Il giovane regista Daniele Murgia si racconta a Rivista Donna.

Innanzitutto Daniele, sincere congratulazioni a te come regista e a tutti i colleghi della troupe e alla produzione per il risultato ottenuto al Mediterraneo Festival corto lo scorso 2 settembre. Per iniziare la nostra chiacchierata vuoi raccontarci da dove parte e come si è sviluppato il progetto alla realizzazione del corto “Ciao, Bianca” vincitore del miglior film sezione Fedic ?

R: Ciao, grazie mille, fa sempre piacere ricevere i complimenti e le congratulazioni per un proprio lavoro o traguardo personale. Per rispondere subito alla tua domanda inizio con il dire che è partito tutto da un mio soggetto e da Tore Iantorno Asta che insieme a Chiara Baroncini hanno curato la sceneggiatura, e ovviamente da Francesca Giannini, la produttrice che ci ha permesso, tramite finanziamenti, di poter racconta re la nostra prima storia.

Ci presenti meglio le persone che fanno parte del gruppo di lavoro e della produzione?

R: Allora, con mia grande sorpresa, essendo la mia opera prima, siamo riusciti a coinvolgere parecchie persone. Innanzitutto oltre chi ho già citato, dunque Tore, che ha fatto anche da direttore della fotografia, Chiara e Francesca, abbiamo anche quella che è la mia produzione ovvero la MIS Film Production, nata proprio con questo corto. Arriviamo al cast, composto da Fabrizio Congia (Larentsu), Francesca Scanu (Franziska) e Marta Proietti Orzella (Marta/Voce Narrante) infine Pio Bruno(giornalista) che ha fatto una figurazione speciale, nonché mio vecchio professore di francese al liceo. Poi abbiamo Simona Secci che ha curato il trucco, Franco Felce, fotografo di scena, insieme a Francesco Deidda. Infine Phonofarms (Luca Frau e Alberto Pantaleo) che hanno curato la post-produzione audio

Nonostante la tua giovane età si capisce bene come negli anni tu abbia maturato una solida preparazione tecnica, aspetti indispensabili del “fare cinema”, a quale età hai cominciato?
R: Ho cominciato a 22 anni, subito dopo il diploma conseguito nel 2018, avvicinandomi all’audio-visivo, successivamente ho avuto le mie prime esperienze al montaggio, poi è arrivato “Side Effect”, un lungometraggio, produzione sarda a cui ho fatto da assistente di produzione. Successivamente in periodo di COVID ho frequentato due corsi online di aiuto regia, uno con il CSC (Centro Sperimentale di Cinematografia) di Milano a cura di Miguel Lombardi e l’altro con Scuola Sentieri Selvaggi a cura di Tiziana Forletta.I quali mi hanno portato ad affrontare un primo lavoro come aiuto regia. Ma la strada è ancora lunga, questo è solo l’inizio, devo ancora maturaretanto in fatto di regia. Con molta curiosità, che mi ha sempre contraddistinto, vado avanti.

Quando ha iniziato a prendere forma l’interesse a prendere in mano una telecamera? In parte la domanda è simile alle precedenti, ma sarebbe bello approfondire.
R: Nel 2019 inizia il vero e proprio cammino, ho iniziato a frequentare le serate del cineclub FEDIC presso la Cineteca Sarda di Cagliari che aveva sede in Viale Trieste. Serate coordinate da Pio Bruno, mio vecchio professore di francese, come detto in una delle domande precedenti, nonché presidente del Cineclub FEDIC Cagliari, che nell’ultimo anno di scuola ha proposto il progetto cinema, da far rientrare come alternanza scuola-lavoro, e abbiamo girato il corto “Le Collier” , che ha vinto vari premi internazionali, in cui ho fatto da assistente luci e assistente operatore e da li in poi non mi sono più fermato. Da poco ho anche finito il mio primo laboratorio teatrale.

A parte la durata ( la voce “corto” anticipa ) cosa differenzia un cortometraggio da un film ?
R: Un cortometraggio ha ritmi diversi, un racconto tutto incentrato in quei pochi minuti a disposizione. È un valido esercizio per riuscire a raccontare una grande storia in poco tempo e concentrarsi magari di più sul racconto per immagini senza fare spesso uso dei dialoghi. Lasciare tanto allo spettatore avendolo impegnato poco tempo.

Quanto è difficile fare cinema in Italia per un “esordiente”? Quali sono gli ostacoli maggiori che hai incontrato durante il tuo percorso?
R: Io personalmente mi ritengo fortunato ad aver conosciuto Francesca Giannini che mi ha permesso di girare la storia,lei ha un passato televisivo in trasmissioni come “Non è la RAI”, in più ha studiato il cinema anni ’80, insomma sicuramente non è un’improvvisata. Non è da tutti trovare una produzione che creda in te, in un giovane regista oltretutto. Gli ostacoli maggiori affrontando una nuova lavorazione possono essere, dal cercare fondi, un produttore che sia disposto a credere nel progetto, un direttore della fotografia, degli attori tramite casting, e una troupe, da dover rodare e far si che sia affiatata il tanto giusto per poter lavorare in serenità.

Dove nasce la ricerca di scegliere gli attori che devono interpretare i personaggi da mettere in scena?
R: Nasce dalla creazione di schede del personaggio, si stilano una serie di elementi della persona che rappresenta, come possiamo essere tu e io, dalle caratteristiche fisiche fino a quelle caratteriali, fino a giungere al momento del casting in cui vedi quel personaggio portato alla vita per la prima volta e se ti piace come viene interpretato, quell’attore o attrice sono quelli giusti.

I giovani di oggi sono strettamente legati al divertimento, come ti vedono i tuoi coetanei in questo mondo diverso da quello loro.
R: Beh che dire, li sento vicini, sono stati tra i primi a complimentarsi con me e come detto prima fa sempre piacere ricevere i complimenti, ma ancora di più da persone strettamente vicine, rende a suo modo orgogliosi di quanto fatto. Tra l’altro c’è un mio amico che a breve dovrà girare un corto, lui è un musicista, fa rap, è cinefilo e vuole buttarsi in questa avventura.

Per chiudere, quali soddisfazioni ti ha dato vincere un primo premio come regista e quali sono i tuoi progetti futuri?
R:Tantissime, non solo a me ma a tutti quelli che mi hanno accompagnato a questo lavoro. Ha vinto il miglior film, quindi è stato premiato l’impegno di tutti. A dire il vero sono contento che tutti siano contenti, perché così posso dire di aver trasmesso qualcosa e di aver lasciato qualcosa. Li a Diamante sul palco c’ero io, ma ci sono arrivato grazie a tutti quelli che insieme a me ci hanno creduto.
Progetti futuri, si, mi sto cimentando nella scrittura del mio prossimo corto e sarà anche questa una bella sfida. Insomma se la fuori c’è uno sponsor che vuole buttarsi in questa avventura, si faccia avanti!
 
Umberto Buffa
 

I diritti d’autore sulla pubblicazione delle fotografie sono stati concessi dalla produzione del film.