Carlo Pignatelli: intervista al maestro della moda sposa e sposo

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Carlo Pignatelli Bridal Designer famoso in tutto il mondo, è una istituzione per i neo sposi. Quarantacinque anni di matrimoni Carlo Pignatelli è il grande “Maestro” dell’eleganza. Alla vigilia delle presentazioni delle nuove collezioni sposa e sposo per il prossimo 2016 ( 17 Aprile a New York e 25 Maggio a Milano) siamo andati dall’esperto per “l’Eccellenza” a conoscere un’arte sartoriale cucita sul corpo e realizzata con inconfondibile creatività, gusto eccentricità e rigore. Noi della redazione di Rivista Donna abbiamo chiesto allo stilista molti dei suoi preziosi suggerimenti…

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Come nasce il mito Carlo Pignatelli?

Sono onorato del “mito”… Carlo Pignatelli nasce in un piccolo paese della provincia di Brindisi, dove già da bambino i miei genitori mi mandavano in sartoria nel dopo scuola. E’ proprio li che metto i primi passi che mi porteranno alla realtà di oggi.

Quando e in che modo, Maestro, si è approcciato per la prima volta al settore della moda?

Una volta trasferitomi a Torino, avevo già una certa dimestichezza con la sartoria, tanto da pensare di dare una caratteristica ai miei capi, soprattutto a quelli da cerimonia; cui ho pensato che potessi dare un tocco di fashion alle mie creazioni, presentando la mia prima sfilata a Torino nel 1980.

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A cosa sono ispirate le Sue creazioni?

Ogni anno l’ispirazione ha un suo mood, ogni volta prendo l’ispirazione da un viaggio, una canzone, un quadro, un film; qualcosa che mi emoziona e che mi permette di riportare questa emozione sui capi.

in particolare a cosa si è ispirato per quest’ultima Sua collezione 2016?

Per la collezione 2016 mi sono ispirato ad un uomo dandy, capace di influenzare il gusto della moda con la sua eleganza e i suoi dettagli.

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Quali sono le nuance , i tessuti e le linee che Lei predilige?

Se parliamo di cerimonia in generale non posso che citare i toni decisi scuri dell’eleganza formale e non, microfantasie e lavorazioni jacquard.

Per Carlo Pignatelli l’Haute Couture è sinonimo di…

L’haute coutureè sinonimo di qualcosa di elevato, di insolito, di ricercato; qualcosa di esclusivo, di sartoriale, di manuale, di personalizzato, qualcosa che altri non hanno. Questo per me è l’abito haute couture.

Quali sono i motivi ricorrenti, quasi un fil rouge, nelle Sue creazioni?

Ciò che caratterizza le mie collezioni sono i tagli sartoriali dei capi, così come i tessuti che facciamo realizzare appositamente, per avere quel tocco di eleganza ricercata che altri capi non hanno.

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Verso quali tipologie di uomo e di donna si ispira Carlo Pignatelli?

Mi ispiro a uomini e donne che hanno personalità decisa, che vogliono distinguersi, riconoscersi in uno stile, lasciarsi consigliare sulle migliori proporzioni e per il miglior look, per la miglior parvenza stilistica e l’esaltazione della silhouette. È appena stata presentata al Teatro di Piazza Vetra a Milano la Sua nuova collezione Sposi dal titolo “ In the mood of romance”, confermandosi ancora una volta Maestro d’eccellenza e di eleganza: come mai la scelta di intitolare così la Sua collezione? Impressioni in merito alla sfilata. Come dicevo prima, ogni collezione ha un suo mood, quest’anno ci siamo ispirati al dandy romantico, perché non basta essere eleganti, ma per me bisogna essere eleganti con quel tocco di romanticismo che cattura l’attenzione, dell’uomo o della donna. La sfilata è andata benissimo ed abbiamo ricevuto tanti applausi e consensi positivi. Questo vuol dire che il nostro pubblico continua ad apprezzarci e a condividere l’evoluzione stilistica che riusciamo a creare.

Qual è, a Suo avviso, il segreto del successo di un buon Bridal Design?

Il successo di un professionista che lavora con qualsiasi forma d’arte, come per esempio un designer, si attesta nel momento in cui ha delle conferme dal pubblico. A mio avviso, non vi è un segreto, ma una personale interpretazione/visione, in questo casi di abiti, che possono più o meno essere apprezzati; qualora venissero apprezzati particolarmente, possiamo parlare di successo, diversamente si evincerà una differente interpretazione da parte dell’artista che verrà apprezzata da parte di un pubblico diverso. Ad ogni modo, a mio avviso, può essere vincente il saper trasmettere un’emozione.

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Lei ha origini pugliesi: quanto ha contribuito la Sua terra ad annoverarla tra gli Dei dell’Olimpo della Moda?

Devo molto alla mia terra, uno perché ha iniziato a formarmi dal punto di vista professionale, due perché è molto sentita la cerimonia in generale e questo mi permette di confrontarmi continuamente con nuovi pareri ed osservazioni.

La Sua griffe, Maestro, è nota a livello internazionale, soprattutto per i Suoi abiti maschili da cerimonia: quali consigli di stile potrebbe dare ai lettori di “Rivista Donna”?

Di lasciarsi consigliare nel momento dell’acquisto di un capo, dai nostri rivenditori, preparati ad hoc per le migliori proporzioni su qualsiasi silhouette.

Quali sono le tendenze 2015/2016?

Pantalone sempre più stretto al fondo, spalle giuste ed esaltazione delle forme.

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Un pensiero personale sull’attuale mondo della Moda…

Con la comunicazione disponibile oggi giorno, è facile capire come tanti vorrebbero fare moda, in realtà non è così semplice, ma ben vengano le nuove leve.

Quali consigli potrebbe trasmettere ai giovani talenti desiderosi di intraprendere la Sua stessa carriera?

Studiare l’abito fin dal principio, studiare la modellistica, provare a cucire a mano e poi a macchina, solo così si può veramente capire se si è portati per questo mondo oppure no. Non basta disegnare due bozzetti, bisogna capire l’esigenza delle persone, abbinata al proprio stile.

Lei ha anche firmato le divise ufficiali di molto squadre, prime fra tutte la Juventus e la Roma: quale binomio intercorre tra il calcio e il Fashion?

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I calciatori e gli sportivi in genere sono le persone che meglio esaltano la silhouette, ragion per cui osservare un bel capo indossato da loro è più apprezzabile che indossato da chi non ha confidenza con il proprio fisico…da questo spunto partì il progetto di vestire tante squadre e di conseguenza tanti campioni.

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Progetti, a livello lavorativo o privato, in cantiere?

Non mi piace parlare dei miei progetti, perché puntualmente li cambio in corso d’opera, ma ciò che posso confermare è che quel che farò lo farò con passione.

Adam Rizzi