IL TORRENTE E LE SUE ANIME

Da qualche giorno è in libreria l’ultima pubblicazione di Antonio Strinna “Il torrente e le sue anime” (Scatole Parlanti Editore), una storia in cui sono i territori gli attori principali e insieme le voci narranti, in continuo rapporto fra di loro e con gli uomini. E sono sempre i luoghi a determinare il punto di vista degli eventi, quasi mai coincidente con quello umano, motivo per cui la narrazione diviene fatalmente visionaria e straniante.

Strinna è nato ad Osilo e vive a Sassari. Dopo una lunga attività musicale, ha scritto i romanzi: “Badde lontana” (Gallizzi editore), “La maschera strappata” (Castello editore), “Tutto accade” (Joker Editore), “L’eroe maledetto” (Arkadia editore), “Il paese clandestino” (Arkadia editore). Inoltre, “Le missioni di pace della Brigata Sassari” (Edes editore), successivamente pubblicato dal quotidiano La Nuova Sardegna nella collana “Le guerre dei sardi”; “San Lorenzo, la valle dei mulini” (Ass.ne Badde lontana editore). Infine, “Il superstite dimenticato” (Pluriversum editore).

È coautore della canzone “Badde Lontana”, composta nel 1972 insieme ad Antonio Costa, un brano che da decenni fa parte del canto tradizionale sardo.

Ha pubblicato articoli nei volumi: “Grazia Deledda, tra memoria e futuro” (ACSIT editore Firenze), “Italia insulare – I poeti” (Macabor Editore). Insieme alla sua Associazione Culturale Badde Lontana, della quale è fondatore e presidente, si occupa di tradizioni locali, di escursionismo e della promozione del territorio (San Lorenzo, la valle dei mulini) e, in quanto componente del CDA, anche del Distretto Rurale Anglona Coros – Terre di Tradizioni, nel nord Sardegna.

Attualmente sta lavorando, fra l’altro, al lungometraggio-Musical “Omines po brulla” (Uomini per scherzo) in qualità di coautore dei brani, soggettista e sceneggiatore. “Omines po brulla” è un’opera musicale dedicata a Paolo Mossa, il più grande poeta dialettale sardo.

Ad Osilo, che mi ha donato i natali – ci racconta Antonio introducendo le motivazioni del suo ultimo libro -, nel mulino ad acqua di mio nonno, uno dei 36 mulini che per diversi secoli hanno popolato la valle di San Lorenzo, fin dai primi anni ho imparato ad ascoltare tutte le creature della valle, ogni eco, ogni bisbiglio, in particolare il mulino, il torrente, i boschi, le falesie, i canyon, la foresta pietrificata, la volpe, il gheppio. Sono testimone della storia e della scomparsa di quasi tutti questi mulini, già da ragazzo ho pensato di dovermi far carico della loro storia e di raccontarla attraverso la canzone, la poesia e il romanzo. Ed è proprio questo che sto facendo anche ora con le mie opere”.

Nel libro “Il torrente e le sue anime”, la narrazione si focalizza proprio sulla realtà del rio San Lorenzo, rimasto nel silenzioso abbandono di una valle dimenticata quasi da tutti, insieme ai mulini e alle gualchiere che l’hanno popolata per tanti secoli. Ma ecco che un mattino compaiono sulla scena due ragazzi che, per la loro insolita curiosità e fantasia, sono decisamente diversi da tanti altri loro coetanei. Così diversi da riuscire a dialogare con il torrente e a farsi battezzare con due nomi del tutto nuovi, Molineddu e Falesia, presi in prestito dalla valle.

Da qualche tempo – prosegue Antonio – la mia convinzione mi ha portato a credere che la narrazione più naturale sarebbe stata, senza alcun intermediario, proprio quella del mulino, del torrente e dei boschi, una narrazione anche delle sue anime più antiche, con voce propria. Dunque, sono loro stessi le voci narranti; in definitiva, luoghi parlanti. ‘Il torrente e le sue creature’.”

Dopo Molineddu e Falesia, molti altri – ragazzi e adulti – avranno lo sguardo così immaginario da riuscire a dialogare con il torrente, il quale ha anche il potere di condurre i suoi interlocutori indietro nel tempo. E prima ancora dentro di sè, a contatto con la sua essenza. Per tutti, entrare nel letto del torrente, alimentato da decine di sorgenti, significherà conquistare una nuova consapevolezza di se stessi e della vita. In fondo, è la medesima consapevolezza del torrente, quella di essere costituito da miliardi di gocce, eppure di sentirsi una sola entità, e vivere perciò senza divisioni e conflitti. Quelle divisioni e quei conflitti che da sempre lacerano le comunità degli uomini, i loro cuori e le loro esistenze.

Insieme a un vecchio mulino, restaurato di recente, Adamo è uno dei personaggi più significativi del romanzo, un professore in pensione che non crede più nella società in cui è vissuto finora e che per questo ha un solo obiettivo: riscoprire sé stesso, ritrovare Adamo, essere il primo uomo che si è affacciato a questo mondo. Il professore compirà uno spericolato e imprevedibile viaggio nel tempo; impossibile comprendere il mistero che alberga nella sua mente e anche il destino che lo ha condotto nella valle, dentro un mulino senza luce né acqua.

Molineddu e Falesia ricompariranno alla fine del romanzo, sperduti dentro un vastissimo bosco mai frequentato prima, soprattutto sperduti dentro sé stessi. Proprio dal bosco, come dal torrente, impareranno a comprendere che c’è una sola realtà che li può accomunare, unire profondamente, dentro la quale è possibile trovare qualunque risposta, qualunque strada stiano cercando. È la realtà della consapevolezza – spesso assente nel nostro tempo – di aver bisogno l’uno dell’altro.

Per concludere il nostro discorrere, Antonio Strinna mi illumina sui suoi arbori letterari. “Ho iniziato la mia attività artistica scrivendo testi di canzoni per bambini, con i quali ho vinto il 1° Premio all’Usignolo d’oro nel 1971 e nel 1972. Oltre a ‘Badde lontana’, sono autore di diversi altri brani che fanno parte del repertorio tradizionale di molti cori polifonici sardi e della penisola. Con alcuni miei brani ho partecipato a trasmissioni televisive come ‘Il sabato del villaggio’, ‘Vivere il mare’ e ‘Linea blu’. Sono stato coautore di sigle musicali per Sardegna canta e Buonasera Sardegna (Videolina, Sardegna 1). I miei brani hanno fatto parte di colonne sonore di film come ‘Andavamo a piedi nudi’ di Lucia Argiolas e ‘Africa dolce e selvaggia’ di Angelo e Alfredo Castiglioni”.

Con i suoi libri Antonio Strinna è stato presente più volte al Salone Internazionale del libro di Torino e alla Fiera Nazionale del libro di Roma “Più libri, più liberi”, partecipando nel 2005, su Rai 3, alla trasmissione televisiva Fahrenheit tram.

Scrive per Giornali e Riviste. Ha fatto parte di numerose Giurie di Premi letterari: Premio città di Sassari, Premio città di Olbia, Premio poesia sarda ACLI della Sardegna, Premio teatrale Nino Costa, Premio musicale Faber (F. De Andrè). Ha partecipato a Convegni specialistici su temi riguardanti l’ambiente, la cultura, il turismo, la lingua e la musica sarda (Università di Sassari. Conferenza regionale sulla musica e la cultura sarda). Ha tenuto Laboratori letterari e musicali nelle scuole elementari, medie e superiori. Da cinque anni è referente per la Sardegna dell’AIAMS (Associazione Nazionale Mulini Storici).

 

Di Massimiliano Perlato