poi lo crescessero i tecnici Franco Masia e Gianluca Festa.

Gianluca fa esordire il 4 maggio 2015 Nicolò per la prima volta in Serie A. 67° Minuto di Cagliari – Parma che i sardi vincono 3-0. Una magra consolazione per una stagione destinata alla conclusione della retrocessione in Serie B.

Quello era solo l’inizio per Barella, avendo fatto il suo debutto tra i professionisti proprio contro il Parma i Coppa Italia.

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E’ stato Gianfranco Zola a lanciarlo. Una figura di un certo spessore nel pantheon del calcio Cagliaritano.

Nicolò tornò in campo nelle due ultime partite del campionato, trovando anche nella prima parte della stagione successiva poco spazio. 

Giulini in quel periodo infatti aveva affidato a Massimo Rastrelli il compito di riportare la squadra nella massima categoria. Barella così viene dato in prestito a Como, dove ritrova Gianluca Festa e Gianfranco Matteoli. L’ambiente è tutto contornato da buoni talenti: Bessa, Scuffet, Ganz e Pettinari. 

Non mancano le contraddizioni a livello societario, di cui il fallimento è stata una conseguenza inevitabile.

“È arrivato a Como e gli ho dato subito una maglia da titolare. Lui ha mostrato tutta la sua personalità. Nicolò è un ragazzo maturo, ha una vita stabile. Lo conoscevo dai tempi del settore giovanile del Cagliari, sapevo cosa aspettarmi da lui.

Spiega Gianluca Festa a MondoFutbol.

“Quando ho visto i suoi valori misurati con il GPS, sono rimasto impressionato: erano valori da giocatore già fatto.”

“Anche all’epoca, nonostante avesse diciotto anni, non si prendeva pause durante una partita, andava sempre al massimo dell’intensità. Se dovessi paragonarlo a qualcuno, direi Nainggolan: hanno un modo molto simile di stare in campo e vivere la partita”.

Festa ha ancora un bel rapporto con Barella, ma non vuole essere considerato lo scopritore di questo talento. Infatti non intende prendersi dei meriti.

“Non sono stato io a scoprirlo. Lui è stato preso da Matteoli e poi ha seguito la sua strada. Quando un ragazzo cresce in questo modo, sapendo assorbire quanto di buono ogni allenatore gli dà, il merito è solamente suo. Credo che il suo futuro sia lontano da Cagliari, in una grande squadra, ma i tifosi non dovranno viverlo come un tradimento: lui ama Cagliari, però deve seguire un percorso di crescita che lo può portare lontano”.

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Nella Nazionale, non potendo contare su Marco Verratti che era infortunato, l’ ex Ct Giampiero Ventura aveva chiamato Barella per le due ultime partite per la qualificazione al mondiale ( fallita nel Play Off con la Svezia), contro Macedonia ed Albania.

Era solo una questione di tempo per l’arrivo della prima convocazione, sopratutto dopo l’inizio di un campionato che l’ha visto tra i migliori centrocampisti della Serie A per il suo rendimento.

La sua prima volta con la maglia Azzurra risale al 21 Febbraio 2012, legata al Commissario Tecnico che già da allora sapeva di avere tra le mani un giocatore destinato alla Nazionale maggiore.

Stiamo parlando di Antonio Rocca, allenatore dell’Italia Under 15 dal 2011. 

Ha parlato di Barella in esclusiva a Mondo Futbol:

“Io cerco sempre quattro aggettivi per descrivere un calciatore che alleno. Per lui avevo scelto questi quattro: determinato, intenso, vivace e intelligente. Secondo me, lo definiscono sia a livello umano che calcistico. È un ragazzo che mette una determinazione incredibile in tutto quello che fa.

E’ stato così facile rendersi conto di avere una grande promessa del calcio tra le mani?

“Sì, non ho avuto dubbi. Lavoro da molto tempo con i giovani e quando arriva da me un ragazzino cerco subito di collocarlo in un determinato livello, in relazione ai giocatori che ho visto e allenato prima di lui. Barella era tra i più forti. Nei giorni in cui sono a mia disposizione, osservo sempre con la massima attenzione tutto quello che i miei calciatori fanno dentro e fuori dal campo, e soprattutto il modo in cui lo fanno: lui è uno che cerca di divertirsi sempre, mette gioia nel gioco.

Non gioca solo con grande determinazione e intensità, è anche molto intelligente tatticamente. Credo che abbia tutto quel che serve per poter realizzare i suoi sogni”.

I componenti più importanti per un calciatore sono personalità e intelligenza, perché sono cose che non si possono imparare. Barella le ha.

Ha spiegato Rocca durante l’intervista. 

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In tutta la storia della Nazionale Italiana, hanno vestito la maglia Azzurra solo 6 calciatori nati in Sardegna:

CuccuredduMatteoliZolaSiriguCossu e Sau.

E’ arrivato il momento del centrocampista classe ’97, che per tutta la sua carriera avrà il compito di rappresentare anche la sua terra.

Come scriveva nel ’51 lo scrittore Emilio Lussu, uno dei padri della Resistenza Italiana:

 “Il popolo sardo ha da rivelare qualcosa a se stesso e agli altri, di profondamente umano e nuovo”. 

E se si parla di calcio, Nicolò Barella ha tutto quello che serve per diventare un simbolo di questo popolo.

Barella in questo momento è al centro di trattative di calciomercato, ma anche se partirà e farà nuove esperienze in altre squadre di certo porterà nel cuore la Sardegna facendola conoscere a tutto il mondo con il suo modo di giocare.