Tiziana Nauaui “amo il jazz anni 50”

Qualche giorno fa, si è svolto in un locale di Cagliari, uno spettacolo di musica Jazz: presenti gli appassionati del genere, in un ambiente suggestivo e accogliente. Protagonisti della serata Andrea Angiolini, pianista e Tiziana Nauaui, cantante. Tiziana, abbandona il suo microfono e rilascia un’intervista esclusiva per Rivista Donna, con lei il suo inseparabile partner artistico.

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Tiziana Nauaui: il tuo cognome rimanda a origini lontane..

Come si evince dalla mia parlata, sono nata nei pressi di Roma. Ho vissuto in una zona di campagna a venti chilometri dalla capitale, alla quale mi sento molto legata. Questo cognome esotico lo devo invece al mio bisnonno: egiziano, aveva sposato una spagnola, mia bisnonna, dal loro matrimonio è nato mio nonno, che ha incontrato un’italiana nata in Egitto, ovvero mia nonna. Così è nato mio padre, che si trasferisce a Roma, dove conosce mia madre: ecco il perché del mio cognome (ride dopo l’impeccabile ricostruzione).

Una vera epopea! Come mai ti trovi qui a Cagliari?

Sono qua per un puro caso: esattamente otto anni fa, mi arrivò una telefonata dal Teatro Lirico di Cagliari, per un contratto di venti giorni nel coro, che poi son diventati otto anni. Io ho ancora la valigia pronta per tornare a casa, ma la Sardegna mi ha rapita e sono felice che non mi abbia più fatto tornare!

 Passato. Che bambina era Tiziana? Raccontaci come nasce la tua passione per il canto

Da grande sognavo di fare la contadina: ho sempre avuto una forte passione per gli animali e desideravo possedere una grande fattoria. In casa c’era un pianoforte, stavo sempre lì a far finta di suonare, cantavo, così mia madre ha avuto l’idea di farmi prendere lezioni di musica, ma io continuavo ad immaginarmi una vita in campagna. Mi sono poi iscritta alla scuola di canto del paese, lì il maestro di musica ci ha consigliato di coltivare il mio talento. Così nonostante l’indole contadina, mi son ritrovata a studiare violino e canto presso il conservatorio. Però ho un cane!

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 Ti senti più cantante o contadina?

Ormai mi sento cantante, lo sono da vent’anni. Amo mettere nelle mie composizioni dei richiami alla natura, perché qualcosa, legato al mondo della campagna, rimarrà sempre dentro di me, è molto forte il mio legame con la terra.

Dunque sei cantautrice? Racconta del tuo lavoro..

Sono cantautrice nel “Nauaui sound project”, parallelamente porto avanti una grande passione per il Jazz anni ’50. Amo il Jazz, mia madre lo ascoltava: da Ella Fitzgerald a Frank Sinatra, in casa non mancavano i dischi di Jazz ed è stato naturale che questa musica diventasse parte di me. Il mio scopo è anche quello di far conoscere il genere, perché ormai gli appassionati cominciano ad avere un’età, le nuove generazioni non conoscono i grandi nomi di cui ho parlato, quindi a muovermi è anche una sorta di missione educativa.

Quali sono stati i tuoi successi? Quali gli ostacoli da superare?

Gli ostacoli sono numerosi: la prima volta in cui ho avuto un insegnante di canto, mi ha detto di lasciar perdere perché non avevo voce. I limiti spingono a proseguire, e non per dimostrare ad altri di aver sbagliato, solo per passione. Nel canto ho dimenticato le aspettative e trovato la gioia: alla fine di un concerto o una serata io sono felice, perché ho regalato al pubblico dei momenti di musica. Non amo vantarmi dei successi, ma ricordare gli insuccessi come lezioni di vita.

Presente. Ora che donna sei? Ti definiresti una donna…

Standard – mi guarda sorride con ironia-  Mi sveglio presto, porto fuori il mio cane, vado a lavorare presso il teatro e poi torno a casa per preparare il pranzo; ho un compagno da sei anni e affronto il quotidiano e i normali problemi di coppia. Mi ritengo una donna normale. Ogni tanto mi concedo un aperitivo con le amiche: ci piace, come si dice qui a Cagliari, “crastulare” .

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Futuro. Come ti immagini tra dieci anni e cosa speri?

Mi piacerebbe trovare qualcuno che possa investire nel mio progetto artistico, supportato magistralmente dal mio amico e collaboratore Andrea Angiolini -si sorridono, con affetto-. Ci piacerebbe trovare un produttore, sarebbe il coronamento di un lungo impegno, che vede tutta la mia esperienza di vita artistica e quella di Andrea: vediamo che il nostro lavoro piace molto e continuano a chiederci di replicarlo, ma ci piacerebbe realizzarlo ad ampio raggio, ampliare il nostro pubblico.

Immagina che una nostra lettrice sia una tua amica: che consiglio le daresti?

Le direi di essere soddisfatta per quello che fa, giorno per giorno. Quello che abbiamo, nella nostra normalità, in realtà è tanto: un raggio di sole, il profumo della pioggia, se si è semplici tutto è una sorpresa e non subentra la noia. La sorpresa è dentro di noi, non è necessario cercarla altrove.

 

Silvia Malagnini