Cinzia Ravaglia e il Comic Burlesque

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Cinzia Ravaglia e la sua arte del Comic Burlesque, un modo per divertirsi con la femminilità e mettersi in gioco. Cinzia nelle sue coreografie divertenti sdramatizza il classico Burlesque, insegnante di fama internazionale di Comic Burlesque da lei inventato, nasce dalla necessità di fondere due realtà ben distinte: la comicità ed il New Burlesque. Il Comic Burlesque ha lo scopo di riprendere la parte burlesca del termine. Quindi l’autoironia e il ridicolo diventano parte preponderante di questa disciplina.

Rivista Donna l’ha incontrata per voi…

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 Cinzia quale è il tuo percorso professionale? 

Io nasco timida: fin dall’infanzia avevo paura di tutto figuriamoci nell’adolescenza un tripudio di emozioni che facevano cazzotti fra di loro. L’unica cosa che poteva salvarmi era il teatro aiutandomi ad accettare i miei limiti, a lavorare profondamente sulle mie paure e a percepire la realtà come una possibilità di confronto con il mio mondo interiore e ciò che accadeva fuori da me. La mia formazione nasce sui palcoscenici di cabaret dopo avere frequentato una scuola di teatro sia in Italia che in Svizzera e varie tournèe. Una meravigliosa laurea in Comicoterapia, in psicologia, faticando tantissimo perché lavoravo e studiavo. Per non farmi mancare nulla ho anche studiato danza e da vent’anni insegno danza orientale perché i suoi movimenti e la sua ginnastica sono fondamentali per costruire un corpo consapevole, flessibile ed armonico: lavoro ad un progetto in Italia di formazione che si possa integrare con gli altri stili di danza. Mi sono confrontata con tante esperienze di spettacolo e sono ritornata a calcare le scene con il Burlesque perché è un percorso molto interessante per qualsiasi persona che si voglia approcciare a questo mondo magico che gioca sull’ironia, sulla voglia di mettersi in gioco e credere nella propria capacità sensuale che è insita in tutte le donne.

Raccontaci cosa è il Comic Burlesque e come nasce?

La scelta del Burlesque nasce dalla mia volontà di fondere l’esperienza teatrale con quella sottile possibilità di mostrare un pizzico di esibizionismo e giocare con le proprie forme. Non penso mai al Burlesque come ad uno spogliarello ma ad una storia che viene raccontata attraverso il proprio corpo. Non prediligo la sensualità fine a se stessa ma gioco molto di più sul gesto comico: il fisico diventa la possibilità di giocare con i propri difetti e caratteristiche. Prima di tutto è necessario lavorare sull’autostima, non è facile porsi in modo sicuro sul palcoscenico se non si hanno certe conoscenze teatrali bisogna  essere pronti ad affrontare un pubblico che di solito è molto selettivo e molto tagliente per tutto quello che riguarda soprattutto il vestirsi in modo succinto e provocante.

La donna nel Burlesque è sempre stata “oggetto” del desiderio. Quanto è difficile far ridere ?

Una bella donna è sempre a mio parere “un oggetto” del desiderio ma, ovvio, non è sufficiente, non basta essere belle per fare il Burlesque, l’impatto è importante ma ci deve essere molto di più, determinazione e fascino che non è di tutte. Non tutte possono essere attrici, ci sono donne che non hanno nessuna necessità di esibirsi, altre si. Alcune possono risultare ridicole cercando di fare le belle. C’è chi ha già una capacità innata nel fare Burlesque ma c’è anche chi può impararlo per migliorare la propria percezione: scoprire lati del proprio carattere che non si conosce e diventa magicamente un modo semplice per prendersi in giro, giocare con i propri lati oscuri e tante risate. L’approccio secondo il mio metodo di lavoro è quello dell’autoironia. Il Burlesque è un mondo magico in cui divertirsi e non annoiarsi mai.

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 E’ importante sviluppare il proprio lato comico nel Bullesque?

Le lezioni sono importantissime per cercare il proprio lato comico e sensuale. La parte più difficile è fare ridere. Fare piangere è molto più semplice. La comicità è un lavoro di destrutturazione delle proprie sovrastrutture. Ricercare la parte più pura del proprio essere bambini. La naturalità è il segreto e la chiave di svolta. Quando faccio i seminari non cerco di imporre altre strutture ma insegno a ridiventare delle bambine che sognano e che si meravigliano delle piccole cose. Ritrovare la propria autenticità e femminilità insita in ogni donna.

I tuoi insegnamenti sono più burleschi che sensuali. Cosa è per te l’autoironia? 

