Le amiche di Freya: l’arte di Sara Bachmann ci racconta una fantastica Sardegna
Benvenuta Sara grazie per aver accettato il nostro invito… i tuoi disegni ci hanno fatto battere il cuore e ci siamo innamorati del tuo stile…quasi magico!
Sara Bachmann, danese d’origine laureata all’accademia delle belle arti di Firenze dipinge le sue donne in costume sardo. La musa ispiratrice è la sua bellissima figlia Freya, il marito Gianni cura ogni minimo particolare artistico. Le amiche di Freya ci portano fuori dal tempo, non è solo arte ma è magia, è sogno… la donna sarda è la protagonista assoluta delle loro opere con indosso i vestiti di tutti i luoghi incantati della bellissima Sardegna.
Conosciamo la tua pittura. Cosa prevale di più nel tuo stile?
L’ origine dei miei dipinti risale a tre anni e mezzo fa, illustravo una principessa con la coroncina e le perle per mia figlia Freya ,un disegno molto semplice che trae le proprie linee dai miei disegni infantili. questi tratti sono riaffiorati su un foglio naturalmente, perché mia figlia aveva solo 2 anni e perché fosse semplice l’ apprendimento per lei ho disegnato una figura statica frontale e bidimensionale, una peculiarità riscontrabile nei disegni dell’ infanzia. Questo foglio con pochi segni e un po di acquerello l’ ho ritrovato la mattina seguente appeso molto in alto in una parete della cucina, “salvato” come dice Gianni perché considerato da lui bellissimo. Alcune caratteristiche sono rimaste immutate e per questa ragione alcune persone leggono una cifra stilistica.
I tuoi lavori sono un inno alla creatività, eccentrici e unici. Come riesci a dare forma alla tua fantasia?
I lavori sono i risultato di una sinergia che si è creata spontaneamente tra la mia arte e l’ intuizione di Gianni che è un’ architetto, lui mi ha invitato a realizzare il primo dipinto che raffigurasse quella principessa, mi diceva: immagina come sarebbe interessante su una tela dipinta con una tecnica antica, sarebbe ancora più divertente poi completarla con una bella cornice consumata dal tempo e molto ornata. E poi se ne dipingessi altre non trovi che sarebbe un bellissimo e originalissimo regalo per le future amiche di Freya? anziché regalare la solita bambola alle sue amiche Freya potrebbe portare loro un vero e proprio dono. Le idee non mancano mai, abbiamo dovuto fare una scelta e abbiamo abbandonato altri progetti artistici per dedicarci alla galleria dei ritratti de Le amiche di Freya. I libri, i film, i racconti popolari, la mitologia. sono il nutrimento necessario che informa le immagini e quelle che ne scaturiscono vengono a loro volta reinterpretate da me e da Gianni, convergono così sul supporto (tela, legno, carta pregiata e tessuti) acquisiscono così la nitidezza necessaria per narrare nuove storie.
Come nasce la tua passione?
Dipingere è la mia vita, sin da bambina restavo ore ed ore a disegnare, ho frequentato la scuola Rudolf Stainer , un’ esperienza che consiglierei a tutti quelli che vorrebbero vivere e operare nell’ arte. è una scuola che ti offre la possibilità di trovare la tua strada se senti l’ arte nelle vene. Anche la lingua italiana è stata una mia passione e per questa ragione andai a firenze nel 2001 mentre frequentavo la scuola d’ italiano conoscevo Gianni. vinsi una borsa di studi e mi iscrissi alla fondazione per l’ arte grafica il bisonte, una scuola internazionale con antichi torchi in legno dalla storia interessante, faceva una certa impressione sapere che quei mezzi furono utili a Picasso e Henry Moore per i loro elaborati artistici.Gianni ancora studente molto creativo e perfezionista mi ha sempre incoraggiato a concretizzare alcuni percorsi artistici, ho concluso tra una mostra e l’ altra gli studi all’Accademia delle belle arti di Firenze per poi prendere la decisione di trasferirci in Sardegna dove di li a poco sarebbe nata Freya.
