Via dai social che stressano, le app che aiutano gli adolescenti
Sempre più adolescenti stressati dal troppo tempo passato sui social cercano di porvi rimedio da soli.
Così cancellano i propri account, disinstallano le App delle principali piattaforme salvo poi re iscriversi di nuovo e ricominciare da capo.
Escono ed entrano nel mondo irresistibile di Instagram o TikTok (soprattutto) in un circolo vizioso che crea una grande perdita di tempo e tanta sofferenza ma anche una nuova presa di coscienza dei rischi. Un fenomeno che sta crescendo in tutto il mondo, che riguarda anche i nostri figli.
Il fenomeno si acutizza perché le ore passate a ‘scrollare’ video e foto sullo smartphone levano tempo allo studio in vista delle ultime interrogazioni dell’anno e degli esami imminenti. Come risolvere?
Una recente ricerca fatta su un migliaio di 14-24enni dagli psichiatri dell’infanzia e adolescenza della università del Michigan, ha inquadrato perfettamente il fenomeno: “I ragazzi comprendono gli impatti negativi dei social media e sono preoccupati. La maggior parte di loro infatti ha eliminato o pensato di eliminare il proprio account o App di social media e ci hanno riferito di imporsi anche nel modificare la quantità di tempo trascorso a ‘scrollare’ foto e video sul telefonino. La Generazione Z è diventata consapevole dei danni”. Nell’indagine i commenti più frequenti dei ragazzi coinvolti: “Ho ripetutamente cancellato Instagram nel tentativo di migliorare il mio stato emotivo, ma poi l’ho reinstallato. Molte volte”. “Adolescenti e preadolescenti stanno affrontando una crisi di salute mentale crescente, – spiegano gli autori dello studio, pubblicato su The Journal of Adolescent Health.
A fronte di una tale pandemia da social sono nati anche gruppi di auto aiuto e movimenti giovanili per ‘disconnettersi’, come il gruppo Log-Off, fondato da un gruppo di adolescenti, in primis dalla ventenne Emma Lembke, a Birmingham, in Alabama. La comunità conta su una visibilità mondiale e un ‘core’ di 60 giovani sostenitori provenienti da 16 paesi diversi. “Siamo un movimento unico creato da un gruppo di adolescenti con una frustrazione comune. Lavoriamo per strutturare una comunità online incentrata sulla discussione dei social media e sull’uso digitale per gli adolescenti” si legge sul portale del movimento. Il gruppo divulga le ricerche della neuroscienza emergente sui social media, fornisce supporto per ‘uscire dall’appeal eccessivo dei social’ e invita la gen Z alla vita lenta per ‘rallentare il burnout dovuto al ritmo perennemente veloce della nostra cultura sta influenzando la nostra salute mentale, la salute fisica, il nostro ambiente e le nostre comunità. Il movimento della vita lenta mira a contrastare le aspettative della cultura del trambusto; invece di fare il più possibile il più velocemente possibile, si tratta di fare le cose in modo più deliberato e dare la priorità a ciò che dà valore alla tua vita’.
I ragazzi che si sentono intrappolati nel telefonino vanno a caccia di diete ‘social detox’ e il movimento Log-Off ha appena sintetizzato i principali modi per ‘guarire’ al network di informazione NPR: si va dal conoscere i rischi insiti in queste piattaforme (tarate per catturare l’attenzione il più a lungo possibile) prima di cominciare ad usarle, quindi in età preadolescenziale e magari quando si riceve il primo telefonino. Da qui l’appello alle scuole ed alle famiglie di prendersi cura di questa fase iniziale. Inoltre capire quale è la propria dose di connessione necessaria quotidiana e non superarla (disinstallare le App invece serve poco, ci si ritorna prima o poi). Si possono scaricare App per regolare il tempo che si passa al telefono (come Stay Free, Social fever, Benessere Digitale di Google, One Sec e Pause per Apple ecc.), anche con timer che blocca lo scorrimento dopo un certo periodo di tempo. Inoltre si possono modificare le impostazioni del telefonino e, suggeriscono gli esperti di LogOff, provare a sostituire l’hobby dello scroll dello schermo con altre attività interessanti, anche elettroniche, ma che non passando dal telefono come leggere o disegnare immagini. Oppure andare a trovare un amico in carne ed ossa. Infine, chiedere aiuto ai genitori e, per i genitori, farsi coinvolgere.
Aumentare la conoscenza dei rischi, imparare a capire il peso dello stress digitale e minimizzare i rischi per il proprio benessere mentale sono anche temi sempre più ricorrenti nelle community di studenti italiani. Non mancano le iniziative di social-education come ‘No Filter Tour’: una serie di eventi mattutini di educazione social, auto accettazione e benessere digitale organizzati dal portale di studenti ScuolaZoo e rivolti alle scuole secondarie di secondo grado. Svolti questo mese (in corso fino al 26 maggio) in alcune città della penisola, come Milano, Parma e Roma.