Burlesque significa burla e quindi fare ridere. Non mi piace molto che si associ la parola Burlesque allo spogliarello. Il New Burlesque forse e’ considerato uno spogliarello ironico. Alla fine noto una gran confusione e tutti promuovono la propria convinzione. Io penserei più ad una creatività insita in ognuno di noi che vuole esternarla attraverso questa espressione. Quindi non c’è una migliore o peggiore artista ma ci sarà sicuramente una professionalità e sarà il pubblico a decretarla. Ognuno in base alle sue esperienze ed al suo vissuto crea il proprio stile e la propria fantasia dando regole e limiti e valore. Secondo il mio insegnamento più burlesco che sensuale ci si dirigerà verso quella meta di fare ridere con il proprio corpo, i propri limiti e le caratteristiche di ognuno di noi. L’autoironia e’ fondamentale. Non è importate essere quindi bellissime, ma bisogna essere convincenti credere in quello che si fa. Di affascinante c’è tutto, ogni movimento deve essere ricercato deve avere un’intenzione perché così risulterà vero. Dietro ci deve essere un lavoro da attore. Non è semplice, ma bisogna farlo per non risultare ridicoli. In due parole e’ affascinante perché si cerca di armonizzare un prodotto finale: studio della coreografia, la recitazione, la mimica, il trucco e l’abito . Il pubblico sarà così riconoscente ed attivo accogliendo calorosamente la performance.

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La scelta del trucco, del costume e della musica come avviene?

Principalmente parte tutto dalla musica, ricerco vecchi video su youtube oppure ascolto musica un po’ datata per creare poi sulle note la coreografia. Il trucco viene di conseguenza sia alla musica che al vestiario. Mi piace molto giocare sul palco con atmosfere ed oggetti che vanno ad integrare la coreografia, ogni esibizione si trasforma in una piccola storia che mette sempre in luce una parte comica, una difficoltà che si risolve. Lo spettacolo è costruito con lo schema; preambolo svolgimento e risoluzione.

Quanta preparazione ci vuole per un’ esibizione?

Mi piace molto trasmettere le mie idee al gruppo. Il mio nome d’arte è Molly May questo nome mi è stato dato tantissimi anni fa da Giacobazzi e Pizzocchi mentre ci recavamo ad uno spettacolo in un locale nel ruolo di valletta ed avevo bisogno di un nome e tra una battuta e l’altra mi hanno coniato questo nome che mi è ritornato utile per le mie performance un nome a cui ero particolarmente affezionata. Di conseguenza il mio gruppo si chiama le Mollette di Molly May e quando introduco anche qualche maschietto ovviamente Mollettone. Per preparare le coreografie ho bisogno del gruppo, in base a questo intuisco le loro capacità creative del momento: in genere valuto la persona, cosa può dare sul palco e carpisco i suoi pregi e capacità ed anche le paure però sempre con ironia e divertimento. Il motto fondamentale è sempre: mai prendersi troppo sul serio. L’atto creativo è quello che mi procura più soddisfazione e quando quelli del mio gruppo ridono capisco che la gag funziona, lo scopo e’ stato raggiunto.
Poi perfezionista come sono vado spesso a modificare il lavoro che man mano cresce nelle nostre mani. Ogni gesto e’ sempre calcolato, e’ specificatamente voluto montato con un senso e ricercato.

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 Si può improvvisare?

Non credo molto nell’improvvisazione per quanto riguarda il mio modo di lavorare. Mi piace come ho già riferito che tutto a priori sia in un certo senso studiato e perfezionato, e’ naturale che accadano imprevisti e bisogna essere in grado di improvvisare per rendere tutto credibile, anzi spesso accadono ed è il momento in cui ci si diverte di più sia per vedere la reazione del pubblico che la reazione difronte all’imprevisto. La ballerina di Burlesque deve essere pronta a qualsiasi inconveniente e con le sue qualità di attrice cerca di improvvisare e creare nell’intoppo nuove situazioni credibili nella sua performance ed in primis la sua comunicazione con il pubblico. Se non è credibile non può arrivare nulla.

 Tutto comincia da una burla cosa c’è di diverso nei tuoi show di New Burlesque? 

Per quanto riguarda i luoghi comuni si pensa al Burlesque come ad uno spogliarello ed ho dovuto molte volte spiegare cosa è il Burlesque e discutere sulla sua reale credibilità. Io spiego sempre il termine Burlesque cosa significa e che il tutto comincia da una burla. Penso comunque che con la velocità in cui si è sviluppata questa moda è possibile vedere un cambiamento di mentalità, soprattutto nelle donne che vedono in questa forma di spettacolo la possibilità di divertirsi e fare divertire, ne parlano ad amici, amiche e coinvolgono altre persone così, il passaparola fa notare che non c’è niente di così particolarmente trasgressivo in uno show di Burlesque.

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Cosa provi mentre ti esibisci?

Provenendo dallo spettacolo adoro stare sul palcoscenico e mi piace sentire l’energia che emana il pubblico. Cerco una connessione con esso, è una specie di magia che si realizza ogni attimo. Prima di entrare sul palco per me è un dramma ogni volta (le mie allieve si divertono a prendermi in giro), queste sono le frasi: “ma chi me lo ha fatto fare, ma perché non sono sposata con cinque figli, questa e’ l’ultima volta”. Il cuore mi batte fortissimo da scoppiare. Poi appena faccio un passo sul palcoscenico ecco che passa tutto ed entri, o la va o la spacca e ti senti in paradiso, perché devi dare  sempre il massimo ed il pubblico va convinto coccolato ed amato. Io pretendo da me stessa e dai miei allievi il massimo. Quello che tengo conto sul palcoscenico e’ anche lo spazio, il rapporto con lo spazio. E’ un’equazione io il pubblico e lo spazio che contiene me gli spettatori e i movimenti, la risoluzione? La magia che si crea.