Molti dei tuoi disegni hanno in comune dei grandi e bellissimi occhi colorati. Come nasce questa particolarità?
Mi viene in mente una mostra, due anni fa ci invitò la direttrice di una scuola di Olbia (Città multietnica) per allestire una mostra di fine anno dedicata ai paesi del mondo, all’ interno della quale la nostra installazione andava a completare il percorso espositivo. In quell’ occasione il nostro manifesto era composto da tanti particolari dei dipinti e figuravano soltanto gli occhi con sotto un titolo significativo: guardaci negli occhi. Molti bambini disegnano delle grandi facce con grandi occhi come facevo io da piccola, i colori degli occhi cambiano da soggetto a soggetto, in quanto le amiche di Freya sono anche le amiche del mondo. la Masai, le indiane, le giapponesi , le spanole, le americane, le francesi ,sono solo alcune delle Figure rappresentate con le loro identità.
Interessante la scelta dei soggetti: donne! Cosa intendi comunicare?
Tendiamo ad inoltrare messaggi interessanti attenti a non sbagliare, il pubblico per le quali sono nate è un pubblico di minori, ad esempio quando ci venne in mente di fare una donazione all’ ospedale di Olbia, attraverso l’ amicizia con l’ associazione pollicino Onlus, ci mettemmo il problema di cosa mostrare in quel dipinto. chiedemmo alla direttrice del reparto e risultò perfetta la prima idea la principessa Verdiana che teneva al guinzaglio di perle Williams il ranocchio. Nostra figlia è per metà di cultura danese e per metà sarda, le amiche di Freya danesi sono soprattutto sirenette ideali attrici del racconto di Andersen, le amiche sarde sono coraggiose amazzoni vestite da sartiglianti, misteriose regine Janas, dolci e fiere principesse dei paesi abbigliate con broccati e velluti, rasi di seta ricamati e gioielli di corallo filigrane d’ oro e d’ argento.
Sei una giovane donna nel mondo dell’arte. quale è stato il traguardo più grande ottenuto in questi ultimi anni?
Non avevo e non ho un traguardo da raggiungere mi piace molto l’ idea che i nostri lavori siano apprezzati da un pubblico molto entusiasta, è come una gioia che si condivide con gli altri un’ idea di gentilezza e di bellezza da vedere un’ arte garbata che noi abbiamo voluto per nostra figlia e le sue future amiche, un’ idea che piace anche agli adulti ma questo non ce lo aspettavamo davvero. È sorprendente vedere alcune scene, nelle nostre esposizioni assistiamo a sguardi di sorpresa, di meraviglia, sorrisi che non finiscono mai, e più di una volta è accaduto che delle piccolissime abbiano abbracciato e tenuto stretto a se un dipinto, sappiamo che una bimba parla al dipinto appeso sopra il suo lettino. Ma ci sono anche signore che li appendono nel loro salotto perché li trovano gioiosi.
Parliamo della Donna, la donna racchiude la seduzione, essenza femminile, nel suo corpo. Tu quale aspetto vuoi rappresentare?
Vorrei rappresentare la forza della procreazione insita nella donna Sara con florinda fastuosa astrid della notte e rosalinda sarmentosa) la donna che è vita e genera nuova vita. In alcuni dei nostri quadri ho rappresento la stessa donna che è più figure di donna insieme a significare la sua personalità (vedi Laura e Dafne) e le sue sfumature. Nel quadro Lucia e Gaia le due donne rappresentano la vita, Lucia tiene in mano la terra e Gaia porta con se il germoglio, altre volte la fertilità viene spesso raffigurata con la simbologia dei fiori dei frutti e delle foglie che spesso vengono dipinti da Gianni che ha studiato architettura del paesaggio alla facoltà di Architettura, e a partire da una leggenda sarda anche con l’ uovo. dell’ antropologia sarda è interessante scoprire il significato di antichi riti pagani che hanno certamente a che fare con la rinascita della natura, la nuova vita, del mondo delle janas ci interessa il fatto che fossero individuate come vergini nate da un’ unica madre (particolare di majsta) e che decidessero la sorte degli individui (Kiria) del culto della dea mater la credenza che nascesse da se stessa. Un’ altro stato che evitiamo di rapprersentare è la sofferenza. Se osserviamo la prima versione del ritratto di Frida Kahlo abbiamo voluto mostrare la collana di spine ma non il salgue sul collo. se poi analizziamo rapidamente un’ icona della seduzione, la Giuditta di Gustaw Klimt nella mia versione al posto della testa mozzata di Oloferne lei Giuditta tiene in mano un telo mare rosa ben arrotolato.
