Annarita Serra: la donna che trasforma la plastica in arte

“Avevo due sogni nella mia vita: lavorare con l’arte e salvare il mare. Ho scoperto negli anni, che uno dei due mi aiuta a realizzare l’altro”

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Io e il Tappismo

Ha raccontato l’artista, che raccoglie la plastica dalle spiagge della sardegna, creando quadri e così combattendo l’inquinamento del mare.

Annarita Serra è una donna, ma sopratutto un’artista con una storia di cambiamenti alle spalle.

E’ sarda di nascita, ma milanese d’adozione.

Annarita in passato era una brand manager per una grossa multinazionale. Sempre in viaggio, una donna con una carriera ricca di successi dietro le sue spalle.

Il suo ultimo viaggio di lavoro l’ha portata in Nuova Zelanda, circa vent’anni fa.

Dopo quel viaggio per lei è arrivata la volta.

La bellezza primordiale della terra Neozelandese, i colori della natura, il verde rigoglioso, il blu intenso del mare, il giallo accecante e caldo del sole, le sono entrate nell’anima coma la una tavolozza piena di colori di un pittore.

In quel momento si è trovata costretta a fare una scelta.

 “Sono sarda, vengo dal mare ma l’avevo dimenticato”.

Diventata consapevole di ciò, è iniziata la sua rinascita, così da ricercare le sue profonde radici.

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La Venere – Plastica dal Mare

Il suo ritorno in Sardegna

Annarita decide di tornare in Sardegna, visitandola in lungo e in largo.

Arriva a Piscinas, una piccola città a 50km dalla costa, semi deserta, e con le dune più imponenti e importanti d’Europa.

Questa costa le ricorda la Nuova Zelanda, e così decide di prolungare lì il suo soggiorno.

Era un novembre di vent’anni fa.

Così da quel momento, durante le sue lunghe passeggiate sulla spiaggia, la donna trova migliaia di rifiuti plastici di mille colori, di varie grandezze, pezzi di plastica levigati dal sale e trasportati a terra dalle mareggiate.

Decise si raccogliere tutta quella plastica, così da liberare la spiaggia, ma invece di buttarla la portò con se nella sua casa a Milano.

Inizialmente non ha idea di cosa farne di tutti quei rifiuti, ma dopo qualche tempo decide di rispondere alla richiesta d’aiuto del mare.

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Tappismo – Plastica dal Mare

Dai rifiuti alle opere d’arte

I sardi di Piscinas la guardavano con sospetto e curiosità.

Si saranno chiesto cosa facesse Annarita con tutti quei sacchetti colmi di plastica.

Una sera come tante a Milano, la donna decide di svuotare sul pavimento della sua casa milanese, i sacchi di plastica raccolta.

Da quel momento comincia a pensare a tutte le opere che potrebbe creare.

Si è armata ti avvitatore, viti, colla, martello, e come una vera artigiana ha cominciato a modellare e unire insieme un patchwork colorato.

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Chinese Soup – Recupero di Ceramica

“Avevo due sogni nella vita: lavorare con l’arte e salvare il mare”

Grazie alla plastica è riuscita a riprodurre volti di icone famose, e ciò attrae sicuramente l’attenzione degli spettatori.

“Quando si avvicinano e capiscono che il quadro è interamente realizzato con i rifiuti, rimangono a bocca aperta, ed io sono lì a spiegargli che il mare è pieno di questa plastica”.

Lei è un’artista che lavora nella sua casa a Milano, ma che scappa in Sardegna ogni inverno.

A Piscinas la riconoscono, e qualcuno la aiuta nella sua lotta contro la plastica in mare!

“Avevo due sogni nella mia vita: lavorare con l’arte e salvare il mare. Ho scoperto negli anni, che uno dei due mi aiuta a realizzare l’altro, che l’arte mi aiuta a salvare il mare. So che lo sto facendo perché oggi, dopo vent’anni, non sono più sola”.