Come si può sviluppare l’autostima con il New Burlesque ? 

L’autostima non nasce da un giorno all’altro ma può essere ricercata ed appresa con un training adeguato. Prima di tutto la donna si deve piacere ed essere consapevole sia dei complimenti che delle critiche e le critiche diventano un punto di forza per crescere ed essere sempre più pronti a fare i propri passi anche nel mondo del Burlesque per riscoprire la voglia di divertirsi con movimenti ricercati, mai volgari ma, simpatici e buffi per fare sorridere il pubblico, ed il pubblico deve pensare che sul palco c’è un’artista completa che conosce tempi comici e teatrali e non pensare ai numeri come semplici movimenti non studiati e poco convincenti. C’è sempre un lavoro dietro una consapevolezza che si costruisce con il tempo, l’esperienza e la costanza.

Che aspetto evidenzi della tua personalità e della tua femminilità durante i tuoi spettacoli?

Quello che cerco di trasmette alle mie allieve è la sicurezza di stare di fronte ad un pubblico in modo competente e divertente. Ovviamente se faccio una bella performance aumenta l’autostima aumenta la voglia di divertirsi e di cercare di piacere e avere conferme da chi ti sta guardando. Non è semplice cercare di esternare sensualità se una donna non ha mai studiato il modo di cercarla dentro di se. Io credo però che studiando le espressioni le intenzioni e concentrandosi sui feedbaak che si instaurano con il pubblico si può in un certo senso migliorare il proprio sentire ed il porsi in modo più completo e coraggioso. Però è importante anche sottolineare che ci sono delle donne che hanno già un forte sex appeal. Lavorando con il sesso femminile mi rendo conto che ogni donna è un miracolo e mi diletto a vedere i cambiamenti da subito.

Già dalle prime lezioni le partecipanti perfezionano il loro atteggiamento la postura e come stare nello spazio. Sono delle attrici nate ed hanno tutte e dico tutte, le qualità per rafforzare le loro qualità e per divertirsi con i movimenti che mano a mano si creano durante la lezione. L’importante per me è che le persone che hanno partecipato alle mie lezioni e agli spettacoli  gioiscano e vadano a casa contente per quello che gli ho insegnato oltre che più sicure e felici.

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Che consiglio daresti a una donna che vuole conoscere il mondo del Burlesque?

E’ una bellissima opportunità per conoscersi in modo divertente  un’opportunità per mettersi in gioco ed esibirsi con personaggi divertenti creati sulla scena. Si lavora con tecniche teatrali e comiche ed ovviamente non ci si deve prendere troppo sul serio. E’ un corso che può migliorare la propria autostima e la propria postura, ecco la postura è fondamentale: la danza è utile per armonizzare il corpo. Di solito le ragazze che vengono ai corsi stanno sempre con la schiena arcuata oppure hanno il diaframma chiuso. Correggere la postura è un atto dovuto, la spina dorsale è quella che ci sorregge e deve essere sana e dritta, gli addominali devono essere tonici per potere sorreggere la schiena stessa. Una buona postura è un’ottimo inizio per il cambiamento, cominciare dal corpo e volersi più bene dà la possibilità anche di evolvere mentalmente. Fare il Burlesque modifica il proprio modo di porsi e di essere felice se vogliamo metterla su un piano di percorso personale. Ricordiamo sempre che il mondo delle arti fa bene alla salute migliora lo stato psicofisico e quindi anche l’intelligenza.

Ci sono prossimi eventi in programma per te?

Ho depositato il logo del Comic-Burlesque perché penso sia necessario ora progredire e proteggere il mio lavoro e chi vorrà fare un percorso riguardante il Burlesque e la recitazione può partecipare alla formazione professionale. L’Iter durerà un anno e prenderà in considerazione tanti elementi che serviranno per le esibizioni: esercizi di tonificazione, addominali, preparazione all’equilibrio, postura. studio delle camminate, camminare con i tacchi, camminate nel burlesque, studio del personaggio, gioco dei ruoli, studio del burlesque, studio del movimento burlesco, recitazione, mimica e pantomima, sequenze di passi nel burlesque, studio e coreografia con la sedia, studio degli oggetti nel burlesque. Un percorso completo.

Ho organizzato inoltre a Danza in Fiera 2015 il contest di Burlesque dove si sono esibite più di 80 performer provenienti da tutta Italia, una grande soddisfazione. Ho anche da tre anni uno spettacolo teatrale “Tentazioni Burlesque” con una tournèe in Italia che ci ha dato tante soddisfazioni. E’ uno spettacolo completo, è la storia di un teatro che cerca di mettere in scena uno spettacolo di Burlesque e capita veramente di tutto. Il mio sogno ora sarebbe quello di proporre questi corsi nelle formazioni alle aziende. E’ un metodo ottimo per migliorare il proprio stato di vita e ricordiamoci sempre che… ridere fa buon sangue.

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