Le tue opere ci riportano alla “memoria” il film Tim Burton “Big Eyes” quanto ti ha ispirata?
Nessuna ispirazione , le antenate de le amiche di Freya vivono nei miei disegni da bambina conservati da mia madre in Danimarca, nella mostra “chi ha paura del lupo” allestita a Firenze nel 2005. il nostro lavoro vive da oltre tre anni tra le boutique storiche , i resort esclusivi e il paesaggio fiabesco delle cortes della Barbagia il film non siamo ancora riusciti a vederlo ma è vero che i personaggi e la visione di Tim Burton ci piacciono tantissimo. Abbiamo collezionato quasi tutti i suoi film che nostra figlia Freya li guarda molto spesso con grande divertimento sin da quando aveva 2 anni , altri personaggi da lei molto amati sono quelli del mago di Oz e tutti i film Disney.
Chi è Freya? raccontaci di lei…
Freya Lucia è nostra Figlia con un nome anzi due che sono tutto un programma: Friday era il giorno dedicato al culto della Dea Freya nella mitologia dei popoli scandinavi, la Dea dell’ amore e della fertilità era lei la regina, la signora che faceva il buono e il cattivo tempo. Lucia è l’ alba è lucente, splendida. è una bambina molto vivace e davvero amichevole qualche volta timida e qualche volta tanto esuberante, è la più piccola delle allieve della scuola di teatro de “i senza quinte” ad Olbia (Il regista e attore della stessa scuola Claudio Laconi porta in giro per la Sardegna un reading di poesia, musica di mauro mibelli e immagini de le amiche di Freya dal titolo Contos de foghile) è esattamente una bambina come tante. ci piace l’ idea che un giorno avrà moltissime amiche, ci piace l’ amicizia e questo lavoro vorremo che in qualche modo sia beneaugurale e propiziatorio. Nella nostra e nella sua fantasia immaginiamo che lei come una piccola principessa custodisca nel suo castello, in una grande galleria, i ritratti di tutte le sue vecchie e nuove amiche: marinaie e piratesse, principesse di tutti i regni del mondo e ancora dame con i loro animali preferiti abbigliate con fantastici abiti colorati etc.
C’è un collegamento magico tra le tue opere fantastiche e la misteriosa storia delle Janas in Sardegna?
Se ci si addentra e si approfondiscono studi antropologici, ci si ritrova in una dimensione che non appartiene al contemporaneo, allora possiamo capire le paure e le ossessioni vissute dai nostri lontani antenati, dai nostri avi. il mare i fiumi e le terre nell’ antica Grecia come nell’ antica Sardegna erano popolati da esseri orridi e tenebrosi, Sirene ,arpie nell’ una, janas, cogas e brujas nell’ altra. Se ci pensiamo vere e proprie ossessioni per gli adulti e incubi per i bambini. Come abbiamo detto la paura e la sofferenza vengono respinte nel nostro lavoro, e le immagini delle donne pesce e delle fate sarde sono immagini di dolcezza. La narrazione è fondamentale nella rappresentazione dei nostri dipinti, se una storia in più non esiste noi la inventiamo, se sino ad ora le janas non avevano un volto noi glielo diamo. Ma sempre per valorizzare il più possibile un patrimonio culturale da molti trascurato, il nostro è un lavoro un po simile a quello che fanno alcuni scrittori, ma questa volta per immagini.
Sara, Freya e Gianni fotografati da Gabriele Doppiu photographer al Cafè Costantino, Alghero.
Abiti e foto di Elisabetta Delogu, Bridal Designer, Atelier Elisabetta Delogu, Sassari.